<dc:title> Contro l'alchimia e gli alchimisti palinodia dell'Argonautica di Angelo Ingegneri. Con la stessa Argonautica, dichiarata da copiose postille del propio autore. Al molto illustre, e reverendiss. signore monsignor Girolamo Fosco prothonotario apostolico, intimo cameriere, et elemosiniere di N. S. </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Angelo Ingegneri</dc:creator><dc:date>1606</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Ingegneri - Contro l'alchimia e gli alchimisti palinodia dell'Argonautica, 1606.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Contro_l%27alchimia_e_gli_alchimisti_palinodia_dell%27Argonautica/Della_Argonautica_libro_secondo&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20190109095135</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Contro_l%27alchimia_e_gli_alchimisti_palinodia_dell%27Argonautica/Della_Argonautica_libro_secondo&oldid=-20190109095135
Contro l'alchimia e gli alchimisti palinodia dell'Argonautica di Angelo Ingegneri. Con la stessa Argonautica, dichiarata da copiose postille del propio autore. Al molto illustre, e reverendiss. signore monsignor Girolamo Fosco prothonotario apostolico, intimo cameriere, et elemosiniere di N. S. - Della Argonautica libro secondo Angelo IngegneriIngegneri - Contro l'alchimia e gli alchimisti palinodia dell'Argonautica, 1606.djvu
Ch'à lui fù di fauor tanto corteſe, Le vele à l'aure diè G R O M O felice. Ma non già prima, ch'à la Regia figlia. le Salute figlia della Natura. Da la cui ricca, e generoſa mano Venne' l gran don che'l molto ardir gli accrebbe, Non giſſe à far di sè, di ſua vittoria, E de l'isteſſo don deuuto dono.
Lieta, e benigna il buon Guerriero accolſe La bella Donna. ed ei modeſto humile, E d'honesto roſſor coſperſo il volto, L'inchinò riuerente. ella la lingua In tai detti ſnodò grata, e ſoaue. O di tua Patria, anzi d'Italia honore, Anzi d'Europa, anzi del Mondo, e pregio De l'alma Madre mia, ch'al Mondo impera: Ecco vincesti. e ſe fù graue' l peſo Di quel monil, che ti mantenne al collo Vera virtù, ch'à ſofferire inſegna; Tanto più dolce' l glorioſo acquisto Hor tì ſia del bramato alto teſoro. Tu con lui dunque a l'Antenoree mura, La antichiſsima, e feliciſsima Città di Padoua. Auenturoſo, e trionfante riedi. Nè di venti temer, nè di tempeſte: Che' l poter ſuperato, hai de le Stelle. Predice l'opere del Gromo. Quiui ancor ti vegg'io coſe in virtute Oprar non ſol del pretioſo vello, Cge teco porti al fortunato ſuolo, Ma in mia virtù, che'n faccia hoggi ti ſpiro, Perche ſempre ogni mal da te ſtia lunge, Che' l chiaro nome tuo faranno eterno.
Bramando à proua al buon' ETHEREO farſi Grati, & amici; & ammirando in lui Tali, e tanti del Cielo, e di Natura Doni, gratie, virtù, fauori, e pregi. Così' l vero cantò Vate, e Poeta, Querengo poeta mirabile chiamato da' ſuo' merti à Roma à riceuerne premi degni del ſuo gran valore. Specchio d'ogni bontà, d'ogni dottrina Hor de la Brenta, e già del Tebro honore, Ch'à gli alti premi ſuoi ſpeſſo' l richiama, A la cui voce riſuonar s'vdiro Ben mille, e mille voci in lieto grido; Replicando ſouente Echo nouella Del canto i primi, e'n vn gli estremi accenti. Beatiſſimo dunque oltr'ogni ſtima L'ETHEREO GROMO, à cui degna riſerua Fèr la Natura, e' l Ciel di tanti, e tali Doni, gratie, virtù, fauori, e pregi.
I L F I N E.
Gli errori di Stampa ſono pochi, e lieui, però ſi la-
Ch'à lui fù di favor tanto cortese, Le vele à l'aure diè G R O M O felice. Ma non già prima, ch'à la Regia figlia. le Salute figlia della Natura. Da la cui ricca, e generosa mano Venne' l gran don che'l molto ardir gli accrebbe, Non gisse à far di sè, di sua vittoria, E de l'istesso don devuto dono.
Lieta, e benigna il buon Guerriero accolse La bella Donna. ed ei modesto humile, E d'honesto rossor cosperso il volto, L'inchinò riverente. ella la lingua In tai detti snodò grata, e soave. O di tua Patria, anzi d'Italia honore, Anzi d'Europa, anzi del Mondo, e pregio De l'alma Madre mia, ch'al Mondo impera: Ecco vincesti. e se fù grave' l peso Di quel monil, che ti mantenne al collo Vera virtù, ch'à sofferire insegna; Tanto più dolce' l glorioso acquisto Hor tì sia del bramato alto tesoro. Tu con lui dunque a l'Antenoree mura, La antichissima, e felicissima Città di Padova. Aventuroso, e trionfante riedi. Nè di venti temer, nè di tempeste: Che' l poter superato, hai de le Stelle. Predice l'opere del Gromo. Quivi ancor ti vegg'io cose in virtute Oprar non sol del pretioso vello, Che teco porti al fortunato suolo, Ma in mia virtù, che'n faccia hoggi ti spiro, Perche sempre ogni mal da te stia lunge, Che' l chiaro nome tuo faranno eterno.
Bramando à prova al buon' ETHEREO farsi Grati, et amici; et ammirando in lui Tali, e tanti del Cielo, e di Natura Doni, gratie, virtù, favori, e pregi. Così' l vero cantò Vate, e Poeta, Querengo poeta mirabile chiamato da' suo' merti à Roma à riceverne premi degni del suo gran valore. Specchio d'ogni bontà, d'ogni dottrina Hor de la Brenta, e già del Tebro honore, Ch'à gli alti premi suoi spesso' l richiama, A la cui voce risuonar s'udiro Ben mille, e mille voci in lieto grido; Replicando sovente Echo novella Del canto i primi, e'n un gli estremi accenti. Beatissimo dunque oltr'ogni stima L'ETHEREO GROMO, à cui degna riserva Fèr la Natura, e' l Ciel di tanti, e tali Doni, gratie, virtù, favori, e pregi.
I L F I N E.
Gli errori di Stampa sono pochi, e lievi, però si la-