Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) III.djvu/70


SECONDO CANTO INTORNO ALL’ARA


coro
Strofe I
Perché mirando i saggissimi augelli2 che in ciel si librano,
che si dàn cura di nutrire quelli ond’ebber vita,
ebber sostegno, in tutto ugualemente l’uom non l’imíta?
Ma no, pei folgori di Giove, no,
per la Dea Tèmide che in cielo dòmina,
la pena a lungo tardar non può.
Fama, che all’Ade rechi le notizie degli uomini, con lamentosi gridi
vedi tu che risuoni l’onta senza tripudio
giú sotterra agli Atrídi.

Antistrofe I
Ché le venture delle case loro nel morbo giacciono,
e la discordia delle due figliuole giammai non resta,
sí che vivere insiem possano. Sola dalla tempesta
percossa Elettra, del padre ognora
piange la sorte misera, flebile
come usignolo che sempre plora,