Della architettura della pittura e della statua/Della architettura/Libro settimo – Cap. XV

Libro settimo – Cap. XV

../Libro settimo – Cap. XIV ../Libro settimo – Cap. XVI IncludiIntestazione 17 novembre 2015 75% Da definire

Della architettura - Libro settimo – Cap. XIV Della architettura - Libro settimo – Cap. XVI
[p. 183 modifica]

De Colonnati con gli Architravi, et con gli Archi; di che sorte colonne si habbino a mettere nelle Basiliche, et che cornici, et dove si habbino a collocare; de la altezza, et larghezza de le finestre; de le loro ferrate, de le impalcature, et de le porte de le Basiliche, et de modi loro.

cap. xv.


A
Quelle cose, che noi imitiamo gli archi, bisogna che vi si mettino colonne quadrate, percioche se noi vi mettessimo colonne tonde, sarebbe il lavoro difettoso; conciosia che le teste de gli Archi non poserebbono sul sodo de la colonnata che vi è sotto: ma quanto il quadrato de la testa de lo arco eccederebbe il cerchio, che dentro a se si rinchiude, tanto poserebbe in vano. Per riparare a questo disordine i buoni Maestri antichi messono sopra i capitelli de le colonne un’altra cimasa quadrata grossa in alcun luogo per il quarto, et in alcun’altro per il quinto del diametro de la sua colonna; la larghezza di questa cimasa fu uguale con una ondetta alla maggior larghezza del capitello da capo. Gli aggetti sportarono tanto quanto la loro altezza, in questo modo le teste et li spigoli de gli archi hebbero sedili più espediti et più stabili. I colonnati con gli archi come quelli con gli architravi sono infra loro differenti, percioche alcuni se ne fanno radi, et alcuni spessi, et simili: ne gli spessi l’altezza del voto sarà tre larghezze et mezo de la sua apertura; ne’ radi sarà l’altezza sua per una larghezza et duoi terzi; ne’ meno radi la lunghezza sarà per due larghezze; ne’ più spessi la larghezza sarà il terzo de la altezza. Altrove habbiam detto che lo arco è una trave piegata: Darannosi adunque quelli ornamenti alli archi che si darebbono alli architravi secondo a che colonne si mettono sopra: oltra questo chi volesse che l’opera fusse ornatissima, metta sopra le cime di si fatti archi a filo architravi, fregi, et cornici, quali e’ conoscerà appartenersi a colonnati, se arrivassero a quella altezza. Ma essendo le Basiliche, alcune accerchiate di un sol portico, et alcune di duoi, sarà per tale conto il luogo de le cornici sopra le colonne, et sopra gli archi differente. Percioche in quelle, che sono accerchiate di un sol portico, prenderanno le cornici, divisa che tu harai l’altezza del tuo muro in nove parti, le cinque parti, o dividendola in sette, ne piglieranno le quattro: Ma in quelle, che hanno ad havere i portici doppii, si porranno le cornici al terzo de la altezza del muro almanco, ne punto più però, che a tre ottavi. Metterannosi ancora per leggiadria d’adornamento et per utilità sopra le prime cornici altre colonne, et massimo pilastri, che posino apunto sul centro del mezo di quelle di sotto. Et giova veramente assai; percioche mantenendo la gagliardia et la fortezza de li ossami, et accresciuta la maiestà de l’opera, si alleggerirà in gran parte il peso et la spesa del muro: Et sopra questo colonnato ancora si metteranno le loro cornici con i loro aggetti, secondo che ricerca la sorte del lavoro. Oltre a che ne le Basiliche che haranno duoi portici, si metteranno tre colonnati l’uno su l’altro da alto a basso, et ne le altre, due. Ma dove tu metterai tre colonnati, dividerai in due parti quello spatio che è da le prime colonne insino al tetto, et in quella divisione finischino le seconde cornici; infra il primo et il secondo corniciato serbavi il muro intero et adornalo di varie sorte di intonico, et di