Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici/1797

Nel Giornale dell’Anno 1797. Saggio sugli Aspetti dei Pianeti

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Nel Giornale dell’Anno 1797.

Saggio sugli Aspetti dei Pianeti.

Baccon di Verulamio, nell’immortale Opera de Dignitate, et augmentis scientiarum, facendo la rassegna, l’analisi, o piuttosto l’anatomia di tutte le scienze col piano di riforma per ciascheduna, pervenuto all’Astrologia, arte tanto discreditata, egli pertanto non la giudica degna di esser bandita, ed abolita del tutto; ma doversi piuttosto spurgare, e spurgata ritenere, come una parte della Fisica, purchè non se le attribuisca di più di quello, che la ragione, e l’evidenza permette. Tolgansi, dice, le superstizioni, e le chimere, come il dominio dei Pianeti su le ore, su i giorni, e sugli anni; la divisione delle Case Celesti; le figure del Ciclo, gli Oroscopj, i momenti fatali delle natività, o delle imprese, e simili chimere. [p. 175 modifica]Escluso tutto questo, asserisce potersi e doversi ritenere l’influenze fisiche degli Astri, quali sono le operazioni del Sole, la forza magnetica della Luna sopra i moti del Mare; le forze ancora de’ Pianeti, non per punti, e momenti, ma per via delle rivoluzioni maggiori, per mezzo del lume, del calore, ec. infine di queste cose potersi stabilire quella, che potrà chiamarsi Astrologia sana. Questa studierà le Congiunzioni, le opposizioni, e gli altri insigni aspetti dei Pianeti, il loro accostarsi ad aļcune Fisse più insigni, anche a certi gradi, o segni del Zodiaco in quanto si accostano così più, o meno al perpendicolo di certi Climi, e Luoghi, agli Apogei, Perigei, ec. Qual poi sia la forza di questi aspetti, potersi raccogliere dalle ossservazioni del passato, anche dalle tradizioni, ma ben ventilate, e confrontate colla ragion fisica; l’applicazione finalmente doversene fare alle Pioggie, ai Venti, alle Siccità, ai Caldi, ai Freddi, ed altre Meteore, anche alle Sterilità, ed alle Malattie, in quanto dipendono dalla costituzione dell’aria. Tal è la riforma, che il Verulamio prescrive da farsi all’Astrologia. [p. 176 modifica]

Con questa idea, dopo che i moderni scatenati contro tutto quello, che avea nome di antico ebbero sfogato il loro furore, cominciarono gli Uomini Savj a distinguere le dottrine sode dalle false, e chimeriche, e nell’Astrologia a separare conforme a’ dettati del Verulamio la parte reale, e fisica, dalla vana, e superstiziosa; e fin dal Secolo passato si viddero Autori moderati, che trattarono questa scienza con meno di pregiudizj, come gl’Inglesi Hooc, Boyle, Giovanni Goad, il Medico Hoffmann, e per il secolo presente basta leggere nell’Enciclopedia il lungo articolo Influence, ch’è una formale dissertazione a provare l’influenza degli Astri sugli Elementi, e Corpi terrestri, la quale influenza bene trattata viene a costituire quell’Astrologia sana che Verulamio desiderava. Quindi anche nelle Effemeridi Astronomiche più accreditate, quali sono quelle dell’Accademia di Londra, di Parigi, di Bologna, vengono segnati tuttavia i principali Aspetti de’ Pianeti.

Con tante, e così rispettabili autorità, dopo d’aver tanto detto, o scritto sopra gl’Influssi Lunari, mi son fatto coraggio di eseguire in [p. 177 modifica]parte il piano del Verulamio, coll’esaminar anche questo comunque screditato argomento degli Aspetti dei Pianeti; ricercando cosa se ne debba ragionevolmente pensare: il che fo in questo Saggio, prendendo la cosa in via Accademica, dentro i termini del probabile, ai quali tal materia deve per sua natura limitarsi, senza pretesa di stabilire dommi, o dimostrazioni. Divido il discorso in due parti . Ricerco nella prima in generale se i Pianeti possano avere, ed abbiano effettivamente un’ Influenza sugli Elementi terreni: questa è la parte Teorica; la seconda sarà per così dire, sperimentale, ed è la discussione delle osservazioni. Vediamo tosto alla prima che si spedirà molto brevemente.

PARTE PRIMA.

