Elettra (Sofocle)/Secondo stasimo
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SECONDO CANTO INTORNO ALL’ARA
coro
Strofe I
Perché mirando i saggissimi augelli1 che in ciel si librano,
che si dàn cura di nutrire quelli ond’ebber vita,
ebber sostegno, in tutto ugualemente l’uom non l’imíta?
Ma no, pei folgori di Giove, no,
per la Dea Tèmide che in cielo dòmina,
la pena a lungo tardar non può.
Fama, che all’Ade rechi le notizie degli uomini, con lamentosi gridi
vedi tu che risuoni l’onta senza tripudio
giú sotterra agli Atrídi.
Antistrofe I
Ché le venture delle case loro nel morbo giacciono,
e la discordia delle due figliuole giammai non resta,
sí che vivere insiem possano. Sola dalla tempesta
percossa Elettra, del padre ognora
piange la sorte misera, flebile
come usignolo che sempre plora,
né cura ha della vita: quando alla Furia duplice2 inflitta abbia la pena
pronta è a fasciar la luce. Da qual padre ebbe origine cosí nobil vermena?
Strofe II
Figlia, niun degli onesti
brama che per ignobile
vita macchiata la sua fama resti.
Cosí tu pure, armandoti
contro i tristi, una vita hai di lagrime eletta.
Perciò, saggia, con duplice lode, ed ottima figlia sarai detta.
Antistrofe II
Per forza ed oro sia
che i tuoi nemici superi,
figlia, come essi or t’hanno in lor balía.
Però, che in sorte misera
ti ritrovo; ma d’ogni regola che germogli
piú eccelsa, per pietà verso i Celesti, il primo fior tu cogli.