Della congiura di Catilina/XV
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Traduzione dal latino di Vittorio Alfieri (1798)
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Catilina, fin dall’adolescenza di molti nefandi stupri colpevole, viziata ebbe una nobil vergine, una Vestale; ed altri simili delitti, commesso contro le umane e divine leggi. Innamoratosi egli poi d’una Aurelia Orestilla, (di cui, tranne la beltà, nulla erane lodato dai buoni) temendo costei del figlio di Catilina già adulto, mal si arrendeva ella a sposarlo. Onde per certo si crede, che Catilina stesso uccidesse il proprio figliuolo, così alle scellerate nozze la casa sgombrando. Quest’atrocità, a parer mio, principalmente lo spinse a vieppiù affrettar la congiura; non potendo d’allora in poi quell’animo contaminato, in odio agli Dei e agli uomini, nè giorno nè notte ritrovare mai pace; cotanto nell’irrequieta fantasia martellava il rimorso. Pallido quindi ed esangue costui, bieco gli occhi, or furioso movendosi, or lento, al contegno ed al volto insano mostravasi.