Dell’influenza fisica dei Pianeti sulla mole terracquea non si può ormai dubitare, dopo che illuminata la Fisica Celeste, si è scoperto il nesso intimo di tutti i Corpi, e la scambievole azione degli uni sopra degli altri. Tale influenza si può distinguere in due specie, l’una Meccanica, l’altra Fisica. [p. 178 modifica]

La Meccanica consiste nell’attrazione, o gravitazione, la quale procede con le leggi note di masse, e di distanze. Note sono le perturbazioni, che inducono nel corso annuo della Terra le attrazioni di Giove, di Venere, della Luna. Quella di Giove è calcolata in secondi, di altrettanti quella di Venere, e di 8 quella della Luna: la somma è 30 secondi, la qual somma nell’ Orbita, che la Terra descrive intorno del Sole, si ritrova essere più di 480 miglia, e di tanto viene la Terra avanzata, e d’altrettanto ritardata nel suo corso per la detta azione di tre Pianeti. Non è calcolata, nè sensibile quella di tre altri Pianeti, a cagion della loro o piccolezza, o distanza; ma per questo non è meno reale, e non si può pronunziarla nulla. Nella diminuzione dell’Obbliquità della Ecclittica, che regna in questi Secoli, e che dipende dall’azione degli stessi Pianeti, valutata cinquanta secondi per secolo, si calcola per Saturno secondi 1,39; per Giove 15,86; per Marte 1,03; per Venere 30,88; per Mercurio, 0,84. È chiaro dunque che una proporzionata parte avrà luogo molto più nella perturbazione del moto annuo. [p. 179 modifica]

Or questa azione che si spiega sul corpo totale della Terra, non può andare oziosa sopra le parti, specialmente quelle più mobili, come sono le fluide, le acquee, l’atmosfera, tante specie di arie, e di sottili elementi. Questi elementi dunque devono venire affetti, ed agitati diversamente da tutti i Pianeti insieme, ed in diverso modo da ciascuno in particolare. Non basta: questa istessa azione deve promovere, e suscitare una evaporazione, o espirazione, o esaltazione di vapori, e di altri anche dalle parti solide, non che dalle fluide del corpo terreno. Non sarà poi da dubitare che tali alterazioni degli elementi terreni non debbano indurre un’alterazione nell’atmosfera, ch’è l’Oceano di tutti questi aliti, e proporzionatamente ancora negli altri corpi. Questo è il modo meccanico dell’Influir de’ Pianeti.

Il modo Fisico, che si può chiamare piuttosto Chimico, consiste particolarmente nell’azione della luce. La luce fu quella, che da principio, lanciando i suoi dardi sul Caos terracqueo, ne disgregò gli elementi, e diede la prima forma alla Terra. Notissima a questi tempi è l’efficace sua operazione non solo sopra i vegetabili, e gli animali, sopra i [p. 180 modifica]colori, i sapori, ma ancora sopra le combinazioni, dissoluzioni, composizioni, trasformazioni de’ fluidi aeriformi, e con esso di tanti fenomeni nell’atmosfera. Ora diversa è la luce tramandata da ciascun Pianeta, siccome è provato dal diverso loro colore, igneo, plumbeo, argenteo, ec. e tale qualità non può a meno di qualificare l’azione della luce medesima: oltre che è ben ragionevole di pensare ch’essa luce venga carica di una natura delle diversissime sostanze Planetarie, le quali devono diversificare anche quella sua chimica operazione. Si può inoltre sospettare che vi entri in parte l’elettricità, in parte una virtù magnetica, forse qualche altra. Ed appunto da queste combinazioni può provenire la differenza di quei fenomeni che non intendiamo, che nelle stesse apparenti circo stanze abbia luogo, per esempio, piuttosto una caligine che un nuvolo, la bruna, piuttosto che la neve; che una nuvola dia piuttosto vento, che pioggia, ora dia gragnuola, ora tuono; per minimi movimenti nascono varietà grandi in questi fenomeni; ed ognuno ben vede quanto piccola forza di urto basti a sbilanciare un’operazione chimica, o anche meccanica. [p. 181 modifica]

Ora le combinazioni di queste forze fisiche o meccaniche si concentrano negli Aspetti, vale a dire, nelle configurazioni, o situazioni rispettive de’ Pianeti, d’onde si rende manifesta l’importanza loro. Imperciocchè altri sono gli effetti delle forze unite, altri quelli delle separate, o secondo le direzioni loro oblique, o dirette, e le combinazioni di poche, o di molte. Questa è la natura degli Aspetti; gli Aspetti dunque sono quelli che nell’Astrologia sana sono da contemplare. E ciò basti della parte Teorica, che si era proposta per primo.

