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commissari sopra gli affari della guerra, crebbero a dieciotto: e conchiusero in San Godenzo con Ugolino Ubaldini da Feliccione un solenne trattato, che ancor si legge quale fu scritto (giugno). Promisero, pena lire duemila, di ristorar lui e gli altri Ubaldini dei danni che avrebbero potuto patire a cagione della guerra fatta e da farsi nei loro castelli, massime in quello di MonteAccianico: gli averi dei promettitori esser pegno e rispondere per la pubblica utilitá di tal guerra. Mino di Radda, Bertino dei Pazzi, Guglielmo Ricasoli, Branca e Chele Scolari, tre dei Cerchi, otto Ubertini e Dante Alighieri; questi furono i commissari. Dante adunque, nell’adoprare contro Firenze, implorò il soccorso di Ugolino da Feliccione, cioè del fratello di quell’arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, al quale un giorno il poema dovea fruttar tanta infamia.


XXV. In tal guisa provvisto ai bisogni, novemila fanti e ottomila cavalli dei collegati mossero contro Firenze. Baschiera Tosinghi menava l’avantiguardia, e dovea ristare alla Lastra, due miglia lungi dalla cittá, per aspettarvi Tolosato degli Uberti coi pistoiesi (luglio 21). Ma impaziente di ogni dimora, cacciossi Baschiera nei borghi di Firenze: se avesse durato, l’avrebbe avuta. Era giá vinta l’impresa quando i suoi, trafelando pel caldo, voltarono il viso: invano sopragiunse Tolosato, invano tentò di ravvivare le file o di arrestare i fuggitivi non inseguiti da alcuno. Chiaritasi la rotta, i bolognesi e i romagnuoli non ultimi disertarono il campo: ed ecco in un subito gittata la fatica, e per l’intemperanza di brevissima ora perduto il frutto di guerra bene ordinata. I bianchi ritornarono chi a Bologna, chi a Pistoia; indi a poco perderono, e si disse di veleno, il buon pontefice Benedetto. Firenze, usando la sua fortuna, deliberò di opprimere Pistoia che rinchiudea Tolosato.

XXVI. Non piú scevro il poeta dall’avere offeso i rettori di Firenze, volgeva intanto il piede pel Mugello nel Casentino; seguendo senza dubbio il suo generale Alessandro di Romena. Era questi cugino di Guido Salvatico, nipote di