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secondo: 6 S Pojfan ne gli empi vfurpatori indegni De i cari Zij, che ne la gran giornata Jj* SSno* Do» aro al vero Dio la vitale Palma. L ^s i > che moMia qual dal cor/o mio noua Vaghezza tendo fcrenuaM’ba diplomato? *A igran Mejfaggi adunque dSiThhS N e 1‘egregi a magi oti lieto ri torno. Torchf ^ Tratt’hauea quiui in Vn momento à stuolo
- De la nohtl Cittàgli ordini tutti
La njAga Fama ì e <-v decornano àgara Quei, ch’ornar già folca» le buone fiole, Uri affa ulula* Hor le ingombrano } ilptù.fenz. alcunfrutto. ta dall’antica^ dtrij > fiale, su e giù, camere, e logge 3 Ogni co fa dt gente era ripieno: Vtdeafi’l tutto alteramente ornato. f Ma lagran fala,/ignoril, fùperba D vn beli’aurato, e ferico trapunto, Ch occhi fermaua altrui, mouea le menti: £ dt Stupore, e dt dolcezza empita L alme d’honore, e di <-virtute amiche. Scorgeaft Db*CE njalorofojnmttQ, Del maggior fangue, che l’Europa honori, Di Gran Donna Reai figlio diletto, £ difamofo Principe, e Guerriero, Ond hebbegli alti, e bellico fifpirtt» Genero farfi à Rege il più poffente» i C’habCarloHnjanuel Io Duca Sere* mflìmo di Sa* noia, figlio di Margarita di Valiots,edi £manudlo Filiberto. Maritato allìa fante C’atherita d’Auftriafiflia di Filippo Secondo Redi Spagna.