SECONDA PARTE.

Passiamo alla seconda, la Sperimentale; e consister dee secondo il precetto del Verulamio nell’esame delle osservazioni, che più di qualunque Teoria deve far fede. Il male è, che non abbiamo se non poche osservazioni, mentre per dare una regola occorrerebbero le centinaja, e le migliaja di anni, quali è opinione che avessero gli Egizj, i Caldei, o altri fondatori di questa scienza: forza è di limitarsi alle poche sperienze seguite che abbiamo di 70, 80 anni. [p. 182 modifica]

In questo poi ho lasciato da parte gli Aspetti Quadrati, i Trini, i Sestili, molto più i gradi di distanza, dei quali gli Astrologi, secondo i loro principj di virtù occulte tenevano conto. Mi sono limitato ai due Aspetti principali, Congiunzioni ed Opposizioni, che nel supposto devono essere le più efficaci. Questi poi possono considerarsi in varj modi. Il primo è di prendere ciascuna combinazione di due Pianeti, e di confrontarla coi fenomeni che hanno avuto luogo nel tempo che si celebrava. Così combinando a due a due li sei Pianeti, ommessa la Luna, abbiamo quindici combinazioni. Per ciascuna ho formato una Tavola, notando le costituzioni, i sereni, le pioggie, i venti, le procelle, le calme, i tuoni, le nevi, le gragnuole, le caligini, i terremoti, ed altro che si trovasse concorso cogli Aspetti. Da ciascuna di queste Tavole, osservando quale di queste impressioni, o meteore predominasse, pare che si possa congetturare quale inclinazione tenga ciascun Pianeta. Dio mi guardi da voler vi annojare colla lettura di queste Tavole. Io non darò quì se non i risultati.

I. La prima combinazione è quella di Saturno e di Giove. Le congiunzioni di [p. 183 modifica]Saturno, e di Giove non si succedono se non dopo l’intervallo di venti anni, interponendosi per altro le Opposizioni, le quali in genere devono essere più efficaci, mentre il Pianeta si accosta più alla Terra per tutto lo spazio dell’Orbita di questa, ch’è più di cento sessanta millioni di miglia. Ora coi detto intervallo di venti anni, nello spazio di 80 anni di osservazioni che abbiamo, non si presenta che lo scarso numero di quattro Congiunzioni, e quattro Opposizioni, dalle quali poco si può ricavare. Sembrano indicare una certa propensione di Saturno piuttosto all’asciutto, che alla pioggia, quello però non sereno, ma nebbioso, è coperto, un’inclinazione inoltre alle nevi, o alle gragnuole, secondo la Stagione dell’anno.

II. Le Congiunzioni di Saturno, e di Marte si succedono ad ogni biennio circa, ma s’interpongono le Opposizioni; tra tutte ne ho notato settanta, delle quali più che la metà ebbero per compagne le pioggie, un quarto, o un quinto il sereno, una metà venti, più di una tuoni, più di un terzo nebbie, quasi un quarto terremoti. A ragion dunque tale aspetto di Saturno, e di Marte è tenuto, come turbolento, e malefico. [p. 184 modifica]

III. Giove, e Marte: gl’intervalli di questo Aspetto sono anni due, mesi tre, colle Opposizioni di mezzo; ne abbiamo notati sessantatre; di questi più di tre quarti piovosi, più che mezzi ventosi, due quinti di grandine, di tuono, anche in Inverno. Marte dunque conduce anche la benigna Stella di Giove alla malvagità. Passiamo al Sole, con cui gli Aspetti sono più frequenti, anzi quasi annuali .

IV. Sole, e Saturno, numero cento, ed otto: di questi un quinto piovosi, mezzi sereni, tre quarti ventosi, più di rado con tuono, nebbia, e gragnuola; tale aspetto dunque sembra ventoso.

V. Sole, e Giove, numero cento ed otto: un terzo pioggie, ma placide, due terzi sereni, un ottavo venti placidi, e sereni, tuoni, grandini, e nebbie rare: apparisce aspetto buono.

VI. Sole, e Marte: Sono questi più rari; ritornano dopo due anni, e due mesi: i notati sono 54; di questi tre quinti pioggia, più che la metà ventosi, una metà con tuono, e spesso con grandine, talor con terremoto . Si scorge la violente natura di Marte.

