Cronache savonesi dal 1500 al 1570/La elecione del sommo pontefice Papa Iulio secondo da la Rovere di Saona lano de 1503 de noembre
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LA ELECIONE DÈL SOMMO PONTIFICE PAPA IULIO SECONDO DA LA ROVERE DI SAONA LANO DE I503 DE NOEMBRE
L’ano de 1503 del meze de noembre1 fu creato sommo pontifice papa Iulio secondo da la rovere saoneze e venuta la nova in Saona de la sua lecione tuta la cita fece grande vitoria2 sia de campane e fochi e de artalaria e tra le altre cose ogni citadino piantavano uno erboro de rovere contro la sua caza il quale papa Iulio fece molti citadini de Saona richi3 fasendoli signori e gubernatori e capitani de cita e castele e tra li altri Ioanne Francesco Maria da la rovere perfetino lo fece duca de Urbino e più fece molti perlati soe cardinali e arcivesci e episcopi abati protonotari Il priore di Roma tuti citadini de Saona e piu ogni ano mandava una quantita de ducati ala comunita di Saona li quali se doveseno spendere in la fabrica de lo molo de lo porto de Saona E li saonezi per insegna dove se principio a spendere li denari su lo molo ge feceno metere due grande arme de marmoro bianco4 con le insegne de papa Iulio le quale arme sono state in dito loco fino a lano de 1525, che fu ruinato lo molo e impito lo porto e butato le arme a terra
- ↑ L'elezione, come è noto, fu fatta il 31 Ottobre alle ore nove pom., dopo solo 6 ore di Conclave, e la proclamazione ebbe luogo al mattino
prossimo. Equivoca manifestamente il nostro A. colla coronazione, che, fissata per il 19 Novembre, venne poi rimandata per il 26 stesso mese, perchè (dice il Burchard e il Gregorovius) gli astrologi presagivano per questo giorno una posizione speciale favorevole dei pianeti.
È più esatto il Verzellino che conferma la data del 26 Nov. per la coronazione, però tace il giorno dell’elezione (V. Vincenzo Verzellino, memorie particolari degli Uomini Illustri. Tip. Domenico Bertolotto 1890). - ↑ Anche il Verzellino nota la gioia dei Savonesi, ben naturale, per l’elezione alla Sede Pontificia del loro concittadino. Il Monti (compendio di Memorie historiche della Città di Savona, Roma tip. Marc’ Antonio e Orazio Campana 1697) tralascia il particolare abbastanza notevole degli arbusti di rovere piantati per la città.
Troviamo nei libri d’Amministrazione in Archivio Comunale a carte 186, che facea parte dell’ambascieria mandata dalla Comunità a Giulio II per rallegrarsi, composta di Pietro Battista Ferrero dottor di leggi, Marco Pisa, Girolamo de Bruschi e Bernardino della Chiesa, anche un Domenico de Nani, Rettore delle scuole, non accennato nè dal Verzellino nè dal Monti. Forse era costui parente o fratello dell’Andrea de Nani Vescovo d’Alba, che nel 1503 in Agosto, prese possesso del Vescovato di Noli a nome del Cardinale in Vincula.
Il Garoni parlando del Domenico de Nani lo dice da Mirabello di Monferrato, ed il più celebre maestro di lettere in Savona. Soggiunge inoltre che fu Rettore delle scuole nel 1485 e nel 1500 con trecento fiorini di pensione (V. Garoni, Guida Storica Economica di Savona. Savona tip. Sambolino 1871 p. 210).
In una lettera inedita del Cardinale Giuliano della Rovere da Asti XXI Settembre 1501 che qui riportiamo, detto Cardinale raccomanda agli Anziani il Maestro di Grammatica Domenico Nano che abbiamo tutto a credere sia il Nani di cui è discorso.
- Magnici viri Amici nostri carissimi salute.
- Soprascritta al di fuori.
- Firmato all’ originale
Da tale lettera risulterebbe errata la data in cui il Garoni fa trovare il Nani in Savona come maestro.
Un Codice inedito di certo Filippo Ferro fa originaria questa famiglia di Zuccarello e già in Savona sul principio del 1400. Quel che è certo si è che prosperava in Savona sulla fine del 1500, e in quel tempo abbiamo un Domenico de Nani arciprete e Canonico di Savona e poi Vicario dei Cardinale Raffaele Sansone Vescovo di Savona, al quale dedicò la famosa Poliantea per esso composta e stampata in Savona l’anno 1514.
