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Yacht: (liburnica, navis praedatoria, della stessa radice da cui il tedesco jagen = cacciare) parola inglese, divenuta comune ne’ vari linguaggi: i francesi accogliendo tale parola, la pronunciano conforme all’indole della loro lingua, yak. Noi iac o iot all’inglese, un po’ come viene. Un dizionario moderno registra un jachetto, parola che rivela la buona intenzione del lessicografo di fare italiana la voce straniera, ma che non è dell’uso. Yacht è la nave signorile da diporto, a vela o a vapore. Per yachts si intendono altresì gli eleganti, perfetti, rapidi piroscafi d’uso privato, lusso da sovrani di corona o di bilioni. Il bucintoro ora uno yacht sovrano, ma Napoleone distrusse uso del nome e cosa. Panfilio o panfano sono pur ricordate come voci antiche di navi da diporto: voci morte. Usate pure da noi sono le due voci derivate, Yachtsman e Yachtswoman = signore e signora che posseggono o si dilettano delle corse e del viaggiare nel yacht. Yachting, il complesso delle norme, delle abitudini, di ciò che conviene a questo esercizio signorile sul mare. Genere di sport. Il padre Guglielmotti (op. cit.), autorevolissimo in fatto di lingua e di cose marinaresche, così ne ragiona con nobile quanto inutile sdegno: «Voce straniera, scritta da altri Jacht, e dagli Inglesi pronunciata Iot. Naviglio di piacere. Questa ghiottoneria, giunta al paese del Si sonante, ha prodotto tale effetto nel gregge pellegrino, quale già produsse tra compagni d’Ulisse l’erba circea. Tutti i masticatori dell’erbaccia dimenticarono patria e famiglia, e divennero animali immondi. Abbiamo avuta in Italia, dalla più remota antichità, sino agli ultimi tempi, navigli di questo genere sul mare, sui laghi, e sui fiumi, a Venezia, a Roma, a Messina, a Ferrara, coi nomi nostrani. Perciò fatta più e più lungi l’erba dal becco, ripeto che la voce onorata di casa nostra è Panfilio».

Yachting: nome inglese, accolto nel francese moderno, per indicare lo sport navale (V. Yacht).

Yachtsman e Yachtswoman: V. Yacht.

Yacting coat: V. Vestito, in fine.

Yankee: una persona nata e vissuta nella Nuova Inghilterra (che tale è il nome significativo dato agli Stati Uniti), viene talvolta dagli inglesi sopranominata Yankee (pr. jäanchi): al qual vocabolo insieme ad una certa familiarità e benevolenza, è congiunta non so qual tinta di ironia per i gagliardi e non molto raffinati cugini d’oltre oceano. La parola yankee è comune in Europa. Yankee pare una corruzione della parola francese anglais, fatta dagli indiani del Canadà: questa almeno è la spiegazione più accettata. Tale voce era in uso a Boston sino dal 1765.

Yard: con forma italiana, jarda, misura fondamentale di lunghezza presso gli inglesi i quali, come è noto, non hanno accettato il sistema metrico decimale. La jurda è pari a m. 0,914.

Yarn Bundling Press: locuzione inglese, che non esce dal linguaggio dei tessitori: vale torchio per pacchi. È una macchina che serve a comprimere e legare fra due [p. 564 modifica]cartoncini le matasse che occorrono per formare un pacco di filato, di dato peso e dimensioni.

Yatagan: sciabola in uso presso i turchi e gli arabi. Yatagan è scrittura francese, da noi comunemente accolta pei nomi orientali.

Yen: nome di moneta giapponese, del valore di circa lire due e cinquanta.

Yeomanry: in Inghilterra, ceto di proprietari che vengono dopo la borghesia (gentry). | Specie di guardia civica o nazionale.

Yersin (bacillo di): riscontrato copioso nei bubboni degli appestati e considerato come agente patogeno della peste.

Yole: voce inglese (V. Jolla).

Yorick: nome del buffone o uomo di corte danese, di cui Amleto scopre il teschio, e che ad Amleto porge argomento di mirabili pensieri (Shakespeare, Amleto). Yorick fu sopranome, eletto dell’umorista inglese Lorenzo Sterne, e Yorick figlio di Yorick, si denominò un giornalista toscano (avv. P. C. Ferrigni), che per gli italiani aveva nome di umorista (V. Humour).