VII. Sole, e Venere: questo Aspetto fu [p. 185 modifica]esaminato da noi in altra occasione; ritorna ad ogni dieci mesi circa; ciò che non era d’aspettarsi, si ritrova d’influsso torbido, poichè di nonanta Congiunzioni superiori, ed inferiori, tre quarti furono con pioggie, appena un quarto sereno, un quarto con vento, e tuoni, nè mancarono tra questi gragnuole, nebbie, anche terremoti.

VIII. Sole, e Mercurio. Frequentissimi sono questi Congressi. Ne abbiamo preso a caso quelli di quattro anni, e sono ventinove, de’ quali una metà con pioggia, appena tre sereni, un sesto con vento, tuono, e grandine, una metà con nebbia; ciò che stabilisce Mercurio non poco maligno.

Torniamo un poco addietro a combinare questi Pianeti inferiori coi Superiori.

IX. Venere, e Saturno, aspetti numero 62; e di questi tre quarti con pioggia, un sesto sereni, pochi con vento, tuono, grandine, o nebbia; riesce dunque Aspetto piovoso.

X. Venere, e Giove; notati Aspetti 109; appena un terzo con pioggia, anche placida, due terzi sereni, meno di undecimo con vento, ma sereno, tuono, gragnuola raramente: benigno, dunque si dee dire l’Aspetto di Giove, e di Venere. [p. 186 modifica]

XI. Venere, e Marte, numero 40: una metà piovosi, un terzo sereni, un quarto ventosi, un terzo con tuono, e gragnuola: Aspetto inquieto, di pace, ma più di guerre, come ordinariamente tra gli Amanti.

XII: Venere, e Mercurio, di tanti non se n’è confrontato che tredici, e questi almeno tre quarti piovosi, ventosi, romorosi, nebbiosi: Aspetto tristo.

XIII. Mercurio, e Saturno, numero 10: due quinti piovosi, ventosi, caliginosi, talor con tuono, e gragnuola: anche questo Aspetto tristo.

XIV. Men tristo è l’Aspetto di Mercurio, e di Giove, ma siccome sembra Giove moderare un poco la cattiva natura di Mercurio, così vice-versa Mercurio sembra render cattivello anche Giove.

XV. Mercurio, e Marte: Soli dieci Aspetti abbiamo notati che sembrano inclinare al vento, al tuono, alla nebbia.

Così si sono esaminate le quindici Combinazioni de’ Pianeti tra loro, le quali sembrano portare in ciascuno di essi un’inclinazione particolare di ciascheduno cogli altri; per esempio, pare portato Saturno, ad una oscurità, e frigidità del Cielo; Giove, [p. 187 modifica]fulminante, ma generalmente alla serenità, dalla calma; Marte, al vento, ed al tuono; Venere, alla pioggia; Mercurio, alla nebbia, ed al vento.

Con ciò resta esaurito il modo primo di esaminare l’influenza dei Pianeti. Ve n’è un altro, che sembra possa essere anche più istruttivo; ed è questo:

Ritornano i Pianeti alla stessa posizione colla Terra, e nell’istesso grado del Zodiaco, con intervalli di anni differenti.

Saturno, al termine di anni 59, giorni 2.
Giove, d’anni 12, giorni cinque.
Marte, anni 15, giorni 9; ed anni 32, giorni 8; ed anni 79, giorni 4.
Venere, anni 8, giorni 2.
Mercurio, anni 15, giorni 3, ed anni 19.

Pare, che se i Pianeti hanno qualche data influenza sulla Terra, debbano mostrarla in questi ritorni. Io dunque li ho confrontati notando le Costituzioni del tempo ne’ dati mesi.

Saturno, ritornando dopo 59 anni, [p. 188 modifica]cominciando le nostre osservazioni di Padova dal 1725, ci lascia pochi anni da .confrontare. Cominciando dunque dal 1725, il ritorno cade nel 1784, sino al 1795, non restano che dodici anni da confrontare. Io ne feci una Tavola prendendo tanto le Congiunzioni, che le Opposizioni. Di queste non ve n’è se non una d’indole diversa, concordando tutte le altre, solo con ambiguità di due, o tre: e queste indicano la qualità di Saturno, ritrovata sopra, di oscurità, e di calma, piuttosto che di venti, e di pioggie.

