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ECUBA 197

Sotterranei Numi, salvate
mio figlio, ch’è l’ancora sola
di mia casa, ed ora abita, all’ospite
paterno affidato,
nella Tracia coperta di neve.
Qualche cosa di nuovo accadrà.
E quelle che gemono avranno
motivo di gemiti: mai
non fu pel terrore
il cuor mio cosí pieno di brividi.
Dove piú vedrò l’anima d’Eleno
divino, o Troiane, o Cassandra
che i sogni mi spieghino?

Vid’io gaietta cerva sgozzata dai denti d’un lupo
dalle ginocchia mie strappata con furia crudele.
E questo ancor piú mi sgomenta.
Sulla vetta del tumulo apparve
il fantasma d’Achille; e chiedeva
che gli offrissero in dono qualcuna
delle misere donne di Troia.
Deh, lungi, deh, lungi dal capo
di mia figlia, vi supplico, o Dèmoni.
si sperda l’auspicio!