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apparati sessuali sono capaci delle rispettive funzioni; sovente anzi vi ha sterilità completa d’ambe le parti.

Mancano esempj ben avverati di ermafrodismo di qualunque specie ne’ mammiferi, negli uccelli, ne’ rettili. Ciò che si è potuto riferire a questo riguardo, dipende da false interpretazioni e da puri cambiamenti di forma o disposizione delle parti dell’uno o dell’altro apparato sessuale. Recentemente il signor Jacobson assicurò aver trovato piuttosto di frequente in rospi, presentanti i caratteri esteriori de’ maschi, un ovario col suo ovidutto, talvolta rudimentale soltanto, ma in altri casi perfettamente sviluppato, e posto al disopra de’ testicoli, fra questi e le appendici pinguedinose. Questa osservazione merita di esser confermata da ulteriori ricerche. I veri casi normali di ermafrodismo non si riscontrano che negli animali delle classi inferiori, particolarmente ne’ molluschi e ne’ polipi; e sembra che la natura abbia voluto supplire in tal modo alla loro troppo scarsa o nulla facoltà locomotiva che renderebbe impossibile o per lo meno assai difficile il ravvicinamento di due individui e le nozze consecutive.

Si devono ulteriormente distinguere gli ermafroditi in due categorie. In alcuni casi ogni individuo basta a sè stesso; produce ed emette nel medesimo tempo uova e seme, e provvede così anche isolatamente alla propagazione della propria specie. Di questi ermafroditi autogami abbiamo numerosi esempj nella divisione de’ raggiati di Cuvier, come nelle ascidie ed in molti polipi che vivono fissati in perpetuità sugli scogli del mare.

Negli altri ermafroditi, che diremo eterogami, un individuo solo non vale a produrre le uova e fecondarle contemporaneamente col proprio seme: fa d’uopo che si accoppii ad un altro individuo della sua specie. Alcuni anellidi, come le sanguisughe ed i lombrici e la maggior parte de’ molluschi sono in questo caso: e qui ricorre