Cronache savonesi dal 1500 al 1570/Uno tratato che ha fato li signori Adorni coli Alamani chi stano ala guardia de Saona 1513
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UNO TRATATO CHE HA FATO LI SIGNORI ADORNI COLI ALAMANI CHI STANO ALA GUARDIA DE SAONA 1513
Lano de 1513 la cita de Saona era governata da li segnori fregozi e alo governo de dita cita se era gonchino da Campo fregozo e Sebastiano de oria quali tenivano 200 / alamani a guardia de dita cita chi stavano ala porta de santo Ioane e avendo li signori adorni grande desiderio de avere la cita de Saona tratono con forza de dinari con li diti alamani chi mandando li signori adorni fantarie a la impresa de Saona che ge dariano la porta de Santo Ioane e fato lo acordio li adorni ne avisono bernardo da ganbarana1 quale se mise molti amici de adorni in caza a questo efeto che venendo li adorni con ezercito, che dito bernardo com li omini che avia in caza dovese andare a fornire e a aprire la porta belera acio che li adorni poteseno libera menti intrare in la cita e li adorni feceno massa de soldati a laltaro lontani 7 migia da Saona soto la custodia delo signore de sucare e di Ioane asao citadino de Saona e ali 17 de noembre li adorni mandono una litera in la villa de lavagnola a dirisata a mio padre leonardo abate per la quale lo avizavano como infra le 3 / 4 / ore di note seria in dita villa de lavagnola 1500 fanti per la impresa de la cita de Saona e che dito Leonardo dovese fare che dite fantarie trovaseno vitoalie per potese reficiare eciam che dovese metere la villa in arme per andare tuti insieme E quando leonardo abate ebe questa litera era circa 2 hore de note eleta che lebe la palezo a tuta la villa e lo dito leonardo se vide esere in grande periculo2 se delibero de portare questa litera alo gubernatore e preze seco 8 yoveni dela villa e ne venero ala porta de Santo Ioane e trovono sopra la muragia de la cita che se faceva le guardie e andrea recanino era capo de la squadra chi facca la guardia e lo fece domandare dicendoge che volia parlare alo gubernatore per cosa de importansa e lo andria caro yuzo da la muragia e fece aprire lo portelo e leonardo lui solo intro dentro e acompagnato da 10 / iovani insieme con lo suo capo ne andorno in santo Francesco dove habitava ganchino fregoso e sebastiano de oria governatori de la cita e fate le debite Reverencie lo dito Leonardo ge dete la litera in mano che ge avia mandato li Adorni e gli disse essere venuto da loro per fare quanto loro ge ordineriano e gli diseno che per sarvacione de la villa che dovesse tornare in la vila e fare quelo che diseva la litera con una jonta dicendose che dovese essere savio e più diseno a lo capo de guardia che dovesse prende 25 joveni e che acompagnasino lo dito Leonardo fino in Lavagnola e così fu fato e jonto Leonardo in Lavagnola prese seco 10 o 12 deli primati de la villa e ne andorno de casa in casa a restensando vitoalie per lo vito de li soldati chi doviano venire e tuti davano largamenti e tra le 4 e 5 hore di note a li 17 de novembre de 1513 ionse in Lavagnola lo zembo de zucare e Joane asatore3 con 1500 boni fanti la più parte balestreri a li quali gli fu dato vetoalie da senare abondantemente e tuti li amici de fregosi di Lavagnola per servacione de loro vita se tirono in casa de lo dito Leonardo abate che la sua casa era spachiosa perche gia se era tirato a stare dentro de Saona in fosa vera in una casa de batesto e gerardo borredone gia la masnata de dito Leonardo ge erano acasati e cenato che ebe li soldati ne andono a riposare e nel fare del lo jorno in ordenanza venero da lo borgo de santo Joane e quelli de la muragia tirono alquanti pesi de artelaria e fereno uno soldato de finaro e li soldati tirono con balestre e archibusi ala muragia dove amazono Zolam priano e li todeschi chi erano dentro volevano usire fora fingendo de volere conbatere per adinpire quelo che anci aviano tratato e lo gobernatore non li volse lasare uscire e visto lo zembo de zucare che lo tratato non havia auto efeto finse defare una ritirata e per le crose in gran freta ionsono a porta belera4 credendose di trovarghe bernardo gambarana con li uomini che teneva in casa però non contronono alcuno la causa si fu che li amici de Fregusi tuta la note tenero la casa de gambarana atorniata de citadini armati e visto questo lo zembo e Joane asatore con soi soldati marchio verso lataro e leonardo abate con bona diligencia ovio a li omini de villa che non venissero contro la cita
Esendo partito da Saona lo zembo da zucare e joane asatore con la sua fanteria e andato verso lataro lo vernardi che fu ali 18 de novembre de 1513 dico che lo jorno seguente che fu sabato a li 19 de novembre lo gobernatore de Saona che era ganechino da campo fregoso e sebastiano da oria mandorno a domandare Leonardo abate e lo interogono del modo che avia tenuto con li soldati de li adorni e lui ge dise quello aviano fato e per abreviare ge diseno m Leonardo voi aveti dato da senare a li adorni e domane che sara domenica noi vogiamo che date da disnare a li fregosi soe a 300 soldati et a so homini di capa e leonardo gli responde a li diti signori tuto quelo che io abio al mondo non vale tanto da fare questo disnare e loro diseno noi non vogiamo che tu lo faci del tuo volemo che faseti como aveti fato con li adorni e leonardo ge dise non sera alcuno