lavoro: et nel muro che è fra le seconde et le terze cornici, farai le finestre che ti servino a dare i lumi: et sarannosi le finestre ne le Basiliche, che corrispondino sopra i vani de colonnati, tutte ad un modo et corrispondenti l’una l’altra. La larghezza de le quali non sia più stretta che i tre quarti del vano che è infra colonna et colonna; ma se la loro altezza sarà per due de le sue larghezze, sarà commoda; et con il loro cardinale andranno al pari de la cima de le colonne, non però del capitello, se elle [p. 184 modifica]saranno quadrate; ma se le finestre saranno tonde, ti sarà lecito co l’arco loro andare sino quasi a sotto l’architrave, et più abasso piacendoti di diminuire l’arco, pur che gli archi non passino l’altezza de la colonna che gli sarà a canto. Mettasi sotto la finestra un davanzale con una cimasa goletta, et vuovoli faccinsi ne vani de le finestre le ferrate, ma non si serrino con tavole di gesso come quelle de Tempii: ma ben habbino con che possino prohibire a gli impetuosi venti, et alle tempeste l’entrare dentro, acciò non vi si senta molestia alcuna: da l’altra parte egli è di necessità che di continuo et liberamente possino respirare, accioche la polvere che per il passeggiare si lieva di terra, non nuoca a gli occhi et a polmoni. Et però mi piace grandemente che in questo luogo sieno alcune piastre di bronzo o di piombo, quasi dipinte (per dir cosi) con molti et spessi buchi, per i quali entri il lume et gli spiriti per il moto de l’aere si rinfreschino. Il tetto overo palco sarà certo molto honorato, se da lato di dentro si farà un cielo a un piano con riquadramenti d’asse ben commessi, et vi si intrametteranno con misure accommodate cerchi grandi mescolati con altri scompartimenti ad angoli, et se quelle riquadrature si distingueranno membro per membro con spetie di cornici, et massimo con gole, con vuovoli, con baccelletti, et con frondi intraposte l’una ne l’altra, et se si faranno gli spatii infra sfondato et sfondato, ornati d’un fregio a guisa di gemme con aggetti proportionati, infra i quali risplendino fiori celebrati o di branca orsina o d’altro, i piani de quali risplendino per i colori havuti da pittori con ingegno et con maiestà singulare. Plinio usava dire che lo oro si attaccava molto bene a legname con uno intriso, che si fà in questo modo: Mescolansi insieme meza libbra di Senopia Pontica, cioè Bolo, et libbre dieci di Ocria lucida, et libbre due di Melino Greco, et triti si tengono insieme per dodici dì. Il mastico illiquidito con olio di lino, et mescolato con Bolo de la Elba abbruciato bene, fà una colla, la quale non si distacca mai. La altezza de la porta nelle Basiliche si raporterà alle loggie: se da lato di fuori si aggiugnerà per spogliatoio un portico, sia alto, et largo quanto il portico di dentro. Il voto, et gli stipiti, et simili cose delle porte si faranno con le regole di quelle de Tempii, ma la Basilica non harà mai l’imposte di bronzo. Faccinsi adunque di legno di cipresso, di cedro, et simili, et adorninsi con bullettoni di bronzo, et acconcisi tutto un lavoro cosi fatto, che habbia del gagliardo, et de lo stabile, più tosto che del dilicato, o se pure e’ si ha da attendere a delicatezza, o maiestà, non vi mettere cose troppo minute, con le quali si và imitando la pittura; ma più tosto vi si intaglino bassi rilievi con non molto aggetto, che adornino il lavoro, et si difendino facilmente. Hanno ancora cominciato a fare le Basiliche tonde: in queste la altezza del ricetto del mezo è tanta quanta è la larghezza di tutta la Basilica. Ma il portico et i colonnati, et le porte, et le finestre si termineranno nel medesimo modo che quelle de le Basiliche quadrate. Et di queste sia detto a bastanza.