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tra li soldati e miseno ogni cosa a saco e tale avia da mangiare per 20 homini altri non aviano niente e Leonardo abate visto questo disordine se ne fugi in casa de gavoto dove lo gubernatore gli dise sta con meco e non andare più tra quele bestie e in uno istante li soldati sachegiono tute le vitoalie parate e più andono di casa in casa sachesando tutta la villa che ne portono più de 20 porchi crudi in presi sopra le alabarde e ronche e ferirono Joam segni homo de eta de 75 ani e essendo lo gobernatore a taula ge vene una spia quale ge fece intendere como in la villa de castodengo1 erano alquanti amici de adorni banditi e di presenti ge mando 25 partezani con alquanti soldati a prendeli pero uno juveno di Lavagnola che serviva in taula sentito quanto se era dito e in presia corendo per via reversa gli ando avisare e tuti scaporno via salvo Nicheroso bresano quale resto in casa ascuso dereto la tina e ionto li soldati e li partesani introno in casa e sercando tuta la casa trovono lo dito nicheroso bresano e lo presono e lo menorno da lo gubernatore il quale lo fece menare in Saona bene costodito pero lo tenero serti jorni poi fu relasato sensa dano alcuno e finito lo desinaro lo gubernatore con li partezani e leonardo abate inseme con loro ne venero a Saona e li todeschi e altri soldati ne venivano dereto tuti carichi de vitoalie che aviano robate a li vilani di


  1. Ancora attualmente questa villa, benchè passata in altri proprietari, conserva il nome di Castodenga, come molte altre ville de’ dintorni di Savona conservano il nome delle antiche famiglie cui appartenevano, famiglie che ora sono in gran parte estinte od emigrate altrove.
    Nel 1590 vediamo un Giacomo Castodengo, di questa nobile famiglia savonese, che il Verz. (T. II, pag. 127) lo dice principale e celebre banchiere in Sicilia, nel cui tempo i tre magazzeni dell’isola, cioé Xecca, Girgenti e di Termini erano retti da savonesi. Questa antica e nobile famiglia si estinse nel 1636 (v. Verz. T. II, pag. 269).