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cari: la tristizia del secolo bene di altri nomi eragli liberale che di quelli del padre di Guido dolcissimo, e di uno zio dell’ospitale Guido Salvatico.

Ma, in grazia della poesia cessi il rimprovero. Costretto il poeta, finiti che furono i primi ozi veronesi, a scrivere in atto dell’errare da cittá in cittá, quel che colpiva i suoi sensi ed egli ritraea nel poema; donde nacquero le veritá delle sue geografiche descrizioni, e la simiglianza delle sue dipinture ai costumi ch’egli osservava. Colui che addentro guardasse nella Commedia, vi apprenderebbe la storia dei viaggi di Dante: nella quale investigazione vuoisi considerare, che in mezzo alle fazioni le sole contrade ghibelline gli poteano conceder l’andata. Nondimeno alcuni signori, omesse le ire di parti, e simili al guelfo Guido Salvatico, non gli furono avari di ospitalitá. Rimembranze della gita dell’Alighieri nel Mugello ed in Casentino appresso i conti Guidi sembrano certamente le cose da lui toccate nei sei canti, che seguitano a quello di Farinata, cosi della buona Gualdrada e di Guido-Guerra VII, come della caduta del Montone a San Benedetto in Alpe (Inf. XVI, ioo) o del villaggio divisato da Ruggieri di Dovadola. Nella medesima foggia il poeta sparse in quei canti le memorie dei suoi ultimi viaggi di Lombardia; vuoi che narrasse i giuochi ed i premi della diletta Verona (Inf. XV, 122124); vuoi che facesse menzione delle Alpi di Chiarantana (Inf. XV, 9) e del corso dell’Adige (Inf. XII, 5) o della Brenta (Inf. XV, 7), non che della rovina di qua da Trento.

XXVII. Dal Casentino l’Alighieri passò in Romagna, nei principi a un bel circa del 1305. Quivi dalla morte di Bonifazio VIII Uguccione della Faggiola viveva intento ad ingrandire il suo dominio con pacifici acquisti nella contea di Bobbio, nella Massa Trabaria e nel Monte Feltro. Aspettando gli eventi, non tralasciava egli di avere arcani maneggi con messer Corso, e premeva in petto l’ambizione. La guerra era nel cuore dei signori della Romagna: pure non vi si udivano pubbliche armi, tranne quelle di Bernardino da Polenta contro Cesena ed Uberto