Degli edifizii/Libro sesto/Capo V
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Traduzione dal greco di Giuseppe Compagnoni (1828)
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CAPO V.
Cartagine detta Giustiniana, e Baga detta Teodoria.
Edifizii dall’Imperadore fatti in quelle due città.
Oltre Tripoli, e le Sirti procediamo alle rimanenti parti dell’Africa. Cominceremo da Cartagine, città colà fra tutte massima e nobilissima, premessa però una osservazione, ed è questa, che impadronitisi Gizarico e i Vandali dell’Africa, formarono un rovinoso pensiero, degno veramente di que’ barbari ch’essi erano. Riputando costoro che meglio avrebbero assicurati i loro fatti, se i luoghi forti fossero spogliati di mura, onde i Romani ricuperandoli, non trovassero in essi quel vantaggio, che naturalmente ne avrebbero potuto trarre, immantinente le rovesciarono tutte quante: e questa è pratica comune di quasi tutti i barbari, di pensare prontamente a quanto può essere pernicioso ai Romani, e di gagliardamente eseguirlo. Ma avendo risparmiate le mura di Cartagine, e alcune altre, aveano poi per incuria lasciato che col tempo si guastassero. Però Giustiniano Augusto, senza che alcuno gliel suggerisse, anzi mentre tutti paventavano l’impresa, e il solo Dio ispirandolo ed aiutandolo, mandato in Africa con esercito Belisario ruppe Gelimero e la potenza de’ Vandali, e molti di questi uccisi, ebbe prigionieri tutti gli altri, siccome nella Storia delle Guerre io narrai; e colà non solo rifece tutte le fortificazioni distrutte, ma ne aggiunse parecchie di nuovo.
E primieramente applicando il pensiero a Cartagine, che giustamente oggi viene chiamata Giustiniana, dopo averne ristaurate le mura qua e là rovinose, circondò la città di nuova fossa. Poi pose nel palazzo una chiesa dedicata alla Madre di Dio; e fuori del palazzo ne fabbricò un’altra a S. Prima, la quale è una delle sante del paese. Di più eresse un portico a ciascun lato del foro, che chiamano il marittimo; e bagni stupendi a vedersi, che dal nome della Imperadrice furono detti Teodoriani; e un monastero ancora detto il marittimo edificò dentro le mura presso il porto chiamato Mandracio, e lo fortificò a segno, che ne fece un castello inespugnabile.
Questi edifizii di Giustiniano possiede Cartagine nuova. Nella vicina provincia poi chiamata proconsolare, era Baga, città senza mura, tanto aperta ai barbari, che solamente anche passandovi presso potevano impadronirsene, senza bisogno di venire ad assalto. Giustiniano facendovi ottime fortificazioni, la rendè vera città, capace di conservar salvi i suoi abitanti. I quali tocchi da tanto benefizio in onore della Imperadrice la chiamano Teodoria. In quel tratto di paese Giustiniano fabbricò eziandio un castello, chiamato Tucca.