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SECONDO. Stato men fidò al fio fedele vnìa. Di che poi lunga, e perigliò fa guerra Con magnammo corfemprefoBenne. la qual non rimafe arte 3 od infidi a, Forza, ò froda intentata: e tutto refe Vano j e fallace 5 vn genero fio ardire. guitti egli fi ve dea d’accorto Duie, S di forte Guerrier con mdno 3 e ciglio Così bene adempir tutte leparti, (h’ei filo fembra ejfer dal Cielo eletto •A debellar lingiuriofo Scita, A propagar la C bri diana Fede, A piantare in r B’dbel id Santa (foce > A trar di marni Gran Sepolcro à i cani Alfin <•ve Aito di purpureo manto, E d’o flro ornato’lgiouinetto crine, C on Aurea Croce a cantofntorno cinto Da [celta compagnia modellale grane, Sedeua in dolce 3 e venerabil vi Ha Del GranSeruo de’ S erutti Gran pepate > Dal Zio mandato, e da la Santa Sede 3 Dopo’ldiluuio no d’arme, e dì J’angue, C o’I ramo tn man de la CeteHe Oliua. Il or più degli altri qui lacuto[guardo Tifando il dotto y f& runico Querengo, 1 2 (hia6f Acquifto del.Marchefato di Saluzzo. Guerra co’iRe di Francia. L’Illuftriis. & Reueiéiifsimoi Cardinale’ Aldobrandino Le gato à trattar la pace. Il Sig. Antonio Querengo Canonico di Pado uaj, cortigiano principalilfimo di Roma> erudì tiflìmo,e dottif rao in ogni fcié za.