El libro dell'amore/Oratione VII/Capitolo XIII
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Infino qui sia decto della spetie del furore che da malattia procede; ma quella spetie di furore, la quale Dio c’ispira, inalza l’uomo sopra l’uomo e in Dio lo converte. El furore divino è una certa illustratione dell’anima rationale, per la quale Iddio l’anima, dalle cose superiori alle inferiori caduta, sanza dubio dalle inferiori alle superiori ritira.
La caduta dell’anima da uno principio dello universo infino a’ corpi passa per quattro gradi: per la mente, ragione, oppenione e natura; imperò che essendo nell’ordine delle cose sei gradi, de’ quali el sommo tiene essa unità divina, l’infimo tiene el corpo, e essendo quattro mezzi e quali narramo, è necessario qualunque dal primo cade insino all’ultimo per quattro mezzi cadere. Essa unità divina è termine di tutte le cose e misura, sanza confusione e sanza moltitudine. La mente angelica è una certa moltitudine di idee, ma è tale moltitudine che è stabile e eterna. La ragione dell’anima è moltitudine di notitie e d’argomenti, moltitudine dico mobile ma ordinata. L’oppenione, che è sotto la ragione, è una moltitudine d’immagini disordinate e mobili, ma è unita in una substanza e in uno punto, con ciò sia che l’anima, nella quale habita l’oppenione, sia una substantia la quale non occupa luogo alcuno. La natura, cioè la potenza del nutrire che è dell’anima, e ancora la complexione vitale, ha simili conditioni ma è pe’ punti del corpo diffusa. Ma el corpo è una moltitudine indeterminata di parti e d’accidenti, subiecta al movimento e divisa in substantie, momenti e puncti. L’anima nostra risguarda tutte queste cose, per queste descende, per queste sale. In quanto ella da essa unità principio dell’universo nasce, acquista una certa unità la quale unisce l’essentia sua, potentie e operationi, dalla quale e alla quale l’altre cose che sono nell’anima hanno tale rispecto, quale le linee del circulo hanno dal centro e al centro. E dico che quella unità non solamente unisce le parti dell’anima intra loro e con tutta l’anima, ma etiandio tutta l’anima unisce con quella unità, la quale è cagione dello universo. La medesima anima, in quanto riluce per razzo della mente divina, l’idee di tutte le cose per la mente con atto stabile contempra; in quanto ella si rivolta ad sé medesima, le ragioni universali delle cose considera, e da’ principii alle conclusioni argumentando discorre; in quanto ella risguarda e corpi, rivolge in sua oppenione le particulari forme e imagini delle cose mobili ricevute pe’ sensi; in quanto ella s’inclina alla materia, usa la natura per instrumento col quale muove la materia e formala, onde le generationi e augmenti e ancora e loro contrarii procedono. Voi vedete adunque che l’anima cade, da quella unità divina la quale è sopra l’eternità, alla eterna moltitudine, e dalla eternità al tempo, e dal tempo al luogo e alla materia. Dico ch’ella cade allora, quando ella si parte da quella purità con la quale ella è nata, abracciando troppo el corpo.