Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/161


161

i6i A 3I0NNA ALESSA EC I. Del modo d arrivare alla perfezione, alla quale procara animarla; e prima come si debba amare Dio, e come le creature.

II. Della cella altuale e del cognoscimento di sè, cbe è la cella mentale; e perché a questo cognostimenlo si dete accoppiare il cognoscimento di Dio.

, III. Dell’ umiltà cbe da esso procede, e suoi effetti.

IV. Deir esercizio dell’ orazione.

V. L esorta finalmente al silenzio, a soggettarsi all’altre sorelle, e ad ordiuare il iempo spendendolo in diverse opere spirituali, J77», Al nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ilarissima figliuola in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de* servi di Jesù Cristo ec., indegna miserabile tua madre, desidero che tu gionga a quella perfezione che Dio t’ha eletta; parmi, che a volervi giognare, si convenga andare con modo e non senza modo; e senza modo e con modo si vuole fare ogni nostra operazione: senza modo si conviene amare Dio, e non ponarvi nell’amore nè modo, nè misura, nè regola, ma smisuratamente amare; ed a volere pervenire alia perfezione dell’amore, ti conviene ordinare la vita tua: il primo ordine sia di fuggire la conversazione d ogni creatura per conversazione se non secondo che richiede 1* atto della carità, ma amarne