Dottrina dello Schiavo di Bari/Dottrina dello Schiavo de Bari

Dottrina dello Schiavo de Bari

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Schiavo di Bari - Dottrina (XIII secolo)
Dottrina dello Schiavo de Bari
Notizia bibliografica

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DOTTRINA

DELLO

SCHIAVO DE BARI




          Al nome di Dio è buono incominciare
Tutte le cose che l’uom viene a fare:
Intendi, figlio, se vuoli imparare.
                              4Sapïenza.

          Senno e bontade e conoscenza:
A ciò ch’io dico aggi provvedenza;
Queste parole son tutte sentenza
                              8E veritade.

          Sia prode uomo e usa lialtade.
E quanto puoi ritratti alla bontade:
Ama l’onore della tua cittade
                              12E della terra.

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          Se puoi stare in pace, non far guerra
Ched ella fende e taglia più che serra:
Chi troppo la costuma, non disferra
16                              Senza danno.

          Li uomini per guerra si disfanno
E da battaglia non ne nasciaranno,
Amico mio, che Dio ti dia ’l buon anno
20                              E ’l buon mese.

          Non distruggiare male il tuo arnese:
Secondo che hai l’entrate, fa le spese:
A fare bene per Dio, sia cortese
24                              E conosciente.

          E quanto puoi sì gli sta ubbidiente,
E none dire villania niente:
Ciò ch’i’ ti dico sì ti stia a mente
28                              D’osservare.

          E credi a me, che ti potrà giovare:
Al giuoco della zara non giuocare:
E della moglie altrui non ti vantare,
32                              Ch’è gran follia.

          E non portar novella che sia ria:
A diciar mal d’altrui è villania:
Biasmare altrui a torto è gran follia,
36                              Nè buona usanza.

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          E guardati non correre a mischianza.
E non andare, dov’ài dubitanza;
Nè non fare villania nè soperchianza
40                              Al tuo minore.

          Al picciol uom comanda per amore,
E no li fare oltraggio nè disnore,
Che non sa’ quello che si porta in quore;
44                              E nello adastiare.

          Nè povaro, nè vecchio non gabbare,
Che non sai quello che ti può incontrare:
Che molte cose può l’uom comperare,
48                              Ma non ventura.

          Femmina e uomo di mala natura
Di gastisgare e battere non cura.
Poco dura l’uom che non ha misura,
52                              Ed è corrente

          A far le soperchianze spessamente.
Da chi non ama nè teme nïente,
Partiti da lui immantinente
56                              E sarai saggio

          Figlio, se se’ mandato per messaggio,
Servi l’amico tuo di buon coraggio:
Sia leale, e non far fellonaggio
60                              Per moneta.

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          E se t’è detta la cosa secreta,
Non l’andare dicendo; tiella queta:
Non consentir lo male, anzi lo vieta
64                              Se tu puoi.

          Guardati di non far quello ad altrui
Che tu non vuo’ ricevare da lui:
Chi diserve dïe guardare a cui
68                              E ’l perchè.

          Io ti consiglio, figlio, in buona fè,
Giovar ti puote, se tu credi a me;
Servi di buono cor chi serve te,
72                              E falli onore.

          E guarda, se non se’ buon dicitore,
Non esser troppo gran favellatore.
Figliuol, quanto puoi fuggi lo romore,
76                              E non vi stare.

          Che dalli savi dè l’uomo imparare,
E colli buoni amici consigliare:
E chi non sa la via dè dimandare
80                              Del buon cammino.

          E guardati non credare a ’ndivino,
Ch’elli sa poco, e tu sapresti mino.
Siccome vedi fare al buon vicino,
84                              Cosi appara.

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          Guardati dal giuoco della zara.
Ch’ella par dolce, e poi ritorna amara:
Chi troppo la costuma, o chi l’impara.
88                              Fa follia.

          Figliuol, se vuoli usare mercanzia,
Usala con lialtade e cortesia:
Al tuo compagno non far fellonia,
92                              Nè lo ingannare.

          Poi se viaggio tu volessi fare,
S’al primo colpo non puoi guadagnare,
Vanne con Dio e non ti sgomentare
96                              Al buon mercato.

