Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 177

Lettera 176 Lettera 178

[p. 161 modifica]i6i A 3I0NNA ALESSA EC I. Del modo d arrivare alla perfezione, alla quale procara animarla; e prima come si debba amare Dio, e come le creature.

II. Della cella altuale e del cognoscimento di sè, cbe è la cella mentale; e perché a questo cognostimenlo si dete accoppiare il cognoscimento di Dio.

, III. Dell’ umiltà cbe da esso procede, e suoi effetti.

IV. Deir esercizio dell’ orazione.

V. L esorta finalmente al silenzio, a soggettarsi all’altre sorelle, e ad ordiuare il iempo spendendolo in diverse opere spirituali, J77», Al nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ilarissima figliuola in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de* servi di Jesù Cristo ec., indegna miserabile tua madre, desidero che tu gionga a quella perfezione che Dio t’ha eletta; parmi, che a volervi giognare, si convenga andare con modo e non senza modo; e senza modo e con modo si vuole fare ogni nostra operazione: senza modo si conviene amare Dio, e non ponarvi nell’amore nè modo, nè misura, nè regola, ma smisuratamente amare; ed a volere pervenire alia perfezione dell’amore, ti conviene ordinare la vita tua: il primo ordine sia di fuggire la conversazione d ogni creatura per conversazione se non secondo che richiede 1* atto della carità, ma amarne [p. 162 modifica]162 assai e conversarne pochi, ed eziandio con quelli che ami di spirituale amore, sappi conversare con modo; e se tu non facessi, pensa che a quello amore, che tu debbi portare a Dio senza modo, vi porresti modo che non te ne avvedresti, ponendovi mezzo la creatura finita, perocché l’amore che doveresti ponare in Dio, porresti nella creatura, amandola senza modo; e questo t’impedirebbe la tua perfezione, e però con modo ordinato la debbi amare spiritualmente. Sia uno vasello (A\ il quale tu empia nella fonie e nella fonte il beva; e poniamo che tu avessi tratto l’amore da Dio, che è fonte d’acqua viva; se tu noi bevessi continuamente in lui, rimarrebbe voto, e questo ti sarà il segno che tu noi beva a pieno in Dio; che quando della cosa che tu ami, tu ne sostieni pena o per conversazione che avesse, o perchè fussi privata d’alcuna consolazione, la quale solevi ricevere, o di qualunque altra cosa che avvenisse, se tu sostieni allora pena di questo o d’altro che dell’offesa di Dio, t’è spgno manifesto che questo amore è ancora imperfetto e tratto fuore della fonte. Che modo ci è dunque a fare perfetto ’ quello che è imperfetto? questo è il modo, di correggere e di gastigare i movimenti del cuore, con vero cognoscimento di le., e con odio e dispiacimento della tua imperfezione, cioè d’essare tanto.villana, che quello amore che si debba dare tutto a Dio, si dia alla creatura, cioè d’amare la creatura senza modo, e Dìo con modo; perocché l’amore verso di Dio vuole essare senza misura, e quello verso della creatura debba essare misuralo con quello di Dio, e non con la misura delle proprie consolazioni, nè spirituali, nò temporali. Adunque fa, che ogni cosa ami in Dio, e che tu corregga ogni disordinato affetto.

II. Fa, figliuola ima, due abitazioni; una abitazione attuale della cella, che tu non vada discorrendo 111 molti luoghi se non per necessità, o per obbedienzia della priora, o per carith: ed un’ altra abitazione ik spiritualmente, ht quale porti continuamente teco, e [p. 163 modifica]163 questa è la cella del vero cognoscimento di te. Dove troverai il cognoscimento della bontà di Dio in te, che sono due celle in nna, e stando neH’una, ti conviene stare nell’ altra, perocché in altro modo verrebbe l’anima a confusione o a presunzione, che se tu stessi nel cognoscimento di te, verrebbe la confusione della mente,

stando solo nel cognoscimento di Dio, verresti a presunzione. Conviene dunque che sieno conditi l’uno con l’altro e faccine una medesima cosa, e facendolo verrai a perfezione; perocché del cognoscimento di te acquistami l’odio della propria sensualità, e per l’odio sarai uno giudice, e sedarai sopra la sedia della coscienzia tua, e terrai ragione, e non lassarai passare il difetto che tu non ne facci giustizia.


III. Di questo cognoscimento esce la vena dell’umililà, la quale non piglia mai alcuna reputazione, e non si scandalizza di neuna cosa che sia, ma paziente con gaudio sostiene ogn’ingiuria, ogni perdimento di consolazione, ed ogni pena da qualunque lato elle si vengono; le vergogne pajono una gloria e le grandi persecuzioni refrigerio, e di tutte gode, vedendoci punita di quella perversa legge della propria volontà sensitiva che sempre ribella a Dio, e vedesi conformare con Cristo crocifìsso, che è via e dottrina della verità: nel cognoscimento di Dio troverai il fuoco della divina carità.

IV. Dove tu ti dilettarai ? In su la croce con lo immaculato Agnello, cercando il suo onore e la salute dell’anime per continua ed umile orazione. Or qui sta tutta la nostra perfezione. Molte cose anco ci sono, ma questa è la principale, dove riceviamo tanto lume, che non potiamo errare nelle minori operazioni che seguitano.

V. Dilettati, figliuola mia, di conformarti con li obbrobri! di Cristo, e guarda il sentimento della lingua, sicché la lingua non risponda alcuna volta al sentimento del cuore, ma smaltisce quello che è nel [p. 164 modifica]164 cuore con l’odio e col dispiacimento di te: fa che tu sia la minima delle minime, subietta per umilità e pazienzia ad ogni creatura per Dio non con scusa, ma con dire mia colpa; e così si vincono i vizii nell’anima.tua e nell’anima di cui tu il dicessi per la virtù dell’umilila. Ordina il tempo tuo, la notte alla vigilia, dato che tu hai il debito del sonno al corpo tuo,-e la mattina alla chiesa con la dolce orazione, e non spenderlo in favellare infìno all’ora debita. Di questo e d’ogni altra cosa non ti ritragga altro che o la necessità, o l’obbedienzia, o la carità, come detto è: dopo l’ora del mangiare ricoglieti un poco a te, e poi fa manualmente alcuna cosa, secondo che t’è di bisogno: ad ora del vesparo e tu va, e fa cavelle, e quanto lo Spirito Santo ti fa fare, tanto fa, e poi ritorna, e governa l’antica tua madre senza negligenzia, e provedela di quello che li è di bisogno, e sia tuo questo peso. Di qui alla mia tornata fa che tu facci sì, che tu adempia il desiderio mio. Altro non dico. Permane nella sanla e dolce dilezione di Dio.

Jesù dolce, Jesù amore. [p. 165 modifica]I i65 élnnotazione aita Lettera 177.

(.1) Sia uno vasello ec. Questa limilitudine che u«a qui la saula, » leu citata eri asta lodata da s. Francesco di Salcs.