Fatti altrettanti confronti per gli altri Pianeti, porge ciascuno i medesimi risultati di sopra, vale a dire il sereno, e la Calma per Giove; il torbido, per Marte; il piovoso, per Venere; il torbido, ventoso, nebbioso, per Mercurio. Da questa induzione sembra potersi conchiudere che l’opinione degli antichi sopra l’influsso dei Pianeti, non era affatto vana, nè destituta di fondamento.

Che diremo delle Congiunzioni Magne, o Massime, come le chiamavano, vale a dire, della Combinazione di più Pianeti insieme, specialmente in dati gradi del Zodiaco, come nei primi di Ariete? Bisogna confessare che gli Astrologi aveano la fantasia [p. 189 modifica]riscaldata quando di tali Congiunzioni predicevano certi effetti prodigiosi, come quando Giovanni Stoflero (uomo per altro di scienza non volgare, valente Astronomo, che ci lasciò lunghe, esatte, Effemeridi) Stoflero dico, all’occasione dell’insigne Congiunzione de’ quattro Pianeti Saturno, Giove, Marte, e Venere, agli 11 Febbrajo 1524, spaventò tutta la Germania predicendo un’insigne diluvio, che poi non volle venire. Non ostante, consultando le memorie che abbiamo raccolte nella Collezione Accademica de’ nostri Annali, non mancarono in quell’anno inondazioni, trammezzate da lunghissime siccità; e simile fu l’anno 1544, in cui oltre le Aurore Boreali, regnarono stravaganti Stagioni, d’onde venne una gran carestia, almeno in Toscana, notata nella Cronaca del Sig. Targioni. Ed ommettendo le dannose conseguenze di altre Congiunzioni ne’ Secoli passati, che potrei addurre, posso riferire quelle del Secolo presente a noi prossimo.

Nel 1702, 17 Maggio accadde la Congiunzione Magna di Saturno, e di Giove, nel grado 6 di Ariete. Fenomeni strani occorsero tutto quell’anno, terremoti, uracani, [p. 190 modifica]fiamme dalla terra, eruzioni di Vulcani, Aurore Boreali, ec.

1725, 17 Marzo successe la Congiunzione dei quattro Pianeti Giove, Marte, Venere, e Mercurio, pochi giorni dopo successe una procella terribile, che durò tre giorni con gran neve.

1765. Luglio fu mese tutto piovoso, e procelloso, colla congiunzione di Marte, Giove, e Venere.

1769. Replicò l’istessa Congiunzione di Giove, di Marte, e di Venere colla vicinanza di Mercurio, e della Luna, li 23 Dicembre. In que’ giorni uscirono vampe dalla Terra, anche nelle nostre vicinanze, con onde di calor soffocante dietro i colli Subalpini, ed anche quì lungo il Bacchiglione sino a Vicenza; furono terremoti e quella gran procella nella notte dopo il 28, che abbracciò le Meteore violente di tutte le stagioni, folgori, tuoni, gragnuola, neve, che si può ricordare.

Da questi fatti pare che queste Congiunzioni abbiano dell’efficacia, e che non sieno da disprezzare; ove però possa aver luogo, tanto un’eccesso nell’attribuir loro prodigj, [p. 191 modifica]quanto un estremo opposto di negar loro ogni virtù, ed influenza.

Tornando agli Aspetti semplici, possiamo rimarcarne l’influenza in tutto l’Anno prossimo 1795. Prendendo il solo Mese di Luglio sono da noi registrate le pioggie ostinate, che tanto danno recarono al frumento tagliato, e rimasto ne’ campi, le procelle, i turbini che regnarono in tutto questo mese; ove gran colpa pare che possano aver avuto i molti Aspetti che correvano, per esempio, al primo del mese seguì la torbida Congiunzione di Marte, e del Sole, e realmente torbidi, stemprati, furono quei giorni d’intorno; e molto notabile si rende, che tornando Marte alla medesima positura colla Terra dopo 79 anni, come si è detto, consultando le osservazioni del celebre Beccari (che io possedo) per il 1716, si rincontrarono collo stesso Aspetto nelli stessi giorni le stesse vicende.

Li giorni 25, 26 dello stesso Mese si possono vedere vicini gl’insigni Aspetti dell’Opposizione di Giove col Sole, e Mercurio (in Congiunzion inferiore), e della Luna in Opposizione con Venere, e poi con Marte; e circa quei giorni stessi infuriarono sopra tutto i [p. 192 modifica]turbini, gli uracani tanto dentro, ed intorno Padova, che nel Friuli, ed altrove. Quivi poi si presenta da esaminare un’altro osservabile Fenomeno.

