<dc:title> L'ingegnoso idalgo don Chisciotte della Mancia Volume primo </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Miguel de Cervantes</dc:creator><dc:date>1605</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Don_Chisciotte_della_Mancia/Sonetti_ed_epitaffi&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20240103102646</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Don_Chisciotte_della_Mancia/Sonetti_ed_epitaffi&oldid=-20240103102646
L'ingegnoso idalgo don Chisciotte della Mancia Volume primo - Sonetti ed epitaffi Miguel de CervantesBartolommeo GambaDon Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu
[p. 580modifica]Le prime parole che si leggevano nelle pergamene trovate nella cassetta di piombo erano le seguenti:
GLI ACCADEMICI DELL'ARGAMASSIGLIA, PAESE DELLA MANCIA,
IN VITA E IN MORTE
DEL VALOROSO DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA
HOC SCRIPSERUNT.
IL MONICONGO, ACCADEMICO DELL'ARGAMASSIGLIA,
SULLA SEPOLTURA DI DON CHISCIOTTE.
SONETTO.
L'Arcitonate, che di spoglie ornata
La Mancia fe’ più che Giasone Creta:
Il gran senno, che giunse a eccelsa meta
Dovunque terra e cielo si dilata;
Del braccio il nerbo, la cui fama è stata
Celebre dal Catai fino a Gaëta;
La più terribil musa è più faceta,
Che fosse a scolpir versi in bronzo usata:
Colui che dietro si lasciò Amadigi,
Che a Galoor poco discosto giacque
Da sua bravura e dall'amor condotto;
Colui che scordar fece i Belianigi,
E a cui su Ronzinante errar già piacque,
A questa fredda lapida sta sotto.
DEL PANIGUADO, ACCADEMICO DELL'ARGAMASSIGLIA,
IN LAUDEM DULCINEÆ DEL TOBOSO.
SONETTO.
Questa, che miri con guance pienotte,
Con sen ricolmo e in atto sì gioioso,
È Dulcinea reina del Toboso,
Di cui fu innamorato il gran Chisciotte.
Cento scòrse per lei boscaglie e grotte
Della gran Sierra Negra, e del famoso
Montiel d’Aranguez fino al piano erboso,
Onde n’ebbe talor le piante rotte,
Colpa di Ronzinante. Oh dura stella,
Che di Mancia la dama, e quest’invito
Pro’ cavalier n’hai tolto in sì verd’anni!
Ella cessò, morendo, d’esser bella,
Ed ei d’Amor, come ne’ marmi è scritto,
Male scansar poteo l’ire e gl’inganni.
DEL CAPRICCIO, DICRETISSIMO ACCADEMICO DELL'ARGAMASSIGLIA
IN LODE DI RONZINANTE
CAVALLO DI DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA.
SONETTO.
Sovra il superbo trono adamantino,
Che con piede di sangue calca Marte
Della Mancia l’eroe l’insegne ha sparte
Del tuo vessil con sforzo peregrino.
Quivi l’usbergo appende e il brando fino,
Con cui fere, sconquassa, frange, parte:
Nuove prodezze: ond’è, che d’uopo ha l’arte
Di nuovo stile a ornar tal paladino.
Se del grande Amadigi è Gaula altera,
Per la cui forte stirpe in pugne cento
Trionfò Grecia e alzò sì chiaro il grido,
Oggi nel tempio, ove Bellona impera,
Chisciotte ha un serto, e va per lui contento,
Più che la Grecia o Gaula, il suo bel nido.
Di lui qual gente tacerà, qual lido?
Fin Ronzinante suo fu sì gagliardo,
Che Brigliadoro superò e Baiardo.
DEL BURLATORE, ACCADEMICO ARGAMASSIGLIERE
A SANCIO PANZA.
SONETTO.
Sancio Panza è costui (strano portento!)
Grande in valor, picciol di corpo e corto,
Il più ingenuo scudiero, e il meno accorto,
Che avesse il mondo: il giuro e non men pento.
Dulcinea qui sta tranquilla,
Che di carne ancorchè onusta,
Morte barbara ed ingiusta
Al fin colse e incenerilla.
Sua prosapia illustre brilla;
Dama apparve nel sembiante;
Di Chisciotte fu l’amante,
E l’onor della sua villa.
Furono questi i versi che si poterono leggere; gli altri vennero affidati ad un accademico affinchè li spiegasse per conghiettura, perchè tutte le lettere erano rosicchiate dal tarlo. Si vuole che vi sia riuscito, ma a prezzo di molte vigilie e di grande diligenza, e
che abbia in animo di mandarli alla luce. Se si avvererà la terza peregrinazione di don Chisciotte