          Va pur innanzi, quando se’ inviato:
Ch’i’ ho veduto, e questo s’è provato,
Uomo perdare, e poi s’è dirizzato
100                              A guadagnare.

          Quando l’uom cade, sì si diè ingegnare,
A tutta sua possanza, di levare;
E non si dè lassare assiderare,
104                              Nè finire:

          Ch’i’ ho veduto questo addivenire:
A pover uom gran ricchezza venire;
Ma lo cattivo uom non può salire,
108                              Nè rallegrare.

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Da questo buono essenpro de' imparare.
Tempo è da tacer, tempo è da parlare:
Savio è l'uomo che sa temporeggiare
                              Colle genti.

Guardati non usar con frodolenti,
E non istare colli maldicenti:
Partiti da loro, quando li senti,
                              Figliuolo mio.

Se hai figliuolo, e vedi che sia rio,
Non vi pònare speme, nè disio:
Sovra ogni cosa dei amare Iddio
                              E servire.

Pensa, figliuolo, che tu dei morire;
E questa è cosa che non può fallire,
Nè appellare si puote, nè fuggire
                              Questa sentenza.

Usa alla chiesa, e sta in penitenza,
Renditi in colpa d’ogni tua fallenza:
E non usar di vendare a credenza
                              Tue derrate:

Assai son quelli che n'han tolte e date
E ricevute di male temprate;
Poi vengono in palese le ghignate,
                              E di nascoso.

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Guardati di non essare adastioso,
Superbo, troppo scarso, nè invidioso:
Chi non ha forza, ed egli è rigoglioso,
                              Ha poco senno.

Tieni a mente quello ch’io t’insegno,
Non lo togliare a schifo, nè a disdegno:
Buona è la forza, migliore è lo 'ngegno,
                              Come io sento.

Non esser vago di far saramento,
Nè per danaro non far tradimento:
L’onor di questo mondo è il vestimento,
                              Al mio parere.

Con lialtà guadagna dell'avere;
E se 'l guadagni, sappil mantenere;
Che molte volte el ti potrà valere
                              E campare.

L’avere face l'uomo riguardare
E fallo ben servire et onorare,
Bene si può vestire e ben calzare
                              E stare ad agio.

Per denari si fa torre e palagio,
Scarlatti, verdi, nuvoli et albagio,
E chi non n'ha, si fa stare a disagio
                              La magione

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Or vi dirò che disse Salamone:
Se hai figliuol maschio per nulla stagione,
Or lo gastiga mentre ch’è garzone,
                              E pollo ad arte.

E s'elli è buono, tu li dai tal parte;
Che giammai da lui non ti diparte.
Queste parole son veraci carte
                              E profezia.

E non pigliar di notte lunga via;
Piglia per tempo buona albergaria:
E quando truovi buona compagnia,
                              Non la lasciare.

Con li ladroni guarda non usare,
Nè loro mercanzia non comperare,
Che danno ne potresti guadagnare
                              E disonore.

Non usare coll' uom ch'è traditore,
E non ti gareggiar con tuo maggiore.
Nè fare villania al tuo migliore,
                              E nol tradire.

A cui non servi, non li diservire:
A ciascun uomo ti fa ben volere.
Quando hai a far la cosa, non dormire,
                              E non tardare.

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Tempo è da vendar. tempo è da comprare:
Quando hai il tempo, saccilo pigliare:
Uom nighittoso non puote avanzare,
                              E sta mendico.

Intendi, figlio, quello ch'io ti dico:
Da poi ch'hai guadagnato un buono amico,
Quel sappi mantener; e col nemico
                              Non usare

E guarda quando vieni a favellare;
Pensa e ripensa a quel che vuoi parlare;
Che la parola non si può stornare,
                              Quando è ditta.

La ria parola va come sagitta,
E come pietra, quand'uomo la gitta:
Assai fiate fa maggior ferita
                              Che serpente.

Di picciola favilla certamente
N'esce ed avviene grande fuoco ardente:
Però, figliuol, non essere corrente
                              Accusatore.

Non esser gavarrier, nè vantatore,
Che tutta gente ti terrà peggiore
A puttana non dimostrare amore,
                              Né a meretrice.

