Dinamite/Notte
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NOTTE (Sintesi)
Un tonfo, un grido,
ritmo di corsa.
. . . . . .
Il silenzio ritorna, profondo, immenso,
come prima.
Eco di passi precipitati,
mozze parole.
imprecazioni, comandi, bestemmie triviali
. . . . . .
Il mistero, la notte non lo svela.
Fiochi richiami di donne,
d’imbellettate baldracche,
offerte di baci, e d’alcova,
prezzi d’amore.
Il CORPO è schiavo del DENARO.
. . . . . .
Nulla, nulla rimane.
La notte è muta come tomba.
Colpi secchi di rivoltella.
Rumor di bastoni sul selciato.
. . . . . .
Il corpo dell’operaio giace.
Italia, Italia, per te e per la patria
gridando ed osannando,
briachi di odio - di vino
si dileguano i sicari della borghesia.
I patriottardi ricostruttori
d’immensi cimiteri proletari.
La notte avvolge il morente
come vellutato sudario.
L’avvolge
e nel suo seno raccoglie
alla vita l’ultima bestemmia
agl’assassini l’ultimo insulto
di speranza l’ultima parola.