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184 della architettura

saranno quadrate; ma se le finestre saranno tonde, ti sarà lecito co l’arco loro andare sino quasi a sotto l’architrave, et più abasso piacendoti di diminuire l’arco, pur che gli archi non passino l’altezza de la colonna che gli sarà a canto. Mettasi sotto la finestra un davanzale con una cimasa goletta, et vuovoli faccinsi ne vani de le finestre le ferrate, ma non si serrino con tavole di gesso come quelle de Tempii: ma ben habbino con che possino prohibire a gli impetuosi venti, et alle tempeste l’entrare dentro, acciò non vi si senta molestia alcuna: da l’altra parte egli è di necessità che di continuo et liberamente possino respirare, accioche la polvere che per il passeggiare si lieva di terra, non nuoca a gli occhi et a polmoni. Et però mi piace grandemente che in questo luogo sieno alcune piastre di bronzo o di piombo, quasi dipinte (per dir cosi) con molti et spessi buchi, per i quali entri il lume et gli spiriti per il moto de l’aere si rinfreschino. Il tetto overo palco sarà certo molto honorato, se da lato di dentro si farà un cielo a un piano con riquadramenti d’asse ben commessi, et vi si intrametteranno con misure accommodate cerchi grandi mescolati con altri scompartimenti ad angoli, et se quelle riquadrature si distingueranno membro per membro con spetie di cornici, et massimo con gole, con vuovoli, con baccelletti, et con frondi intraposte l’una ne l’altra, et se si faranno gli spatii infra sfondato et sfondato, ornati d’un fregio a guisa di gemme con aggetti proportionati, infra i quali risplendino fiori celebrati o di branca orsina o d’altro, i piani de quali risplendino per i colori havuti da pittori con ingegno et con maiestà singulare. Plinio usava dire che lo oro si attaccava molto bene a legname con uno intriso, che si fà in questo modo: Mescolansi insieme meza libbra di Senopia Pontica, cioè Bolo, et libbre dieci di Ocria lucida, et libbre due di Melino Greco, et triti si tengono insieme per dodici dì. Il mastico illiquidito con olio di lino, et mescolato con Bolo de la Elba abbruciato bene, fà una colla, la quale non si distacca mai. La altezza de la porta nelle Basiliche si raporterà alle loggie: se da lato di fuori si aggiugnerà per spogliatoio un portico, sia alto, et largo quanto il portico di dentro. Il voto, et gli stipiti, et simili cose delle porte si faranno con le regole di quelle de Tempii, ma la Basilica non harà mai l’imposte di bronzo. Faccinsi adunque di legno di cipresso, di cedro, et simili, et adorninsi con bullettoni di bronzo, et acconcisi tutto un lavoro cosi fatto, che habbia del gagliardo, et de lo stabile, più tosto che del dilicato, o se pure e’ si ha da attendere a delicatezza, o maiestà, non vi mettere cose troppo minute, con le quali si và imitando la pittura; ma più tosto vi si intaglino bassi rilievi con non molto aggetto, che adornino il lavoro, et si difendino facilmente. Hanno ancora cominciato a fare le Basiliche tonde: in queste la altezza del ricetto del mezo è tanta quanta è la larghezza di tutta la Basilica. Ma il portico et i colonnati, et le porte, et le finestre si termineranno nel medesimo modo che quelle de le Basiliche quadrate. Et di queste sia detto a bastanza.

De segni posti per memoria de le gran cose fatte publicamente, et in esse espeditioni de le guerre, et nelle vittorie ancora, da Romeni et Greci.

cap. xvi.


I
O vengo ora a trattare de le cose, che si pongono per memoria et segno de le vittorie, et per diletto d’animo mi piace in questo luogo esser alquanto più piacevole, che io non sono stato in nessun altro luogo; mentre che tutto il parlar nostro si rivolterà circa le misure et circa i numeri: ma sarò quanto io potrò nel dire corto et breve. I nostri passati mentre che superati gli inimici cercavano con le forze et con le virtù loro di allargare i confini del loro

Im-