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Femmina losingarda è traditrice.
Ch’ella non t'ama, siccom' ella dice:
Nè ghiotta non amar nè bevitrice,
                              Nè beffarda.

Femmina vana con tutti è bugiarda;
Non l'amar tu, e bene te ne guarda:
Lassala andare, che 'l mal fuoco l' arda.
                              Le ruffiane

Da casa le ti caccia come cane:
S'elle non fusser, non sarian puttane,
E spesso fanno l'altre che son vane
                              Folleggiare.

Femmina buona, quella è da amare,
E quella è da servire e da onorare:
A quella non però manifestare
                              Ogni tuo fatto.

D’andare alla taverna non sia ratto,
E non usare troppo a nullo patto;
Pagar si vuol lo vino poi ch'è tratto
                              E lograto.

A ber lo vin soperchio è gran peccato.
Che quando l'uomo e caldo e inebriato.
El cade insino in terra strabuzzato.
                              E non si sente:

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E dice villania all'altra gente:
Amico non riguarda, nè parente,
Di che dispiace a Dio fortemente
                              E alle persone;

Ed enne fatto beffe e dilegione,
Ed è chiamato ebriaco e ghiottone,
E non saprebbe dire sua ragione,
                              Nè favellare.

Figlio, quando tu odi ben parlare,
Odi e intendi e ascolta e non gridare,
E di saper rispondar dei pensare,
                              Se ti bisogna.

Al tuo vicin non elevar menzogna,
E non li fare danno, nè vergogna:
Tanto si gratta l’uom, che accatta rogna.
                              Assai fiate.

La gelosia per certo lasciate:
È rio mantello di verno e di state:
Quel che non volete, non procacciate
                              Di trovare.

Se hai figliuola grande a maritare,
Se tu non se' agiato e puo'lo fare,
Dàlle marito, e troppo non tardare,
                              Nè la tenere.

[p. 22 modifica]Per lei non consumar lo tuo podere;
Dàlle quello che tu puoi sostenere,
Sta con li tuoi, così farai savere,
                              E ponci cura.

Uomo che vuol volar contra natura,
E vuol per forza montare in altura,
Se non v'aggiugne, e' cade in terra dura,
                              E si disface:

Lo pensier li divien tutto fallace.
Figlio, quand'odi quel che non ti piace,
E non puote essar altro, datti pace,
                              Ch'è 'l migliore;

Ch'i' ho veduto 'l buon sofferitore,
Per umiltade essare vincitore,
E per superbia essare perditore
                              D'ogni prova.

Quale uomo sede bene, non si muova;
Chi va carendo il male, assai ne trova:
Chi lascia la via vecchia per la nuova,
                              Fa follezza.

Bella cosa mi par la gentilezza,
E la cortesia e la nettezza:
A quelle cose che l'uomo s'avvezza.
                              Sì si mantiene.

[p. 23 modifica]

Lascia stare il male e appara il bene,
E non far quello che non si conviene,
E non rispondar, se non t’appartiene.
                              Disse Cato;

Va a consiglio, laddove se' avvocato,
E non ci andare, se non se' chiamato;
E non andare in pelago, lodato,
                              A pescare.

Guardati in fiume torbo non entrare,
Se tu non vedi in prima altrui passare:
Se vuoli far la cosa, dei pensare
                              Per ragione

Ogni cosa vuol tempo e stagione:
Per gara si distrugge la magione:
Non batter tua moglier senza ragione,
                              E nolle dare:

Nè a torto non l'accagionare,
Che ria la faresti diventare.
Anco, figliuolo, voglioti pregare
                              Per amore:

Che ami lo tuo padre di buon cuore,
E sì gli sta ubbidiente e servitore.
Ed alla madre tua sempre fa onore
                              Quanto sai.

[p. 24 modifica]

E del bene e del mal che lor farai,
Da Jesu Cristo merito n'avrai,
E dalli tuoi figliuoli ne sarai
                              Meritato.

Compiuto omai egli è questo dittato:
Abbia, quei che fece esto trattato,
In questo mondo da Dio buono stato,
                              E sì nell'altro. Amen.








FINE.