Disegni di vita
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IX
DISEGNI DI VITA
Piú non temer. Nel Dio
presente alla tua fede
giurerò fede anch’io.
E il breve nido e l’aria
5della terrena sede,
colomba solitaria,
dividerai con me.
L’ultime fosche impronte
tu con la man tua bianca
10sgombera a me dai fronte.
Dammi tu, donna, il riso
se alle mie labbra manca;
tu dammi il paradiso,
se nel mio cor non è.
15Dolcissima, profonda
io sento un’armonia
a noi venir dall’onda,
piover su noi dal cielo.
Deh! la pupilla mia
20ombrami tu col velo
del tuo virgineo crin.
Sotto quel vel sospiro
a’ giorni miei lontani;
fuor da quel velo io miro
25piagge ridenti e belle;
sui torbidi oceani
veggo spuntar le stelle,
veggo il mio porto alfin.
Simili a due viole
30in siepe occulta e bruna,
mentre l’aurora e il sole
io sognerò cantando,
tu, della curva luna
fisa nel raggio blando,
35mi parlerai d’amor.
E manderem, noi, corde
compagne in due liuti
cui la fuggevo! morde
ala di picciol vento,
40armonici saluti
ai fior del firmamento
e della terra ai fior.
Schiavi e regnanti insieme,
nei verecondi asili
45la nostra dolce speme
nasconderem: serena,
come i sereni aprili
che il lieto Amor rimena
in viso alla beltá!
50E sonerá confusa
la mia con la tua voce,
e a me sarai tu musa,
io sacerdote ed ara:
né il secolo feroce
55i nostri riti, o cara,
contaminar potrá.
E poi... si muor. Nell’urna
è talamo di pace.
La molle aura notturna
60passa sull’erbe e canta;
d’Endimion la face
di bianchi raggi ammanta
quel talamo fedel.
E, se dell’ombre il regno
65non dee serbar che Tossa,
e asii piú aperto e degno
ai vani spirti è dato,
dalla funerea fossa,
l’uno dell’altro a lato,
70noi voleremo in ciel.
Apritevi, o leggère
aure dell’infinito!
Inviolate sfere,
dolce è venirvi in grembo;
75purché in quest’altro lito,
senza procella o nembo,
ci sia concesso amar.
Serba per te, o Signore,
la gloria e la possanza.
80A noi consenti amore
lieto, profondo e pieno,
o nell’oscura stanza
della gran Madre in seno
lasciaci riposar.