Ecuba/Parodo
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Sempre sorretta dalle ancelle, Ecuba si avanza.
ecuba
Questa vecchia dinanzi alla tenda
conducete, o fanciulle, reggete
questa schiava, ora vostra compagna,
o Troiane, ed un tempo regina.
Prendete, portate, guidate,
sollevate il mio corpo, stringendo
la vecchia mia mano; ed al curvo
baston di tua mano reggendomi,
farò che piú svelto l’incesso
proceda del tardo mio pie’.
Si ferma sul davanti della scena.
O notte di tenebre, o folgore
di Giove, perché da terribili
notturne fantasime
son tanto agitata? Deh, Terra
venerabile, madre dei Sogni
alinegri, lontana stia quella
visione che in sogno m’apparve
intorno al figlio mio che vive al sicuro fra i Traci,
a Polissena diletta mia figlia: terribile essa era!
Sotterranei Numi, salvate
mio figlio, ch’è l’ancora sola
di mia casa, ed ora abita, all’ospite
paterno affidato,
nella Tracia coperta di neve.
Qualche cosa di nuovo accadrà.
E quelle che gemono avranno
motivo di gemiti: mai
non fu pel terrore
il cuor mio cosí pieno di brividi.
Dove piú vedrò l’anima d’Eleno
divino, o Troiane, o Cassandra
che i sogni mi spieghino?
Vid’io gaietta cerva sgozzata dai denti d’un lupo
dalle ginocchia mie strappata con furia crudele.
E questo ancor piú mi sgomenta.
Sulla vetta del tumulo apparve
il fantasma d’Achille; e chiedeva
che gli offrissero in dono qualcuna
delle misere donne di Troia.
Deh, lungi, deh, lungi dal capo
di mia figlia, vi supplico, o Dèmoni.
si sperda l’auspicio!