Subentrato al fine del Mese un sensibile caldo, che dando sull’umido fresco imbevuto già dalle piante, generò un’insigne ruggine, o nebbia, che si estese per tutti questi Territorj; disseccò in breve, e fece cadere le foglie a molti alberi, e fruttaj, cadere mezza l’uva, imprimendo al residuo una cattiva qualità; assiderò il gran-turco, il riso, e gli altri legumi. Questa è quella che si può veramente chiamare uredo, e sideratio, che regna al nascer della Canicola in tali giorni, alla fine di Luglio; (In questi anni), Plinio (lib. 17. cap. 37). Proprium siderationis est ab ortu Canis siccitatum vapor, cum insitae ac novellae arbores moriuntur, praecipue ficus, ac vites. Tal danno si attribuisce alla Canicola, in quanto l’abbondanza, e la condensazione dei vapori, fermentando coi Caldi Solari, si attacca, e brugia le foglie, le frutta, e le piante stesse, specialmente i fichi, e le uve, come è succeduto quest’Anno. Ma le procelle, e le pioggie, del mese che [p. 193 modifica]diedero tal densità di vapori, possono ripetersi, come si è detto, dagli Aspetti turbolenti dei Pianeti.

Tale costituzione di aria, che affetta così efficacemente i vegetabili, non deve ella fare un’impressione analoga sui corpi degli Animali, come si sperimentò infelicemente dell’epidemie di quest’anno, sopra le quali però lascierò ragionare ai Medici? Dirò solo, che non erano tanto assurdi gli Astrologi, quando predicevano certe malattie, che dovevano regnare, attribuendo queste influenze morbose a certe combinazioni di Marte, e di Saturno, di Mercurio, ec. non che questi Pianeti dessero direttamente, per mezzo di una costituzione di aria che inducevano.

Oserò io quì fare una piccola digressione, che si presenta? La mi si perdoni anche ad oggetto di ricrearsi un poco. Gli Astrologi erano visionarj, superstiziosi, impostori, nel pretendere di poter predire la sorte degli Uomini dall’Oroscopo, da qualunque Combinazione delle Stelle. Eppure meditando, il fondo di questa opinione non è totalmente vano. Si può pensare almeno, per qual principio sieno caduti gli Uomini in questa [p. 194 modifica]opinione. Fu detto, ed è generalmente vero, che ognuno è fabbro della sua fortuna, buona o rea che sia. La fortuna di ognuno dipende dall’ingegno, grosso, o svegliato, dalle passioni temperate, o focose, dal grado irascibile, o concupiscibile, in una parola dal carattere del temperamento. Or, tutto questo dipende dall’organizzazione primigenia, dal primo impasto, dalla qualità del Sangue, e degli altri umori: tale qualità fisica di composto non dipende ella dalla nascita, e concezione di ciascuno? cioè, dalla condizione di umori, in cui i Genitori si trovarono per il temperamento, e poi per il vitto? ma, e questo, e quello non dipende in gran parte dall’attuale costituzione dell’atmosfera? non viri simile solum, sed etiam verum censendum, perinde ac temperatus sit aer, ita paieros orientes animari, ac formari; ex eoque ingenia, mores, animum, corpus, adionem vitae, casus cujusque, eventusque fingi, dice saviamente Cicerone (de Divinat. lib. 2. c. 42), e ciò quanto al temperamento.

Quanto poi allo stato presentaneo dell’animo, e delle passioni attuali che prodụcono le azioni, e colle azioni gli accidenti della [p. 195 modifica]fortuna, bisogna ascoltare il Poeta Filosofo, ove parla dei moti degli animali, all’apprestarsi le mutazioni del tempo:

Haud equidem credo, quin sit divinitus illis
Ingenium, aut rerum fato prudentia major.
Verum, ubi tempestas, et coeli mobilis humor;
Mutavere vias, et Jupiter humidus austris.
Densat, erant quoe rara modo, et quae densa relaxat;
Vertuntur species animorum, et pectora motus
Nunc alios, alios dum nubila ventus agebat,
Concipiunt. Virgilio. Georg. lib. 1. V. 145.

