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SECONDO. ir ì&Wandò la Tarma vn^ch’efouran cuBode D’ogni maggior àel fuo Signor fegreto s • E de Jmi detti ognhor le carte verga,. GhteBi mole anni a nobilparto intorno, Orfa induBrejprudente,à membro à membro Con r viuo ingegnose delira lingua, efaggia il r vàformando, e’iripoltfce, e terge: Ond’baurà norma il Segretario accorto D’adoprar con honorpenne, edinchioBri. y ago fui don, De le tre Grati e 3 l cboro ì C oìte fonile,giouimtteignude, 0poco men: chan trainarenfilefciolte Ioniche vefti s e danfi memo a mano $ Jjvna mo Brando la ridente faccia. L’altra!le (falle s e s lfianco, e me^zodvolto Sol de la terrea à gli occhi altrui fi[copre: Di tutte infieme Gratiofa vifta. Dal T aro poi, chefortunate riue IlSig. AlefTandro dell’Orli primo Segreta rio del Sereni ffimo di Parma, il quale ferine vn bellifiimo Trattato del] la© medierò. Le tre Grafie lignificano ilbe neficio,. Hebbe così, che peregrino Cigno, La patria gliela fua poBainmn cale, Eli commun nido ancor, doti et poteua, Vermiglie far de fue candide piume, Volle quiui fermar l’antico volo Per mouer C Apennin co l dolce canto; Venne d Agamo fm y nanpiù [panieri) fi ’ Vi; & H Hoffif IlSig.Gio.Ma^ rikij Agaccio Érefciano Cortigian Vecchio di Roma,poeta rariffimo, ridot: to ad habitac in Parma con vna belliflìma; 3 villa fopr alla riua del Taro*.