Dell’amore bestiale, com’è spetie di pazzia.
Ma domanderammi forse alcuno che utilità conferisca alla generatione humana questo amore socratico, per la qual sia di tante lode degno, e che danno arrechi l’amore contrario, io ve lo dirò repetendo da lungi questa materia. El nostro Platone diffinisce nel Phedro el furore essere alienatione di mente, e insegna due generationi d’alienatione, delle quale stima che l’una venga da infermità humana, l’altra da spiratione divina: la prima chiama stoltitia, la seconda furore divino. Per la malattia della stultitia l’uomo cade sotto la spetie dell’uomo, e di huomo quasi bestia diventa: due sono le generatione della stultitia, l’una nasce dal difecto del celabro, l’altra dal difecto del cuore. El cervello è occupato alcuna volta dalla collera adusta, alcuna volta dal sangue adusto, alcuna volta dalla nera feccia del sangue: di qui gli huomini pazzi diventano. Quegli che sono tormentati dalla collera adusta, benché non sieno da alcuno ingiuriati, acremente s’adirano, gridano forte, adventansi in qualunque si scontra in loro e manomettono sé e altri. Quegli che sono occupati dal sangue adusto trasandano molto nel ridere, sopra tutti si vantano, grande cose di sé promettono, con canti e balli festa fanno. Quegli che sono agravati dalla nera feccia del sangue malinconosi sempre stanno, e certi loro sogni si fingono, e quali in presentia gli spaventano e di futuro gli fanno temere. E queste tre spetie di stultitia dal difecto del cerebro procedono, perché quando quegli humori si ritengono nel cuore angoscia e viltà partoriscono, non proprio pazzia, ma generano propriamente la pazzia quando al capo salgono; e però si dicono quelle spetie di stultitia procedere per difecto di celebro. Ma per difecto di cuore diciamo propriamente venire quella stultitia, dalla quale sono coloro afflicti, e quali si veggono nell’amore perduti. A costoro s’attribuisce falsamente el sacratissimo nome dell’amore; ma perché non paia che vogliamo ristrignere el vocabulo comune usiamo in costoro ancora el nome d’amore.