Sig. Padre mio Carissimo
Non avendo l’altra volta potuto risponderle come desiderava,
voglio farlo adesso, per non defraudarmi di una soddisfazione
che mi dispiacque di non aver potuto proccurarmi. Il piacere che
suo figlio prova nel trattenersi con lei può esser compreso solamente
da un padre com’ella. La sua assenza che lascia un gran
vuoto nella mia vita ordinaria mi affliggerebbe sensibilmente,
e dopo qualche tempo mi riuscirebbe intollerabile, se non conoscessi
ciò, che la cagiona. Vedendo che essa ha per oggetto di
produrre dei veri, e sodi vantaggi per i nostri amatissimi simili,
che esiggono dal nostro cuore, e dalla nostra buona volontà i
più grandi sacrifizj, mi consolo di una cosa, che mi amareggerebbe,
mentre rifletto ancora che tutti quelli che hanno voluto
travagliare per il bene dello stato, o per farsi un nome, che viva
onorato, e caro nella memoria dei posteri, hanno dovuto far sacrifici
molto maggiori. L’interesse vivissimo che io prendo per tutto
ciò che riguarda il bene della sua persona non le può essere
ignoto. Io dubito se ella stessa ne abbia tanto per se medesima.
Ella conoscerà che io non esagero quando le dico, che ciò che
le avviene di dispiacevole, e che giunge a mia cognizione mi
rende inquietissimo, e mi turba grandissimamente.1 Sarei bene
afflitto se potessi sospettare che ella dubitasse della mia corrispondenza alla tenerezza, che ella ha per noi. Il solo ricordarmi
questo mio dovere è un rimprovero per me, mentre mi fa credere
di aver dato a luogo a qualche sospetto sopra questa materia
troppo gelosa. Ciò mi avverte però ad esser più cauto nell’avvenire.
La posso assicurare che i sentimenti che le ho espressi
sono communi a tutti i miei fratelli, in ispecie a quello che io
conosco più intimamente; nè infatti si può aspirare a divenir
saggio senza pensare in questa guisa. Essi m’impongono di salu[p. 16modifica]tarla da parte loro, e di baciarle la mano, ciò [sic] che io faccio in loro e in mio nome, pregandola a credermi immutabilmente