Delle funzioni riproduttive negli animali/5

5. Ermafroditi

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§ 5. Ermafroditi.

Gli individui che portano riuniti gli organi maschili e femminili, si chiamano, conte già abbiam detto, [p. 22 modifica]ermafroditi od androgini. Sebbene questi casi occorrano comunemente e per legge normale nelle classi inferiori, pure le osservazioni accurate de’ moderni ne hanno ristretto il numero, dimostrando in molti animali dianzi giudicati ermafroditi, la completa separazione de’ sessi. Recentemente un distinto naturalista danese, il sig. Steenstrup, trascorse ad un altro eccesso, negando perfino la realtà dell’ermafrodismo in natura; appoggiandosi particolarmente sulle molte cause di errore che possono illudere i naturalisti intorno alla precisa determinazione de’ sessi e su false premesse di teoria. Questo sforzo d’ingegno non ottenne però il risultato che si era proposto. Esistono in natura veri e reali ermafroditi, presentanti nel medesimo tempo non solamente gli organi de’ due sessi, ma i prodotti caratteristici di entrambi.

Grandissima corrispondenza esiste fra le parti sessuali del maschio e quelle della femmina, in modo da rappresentarsi reciprocamente1. Le une e le altre provengono dai medesimi organi rudimentali dell’embrione, i quali si sviluppano in un modo o nell’altro, secondo che, per cause finora ignote, si deve più tardi pronunciare il sesso. Negli insetti si è persino osservato qualche volta lo sviluppo abnorme di organi femminili da un lato, di maschili dall’altro; e pretendesi che il medesimo caso, sebbene assai più raramente, sia occorso in individui delle classi de’ crostacei e de’ pesci. In questo ermafrodismo laterale si è anche notato che le parti femminili sono ordinariamente a sinistra; la qual circostanza è in rapporto collo sviluppo normale ed esclusivo dell’ovario sinistro negli uccelli. Giammai però in questi casi entrambi gli [p. 23 modifica]apparati sessuali sono capaci delle rispettive funzioni; sovente anzi vi ha sterilità completa d’ambe le parti.

Mancano esempj ben avverati di ermafrodismo di qualunque specie ne’ mammiferi, negli uccelli, ne’ rettili. Ciò che si è potuto riferire a questo riguardo, dipende da false interpretazioni e da puri cambiamenti di forma o disposizione delle parti dell’uno o dell’altro apparato sessuale. Recentemente il signor Jacobson assicurò aver trovato piuttosto di frequente in rospi, presentanti i caratteri esteriori de’ maschi, un ovario col suo ovidutto, talvolta rudimentale soltanto, ma in altri casi perfettamente sviluppato, e posto al disopra de’ testicoli, fra questi e le appendici pinguedinose. Questa osservazione merita di esser confermata da ulteriori ricerche. I veri casi normali di ermafrodismo non si riscontrano che negli animali delle classi inferiori, particolarmente ne’ molluschi e ne’ polipi; e sembra che la natura abbia voluto supplire in tal modo alla loro troppo scarsa o nulla facoltà locomotiva che renderebbe impossibile o per lo meno assai difficile il ravvicinamento di due individui e le nozze consecutive.

Si devono ulteriormente distinguere gli ermafroditi in due categorie. In alcuni casi ogni individuo basta a sè stesso; produce ed emette nel medesimo tempo uova e seme, e provvede così anche isolatamente alla propagazione della propria specie. Di questi ermafroditi autogami abbiamo numerosi esempj nella divisione de’ raggiati di Cuvier, come nelle ascidie ed in molti polipi che vivono fissati in perpetuità sugli scogli del mare.

Negli altri ermafroditi, che diremo eterogami, un individuo solo non vale a produrre le uova e fecondarle contemporaneamente col proprio seme: fa d’uopo che si accoppii ad un altro individuo della sua specie. Alcuni anellidi, come le sanguisughe ed i lombrici e la maggior parte de’ molluschi sono in questo caso: e qui ricorre [p. 24 modifica]subito alla nostra mente l’esempio volgarissimo delle lumache comuni che si vedono frequentemente in primavera accoppiate ne’ nostri giardini, in modo che l’organo maschile di un individuo sia introdotto nell’orifizio femmineo dell’altro e viceversa. Si è ammesso anzi per lungo tempo che in questo atto ogni individuo fosse nel medesimo tempo fecondato e fecondatore: ma una più accurata indagine ha dimostrato invece che da tale accoppiamento un solo individuo rimane fecondato. Tutto induce a credere che in questi animali le funzioni di maschio e di femmina siano alternanti.

Convien fare negli ermafroditi di questa categoria un’ulteriore distinzione anatomica. In alcuni, come nelle sanguisughe, gli organi sessuali sono affatto distinti e non si riuniscono che in vicinanza del loro sbocco: in altri, come ne’ molluschi, una stessa glandula secerne i materiali dell’uovo e del seme; e questa glandula prende allora l’appellativo di ermafroditica. Nella lumaca comune e ne’ generi affini, il follicolo del seme è contenuto entro Fig. 11. Glandula ermafroditica di lumaca comune2.Fig. 12. Glandula ermafroditica di Rhodope3 [p. 25 modifica]quello delle uova, come un dito in un guanto, sebbene ciascuno sia poi provveduto di un condotto escretore particolare; in altri casi invece; una medesima glandula fatta a grappolo porta acini distinti, femminili e maschili (fig. 11 e 12).

Note

  1. Non solamente il testicolo corrisponde all’ovario, il canale deferente all’ovidutto; ma l’apparato maschile de’ mammiferi possiede anche un vero utero rudimentale nella vescicola prostatica. Il Prof. E. E. Weber di Lipsia fece pel primo questa osservazione nel castoro; Huschke la confermò nei lepri.
  2. A. La glandula a Ovidutto. — b Canal deferente.
    B. Un follicolo della glandula ingrandito al microscopio. — a Uova a diversi gradi di sviluppo. — b Spermatozoidi e cellule che li producono. (Meckel. — Müller. Archiv. 1844).
  3. a Acini femminili. — b Acini maschili. (Kölliker. — Giornale dell’Istituto lombardo, T. 16).