Lo stesso è da dirsi degli Uomini, e lo sperimentiamo ogni giorno in noi stessi; secondo la costituzione dell’aria Siroccale, o Boreale, umida, o asciutta, grave, o leggiera ci sentiamo di buono, o di mal umore, svegliati, gioviali, in fatti vertuntur species animorum, e come dice Omero. [p. 196 modifica]

Tales sunt hominum mentes, quales Pater ipse
Jupiter auctiferas lustravit lumine terras. Odiss. lib. 17 o più brevemente.
Tales sunt mentes, quales Pater indit in horas.

Ora dal vigore, dall’avversione, o languidezza del corpo prendono suono le passioni, dalle passioni l’azioni, dall’azioni gli accidenti, e la fortuna della vita: cose che devono intendersi con discrezione, cum grano salis non togliendo mai l’arbitrio all’Uomo limitandosi gli Astrologi stessi ad una semplice inclinazione: astra inclinant.

Osservò Dante nella lettera sull’Esilio, pubblicata dal fu dotto Medico di Livorno Signor Gentili, che tutte le Sedizioni successe in Firenze nacquero nella stagione, d’Inverno, perchè allora le fibbre irrigidite diventano più irritabili. Infatti siccome molte malattie de’ corpi, così le malattie dell’animo dipendono in gran parte dalla costituzione dell’atmosfera.

Ora, se i Pianeti concorrono a modificar l’Atmosfera e le Stagioni, perchè non si [p. 197 modifica]potrà dire, che influendo sulle passioni, non influiscano anche sulle fortune degli Uomini, che da quelle dipendono? Ciò che in questa materia è il difficile, anzi moralmente impossibile, è discernere, prima il temperamento originale dell’Uomo che dipende dalla genitura; e se forse questo si potesse discernere da una fina conoscenza delle fisonomie, anche dalla posizione degli Astri al tempo della natività, come i Caldei pretendevano, resta da conoscere in tanta composizione di cause agenti, ed influenti, l’influenza particolare, che abbia luogo nel caso.

Tale riflesso ha luogo anche, per ritornare alle Meteore, nella predizione delle medesime, a cagione di tanti Aspetti che spesso concorrono, e mischiano i loro influssi; accortamente disse il Keplero: in tanta turba difficile est unicuique ovi agnum suum assignare; in una turba di pecore, e di agnelli, dire questo è il figlio di quella Madre . Pure vi sono due che li conoscono; una è la natura, che posti in libertà manda subito il figlio, e la madre a trovarsi; l’altro è il Pastore istesso: in quattro, cinque cento agnelli sa dire di ognuno ch’è figlio della [p. 198 modifica]tal pecora; e questo è l’effetto della pratica, e della sperienza. Dunque se vi sia un’Astrologo come il Pastore, pratico delle Meteore, e degli Aspetti, perchè non potrà con qualche probabilità discernere i rapporti, e predirne, o congetturarne almeno gli eventi?.

Si fa un’obbiezione; ed è, che queste predizioni si trovano non di rado fallaci; e non si può negare: dunque tutto sarà vano? non sarebbe questo il sofisma istesso, che viene imputato agli Astrologi? di volere da casi particolari stabilire una regola generale? Questo sarebbe tanto più ingiusto, che non già da qualche caso fortuito, ma da una copiosa induzione, quasi generale, si sono formate le regole; e si è veduto, che il maggior numero dei confronti ha indicato Saturno oscuro, Giove sereno, o placido ma talor fulminante, Marte turbolento, Venere piovosa, Mercurio maligno1: onde non sono da [p. 199 modifica]disprezzare gli Aspetti; ed io da molti anni li noto nel mio Giornale, tanto sull’esempio delle più riputate Effemeridi, quanto pregato da Persone discrete, che li osservano con diligenza dietro al Triangolo Meteorologico, tracciato nello stesso Giornale, che mostra gli effetti di ciascun’Aspetto, e se ne trovano contenti, quanto è talor più, che de’ punti Lunari, per le qualità Intermedie, che osservano quasi di ogni giornata particolare.

Ma basti ormai di avervi trattenuto, o Signori, sopra questa oscura materia; solamente, vi prego, ricordarvi la protesta fatta da principio di proporre tal materia in via Accademica, dubitativa, nei termini di una probabile disputa, adducendo il pro, ed il [p. 200 modifica]contra, e lasciando la pienissima libertà ad ognuno di abbracciare quella parte, che gli paja la più probabile, schivando sopra tutto gli estremi sempre viziosi, e tenendo a mente quel savio detto, che sembra fatto per questo luogo: Periculosum est credere, et non credere, spezialmente se vi si aggiunga, il nimis.

