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degno veramente di que’ barbari ch’essi erano. Riputando costoro che meglio avrebbero assicurati i loro fatti, se i luoghi forti fossero spogliati di mura, onde i Romani ricuperandoli, non trovassero in essi quel vantaggio, che naturalmente ne avrebbero potuto trarre, immantinente le rovesciarono tutte quante: e questa è pratica comune di quasi tutti i barbari, di pensare prontamente a quanto può essere pernicioso ai Romani, e di gagliardamente eseguirlo. Ma avendo risparmiate le mura di Cartagine, e alcune altre, aveano poi per incuria lasciato che col tempo si guastassero. Però Giustiniano Augusto, senza che alcuno gliel suggerisse, anzi mentre tutti paventavano l’impresa, e il solo Dio ispirandolo ed aiutandolo, mandato in Africa con esercito Belisario ruppe Gelimero e la potenza de’ Vandali, e molti di questi uccisi, ebbe prigionieri tutti gli altri, siccome nella Storia delle Guerre io narrai; e colà non solo rifece tutte le fortificazioni distrutte, ma ne aggiunse parecchie di nuovo.
E primieramente applicando il pensiero a Cartagine, che giustamente oggi viene chiamata Giustiniana, dopo averne ristaurate le mura qua e là rovinose, circondò la città di nuova fossa. Poi pose nel palazzo una chiesa dedicata alla Madre di Dio; e fuori del palazzo ne fabbricò un’altra a S. Prima, la quale è una delle sante del paese. Di più eresse un portico a ciascun lato del foro, che chiamano il marittimo; e bagni stupendi a vedersi, che dal nome della Imperadrice furono detti Teodoriani; e un monastero ancora detto il marittimo edificò dentro le mura presso il porto chiamato Man-