me vogia obedire ne donare niente e loro disero noi te faremo una patente che fara che tuta la villa te donera obediencia e di per jonta ge feceno dita patente e lo dito Leonardo prese la patente e la porto a lo consilio di lavagnola lo quale con bona diligencia parono la vitoalia abondantemente per fare dito disnaro e a li 50 omini di capa e a lo governatore ge parono honorevolmente in la casa de m / nicolo gavoto e a li 300 soldati ge parono con sui deschi e banche da sedere in lo piano soto li ormi e venuto lora de lo disnaro lo gubernatore con li partezani ne introno in casa de Gavoto ivi furno bene serviti abondantemente e ordinatamenti e la Joventu de villa che erano eleti a portare in taula per li soldati in uno istante le taule furno fornite e se levo uno rumore tra li soldati e miseno ogni cosa a saco e tale avia da mangiare per 20 homini altri non aviano niente e Leonardo abate visto questo disordine se ne fugi in casa de gavoto dove lo gubernatore gli dise sta con meco e non andare più tra quele bestie e in uno istante li soldati sachegiono tute le vitoalie parate e più andono di casa in casa sachesando tutta la villa che ne portono più de 20 porchi crudi in presi sopra le alabarde e ronche e ferirono Joam segni homo de eta de 75 ani e essendo lo gobernatore a taula ge vene una spia quale ge fece intendere como in la villa de castodengo5 erano alquanti amici de adorni banditi e di presenti ge mando 25 partezani con alquanti soldati a prendeli pero uno juveno di Lavagnola che serviva in taula sentito quanto se era dito e in presia corendo per via reversa gli ando avisare e tuti scaporno via salvo Nicheroso bresano quale resto in casa ascuso dereto la tina e ionto li soldati e li partesani introno in casa e sercando tuta la casa trovono lo dito nicheroso bresano e lo presono e lo menorno da lo gubernatore il quale lo fece menare in Saona bene costodito pero lo tenero serti jorni poi fu relasato sensa dano alcuno e finito lo desinaro lo gubernatore con li partezani e leonardo abate inseme con loro ne venero a Saona e li todeschi e altri soldati ne venivano dereto tuti carichi de vitoalie che aviano robate a li vilani di lavagnola e questo fu fato lano de 1513 ali 20 de novembre in jorno de dominica e oltre li porchi che amasono e portono via tra le roba e galine e caponi e per abreviare portono via tuto quelo che poteseno robare che fu come ge fuseno stati dati a saco e la villa resto ruinata
- ↑ L’illustre e nobile famiglia Gambarana, ebbe origine in Savona da Filippo Gambarana venuto da Pavia ad abitarvi come Vicario sul principio del 1300. Diede essa i più chiari giureconsulti del Rinascimento, capitani e prelati (come dal Verz. e da note inedite del G.B. Pavese, di G. T. Belloro e del Garoni op. cit.).
Bernardo Gambarana, che vediamo di parte Adorna, era fratello a Raffaele e a Giacomo. Questi veniva mandato ambasciatore dai Savonesi a Luigi XII in Milano nel 1507 (v. Arch. Com. lib. mastro della contabilità dei Razion. 1507, XII Iunii). Il Raffaele fu a soldo del Duca di Milano come capitano di milizie, fu Vicario Generale di Gian Galeazzo e di Lodovico il Moro. Fu da esso mandato ambasciatore a diversi principi.
Non è nostro intendimento tessere la biografia di ciascun casato delle famiglie savonesi che si presentano nella cronaca del nostro A., il che ci porterebbe fuori del compito che ci siamo assunti con queste note. Solo daremo un breve cenno di alcune fra le più chiare per lustro e per l’azione loro sulle vicende del nostro Comune. - ↑ Risulta da ciò che il Torteroli (v. Torteroli, Storia del Comune di Savona, pag. 340, tip. Felice Rossi, 1849) non conobbe il ms. dell’Abate, poichè non avrebbe detto ignorarsi la causa per cui l’Abate palesò il tradimento al governatore. È esatto invece il Monti (v. Monti, op. cit. pag. 156) che indubbiamente conosceva il ms. del nostro A, come appare dal Monti stesso a pag. 392, dove appunto fa menzione di quanto scrive l’Abate medesimo.
- ↑ Il primo di questi due condottieri di parte Adorna che il nostro A. chiama lo Zembo, in altro manoscritto lo dice Signore di Zuccare, certamente Zuccarello. L’Asatore, il Verzellino lo fa da Savona (v. Verz. T. I. pag. 424). Forse uno fra i tanti piccoli condottieri al soldo di fazioni, che in que’ tempi deliziavano amici e nemici.
- ↑ Per chi è giovane diremo che porta Belaria o Villana esisteva ove a ponente ha sbocco l’attuale via Untoria, lo spazio ne è oggi in parte occupato da piazza Giulio II. Essa veniva eretta sul principio del 1300 come risulta da una epigrafe murata su di essa che ancora si leggeva nel secolo XIV, ce la tramanda il Verzellino.
1326 de Mense Augusti N. D. Io. Guarnerius de Castello potestas Civitatis Savone hoc opus fecit fieri. - ↑ Ancora attualmente questa villa, benchè passata in altri proprietari, conserva il nome di Castodenga, come molte altre ville de’ dintorni di Savona conservano il nome delle antiche famiglie cui appartenevano, famiglie che ora sono in gran parte estinte od emigrate altrove.
Nel 1590 vediamo un Giacomo Castodengo, di questa nobile famiglia savonese, che il Verz. (T. II, pag. 127) lo dice principale e celebre banchiere in Sicilia, nel cui tempo i tre magazzeni dell’isola, cioé Xecca, Girgenti e di Termini erano retti da savonesi. Questa antica e nobile famiglia si estinse nel 1636 (v. Verz. T. II, pag. 269).