Troviamo infine ancora questa famiglia in Savona ricchissima nel 1620 in un Gio. Gerolamo Nano Sig. di Reino e di Montelione nel Regno di Napoli. Eresse questi una cappella nella Cattedrale dedicata alla Natività di Nostro Signore con assegnamento perpetuo, e pose questa lapide alla sua sepoltura:
Ad aeternitatis memoriam, perpetuo censu, sacris aris aediculaque extructa ad humanum decus Castro Reini ac feudo Montisleonis acquisito, ut adversus Deum pietas erga familiam honestas conservetur, ne quid desit Joannes Hieronymus-Nani patricius Savonen. Sepulchrum hoc sibi Violantae Grassae coniugi cariss. haeredibusque vivens effecit. Anno Salutis MDCIII. Aetatis suae LVII.
(V. Verzellino v. ii. p. 184).
Un Girolamo Nani lo vediamo nel 1589 18 luglio assistere assieme a Battista Crema e Francesco Podensana al contratto che fa il Vescovo Costa con i conventuali di S. Francesco, per la cessione della loro chiesa e convento da convertirsi nella nuova cattedrale. (V. note al Verzellino v. ii op. c. p. 609).
Potendo anche avere un qualche interesse il conoscere quanto fu speso dalla Comunità per siffatta ambascieria ne daremo memoria, ricavandolo dall’Archivio Comunale, Lib. d’ Amministrazione 1504, 31 Gennaio cart. 193. Spese per 4 vesti di velluto cremesi agli ambasciatori per Roma al Pontefice, col patto di venderle poi all’asta pubblica al loro ritorno a vantaggio del Comune. Il detio velluto costò L. 5 di Genova al palmo per il Pisa e il Bruschi, per il Chiesa L. 5,5, per il Ferrero L. 5,2, vi entrarono palmi 286, in tutto moneta di Savona L. 3739,0,10. E per fodrature di Dossi N. 400, al Chiesa con pellicce bianche N. 18 alle maniche L. 143,1; per zibellini 6, posti in profilo alle vesti, L. 70,10; e per fatture L. 33,10 e L. 10,3 altre spese. 1504 Marzo Cte 68 detti ambasciatori spesero L 4000. 1504 detto mese Cte 75. Gli stessi spesero per 14 muli carichi L. 1028,16. - Magnici viri Amici nostri carissimi salute.
- ↑ Sono abbastanza noti alla storia, per ripeterli qui in una breve postilla, i nomi dei molti della Rovere che da Sisto IV e da Giulio II furono innalzati ad alte cariche ed a sonime dignità ecclesiastiche. Fra questi vanno annoverati pur quelli che alla Casa Rovere appartenevano per parentele e che in seguito presero l’istesso casato della Rovere, come i Giuppo, Basso, Riario, Vegerio, i Gara, i Grosso, i Franciotti. Questo nepotismo, colpa le tante volte rimproverata ai Papi, non sempre fu sola avidità di far grande la famiglia, ma, tenuto conto del carattere dei tempi, il più delle volte fu accorgimento politico anzi necessità di stato, nella incerta fede e nelle frequenti slealtà di quei tempi nei quali il tradimento politico lodavasi perfino da sommi scrittori come opera avveduta, e quasi come prova di virtù, quando la fortuna coronava il tradimento.
- ↑ Di questi stemmi non si ha più traccia. Due stemmi di casa Rovere, uno di Sisto IV, l’altro di Giulio II, esistono tuttora nell’esterno del Palazzo Multedo già della Rovere sulla piazza della Maddalena. Un terzo si scorge su d’una delle pareti esterne a Levante, dietro il coro della Cappella Sistina.
E per il molo e per altri scopi d’utile ed abbellimento alla sua città natale, come per la Cattedrale, l’Episcopio e parecchi conventi, son note per il Verzellino, per memorie sincrone, e le conferma il nostro cronista, le molte spese che Giuliano della Rovere vi fece sia da Cardinale che da Pontefice. A maggiormente avvalorare quanto scrive l’Abate, riporteremo due fatti fra i moltissimi già cogniti alla patria storia, perchè li riteniamo forse ignoti, che troviamo in schede inedite del G. T. Belloro. In atti del Nro Federico Campo Delfino 1500 30 Gennaio. Il Cardinale S. P. in Vincola fa pagare a nome suo da Bartolomeo della Rovere olim Grasso, ducati duemila trecento per un debito che aveva la città verso Giuliano Spinola.
Nel 1509, 8 maggio per atto del notaro Corsaro, vediamo che gli Magnifici Anziani ricevono dal Rev. Raffaele de Bengassi cameriere segreto del Papa, mille baleschi d’oro per la fabbricazione del Molo.
Questo ed altro che riporteremo in seguito nelle nostre annotazioni del G. T. Belloro e del G. B. Pavese, ci fu dato ricavarlo da manoscritti in parte inediti posseduti dall’egregio amico nostro cap. G. B. Minuto, che con squisita gentilezza mise a nostra disposizione e di cui gli porgiamo le più cordiali e dovute grazie.