Del veltro allegorico di Dante/XXVI.

XXVI.

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XXV. XXVII.

[p. 46 modifica]XXVI. Non piú scevro il poeta dall’avere offeso i rettori di Firenze, volgeva intanto il piede pel Mugello nel Casentino; seguendo senza dubbio il suo generale Alessandro di Romena. Era questi cugino di Guido Salvatico, nipote di [p. 47 modifica] Guido-Guerra VII e signor di Bagno e di Montegranelli. Guido Salvatico con la contessa Caterina sua moglie accolsero l’Alighieri: dal quale si credono scritti per volere di lei quattro versi che gli si attribuiscono intorno ad un frate. Altri narrò che il conte Ruggieri di Dovadoia, figlio di Guido Salvatico, fosse stato amico del poeta: ma Ruggieri parteggiava pei neri ed era podestá di Firenze, quando Baschiera Tosinghi vi fece si poco frutto. A Ruggieri appartenevano le terre di San Benedetto in Alpe, ove Dante asserisce che avrebbe dovuto esservi ricetto per mille (Inf. XVI, 102), non monaci, come alcuno suppose, ma contadini pei quali avrebbe Ruggieri fabbricato un villaggio: il disegno non fu mandato ad effetto.

I bianchi, nell’ultimo sforzo fatto alla Lastra, erano si certi di riavere la patria, che a Dante non sembrò cominciato se non da quella sciagura il suo esilio, dopo i cinquanta mesi predettigli da Farinata nel decimo del VInferno’, ciò mostra che quel canto fu scritto dopo il giugno e luglio 1304. Bello quivi è il veder Farinata, per difetto di fede giacente nell’arca di fuoco insieme con Federigo II e col cardinale degli Ubaldini e con Cavalcante dei Cavalcanti, rizzarsi per rammentare alla patria che sol per lui ella fu salva (Inf. X, 93). Il lodar Farinata in tal modo era il mostrarsi ghibellino aperto agli occhi dei neri di Firenze: né tardò l’Alighieri di giorno in giorno a concepire odii piú gravi, datosi tutto alle amarezze della nuova sua setta. Il poema, che innanzi all’esilio sarebbe stato solamente scientifico e morale, divenne poscia ministro dei suoi sdegni e delle sue recenti massime ghibelline. Dal decimo fino al sedicesimo dell’Inferno., ei non obbliò il maligno ed ingrato e cieco popolo fiorentino (Inf. XV, 61-68), cui chiamava bestie di Fiesole (Inf. XV, 73). Inacerbito dall’infortunio e dall’ingiusto esilio, Dante aspreggiò sovente i suoi versi con siffatte invettive contro non pochi, dei quali era giusta cosa il tacere. La cortesia di Guido Salvatico non valse, perché il poeta si rimanesse dall’assegnare a Guido-Gueira VII infame luogo in inferno (Inf. XVI, 38). E ben potea l’Alighieri eleggere i colpevoli altrove, che nelle famiglie dei suoi piú [p. 48 modifica] cari: la tristizia del secolo bene di altri nomi eragli liberale che di quelli del padre di Guido dolcissimo, e di uno zio dell’ospitale Guido Salvatico.

Ma, in grazia della poesia cessi il rimprovero. Costretto il poeta, finiti che furono i primi ozi veronesi, a scrivere in atto dell’errare da cittá in cittá, quel che colpiva i suoi sensi ed egli ritraea nel poema; donde nacquero le veritá delle sue geografiche descrizioni, e la simiglianza delle sue dipinture ai costumi ch’egli osservava. Colui che addentro guardasse nella Commedia, vi apprenderebbe la storia dei viaggi di Dante: nella quale investigazione vuoisi considerare, che in mezzo alle fazioni le sole contrade ghibelline gli poteano conceder l’andata. Nondimeno alcuni signori, omesse le ire di parti, e simili al guelfo Guido Salvatico, non gli furono avari di ospitalitá. Rimembranze della gita dell’Alighieri nel Mugello ed in Casentino appresso i conti Guidi sembrano certamente le cose da lui toccate nei sei canti, che seguitano a quello di Farinata, cosi della buona Gualdrada e di Guido-Guerra VII, come della caduta del Montone a San Benedetto in Alpe (Inf. XVI, ioo) o del villaggio divisato da Ruggieri di Dovadola. Nella medesima foggia il poeta sparse in quei canti le memorie dei suoi ultimi viaggi di Lombardia; vuoi che narrasse i giuochi ed i premi della diletta Verona (Inf. XV, 122124); vuoi che facesse menzione delle Alpi di Chiarantana (Inf. XV, 9) e del corso dell’Adige (Inf. XII, 5) o della Brenta (Inf. XV, 7), non che della rovina di qua da Trento.