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E poi... si muor. Nell’urna
è talamo di pace.
La molle aura notturna
60passa sull’erbe e canta;
d’Endimion la face
di bianchi raggi ammanta
quel talamo fedel.
E, se dell’ombre il regno
65non dee serbar che Tossa,
e asii piú aperto e degno
ai vani spirti è dato,
dalla funerea fossa,
l’uno dell’altro a lato,
70noi voleremo in ciel.
Apritevi, o leggère
aure dell’infinito!
Inviolate sfere,
dolce è venirvi in grembo;
75purché in quest’altro lito,
senza procella o nembo,
ci sia concesso amar.
Serba per te, o Signore,
la gloria e la possanza.
80A noi consenti amore
lieto, profondo e pieno,
o nell’oscura stanza
della gran Madre in seno
lasciaci riposar.