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PIOGGE DELL’ANNO 1795.

In Pollici, Linee, e Decimali del Piè di Parigi.


Altam. Ariano Cerciv. Chiozza Conegliano Feltre Molfetta Padova Parma Sacile
Genn. 
2. 9,4 6. 11,0 1. 5,4 0. 0,0 0. 11,6 0. 0,0 3. 3,0 1. 1,5 1. 11,7 1. 1,1
Febbr. 
1. 6,0 1. 4,1 6. 1,0 1. 11,0 3. 9,8 1. 11,8 1. 1,4 3. 9,0 3. 6,2 3. 1,4
Marzo 
0. 7,6 2. 2,8 6. 8,7 0. 5,5 1. 10,6 4. 0,8 1. 2,3 1. 0,0 1. 1,2 2. 3,3
Aprile 
1. 1,0 1. 9,9 11. 1,5 2. 1,2 3. 2,1 7. 1,7 0. 9,5 1. 4,1 1. 6,2 3. 11,6
Maggio 
0. 10,0 0. 10,0 7. 5,1 3. 4,5 3. 11,7 4. 2,7 1. 4,3 1. 6,0 1. 3,4 6. 3,6
Giugno 
1. 2,1 1. 8,9 15. 3,2 1. 0,9 7. 1,1 5. 0,0 0. 4,9 2. 10,5 2. 5,5 9. 5,5
Luglio 
0. 6,3 1. 10,6 10. 9,1 6. 6,8 1. 8,3 8. 3,1 0. 6,0 6. 10,2 2. 4,1 10. 5,9
Agosto 
0. 8,3 1. 3,4 7. 0,6 4. 7,8 5. 10,0 4. 0,7 0. 5,5 2. 5,5 6. 7,8 4. 0,0
Settembr. 
1. 11,9 2. 7,9 0. 11,2 2. 6,1 1. 3,4 2. 5,2 0. 5,9 3. 7,6 2. 2,9 1. 5,8
Ottobre 
0. 10,2 2. 1,0 14. 9,6 4. 9,8 10. 0,4 12. 8,5 0. 9,8 5. 8,2 5. 2,4 11. 10,3
Novembre 
2. 1,3 7. 4,3 11. 10,9 2. 10,3 6. 10,7 12. 8,0 3. 8,3 2. 9,5 3. 3,6 7. 2,3
Dec. 
1. 5,0 1. 0,0 0. 7,1 1. 0,1 0. 5,2 1. 10,2 1. 2,7 0. 5,4 2. 4,0 0. 9,9
Somme 16. 5,0 31. 1,8 94. 1,3 26. 1,0 52. 1,0 64. 2,0 15. 3,9 34. 5,5 31. 11,1 61. 11,0
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Segue la Tavola delle Piogge dell’Anno 1795.


Schio Spilimb. Tolmezzo Valdobb. Verona
Gennaro 
1. 1,0 6. 11,9 1. 0,8 1. 0,3 1. 1,35
Febbraro 
2. 6,0 4. 7,1 3. 8,2 3. 9,4 2. 5,82
Marzo 
2. 9,9 6. 7,7 2. 8,0 0. 9,03
Aprile 
6. 3,9 7. 2,0 4. 6,9 2. 5,65
Maggio 
6. 3,4 4. 2,8 3. 0,1 2. 1,41
Giugno 
6. 3,0 8. 11,0 9. 11,2 9. 4,1 5. 2,21
Luglio 
8. 6,0 6. 2,8 5. 8,7 7. 4,7 5. 5,18
Agosto 
6. 6,0 4. 2,2 4. 0,2 4. 8,0 2. 10,18
Settembre 
1. 9,9 0. 5,5 0. 4,2 1. 4,0 2. 9,36
Ottobre 
14. 10,8 14. 8,6 9. 1,0 6. 7,10
Novembre 
7. 1,0 6. 8,2 12. 10,2 7. 8,5 3. 11,79
Decembre 
2. 0,0 0. 6,2 0. 2,5 0. 8,0 0. 8,86
Somme 62. 10,9 70. 6,0 55. 3,0 36. 5,94
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BAROMETRO. TERMOMETRO.
Alt. Mas. Alt. Min. Media Gr. Mas. Gr. Min. Media
Genn. 
28. 8, 8 4 27. 6, 0 24 28. 0,5 3, 8 10 6, 0 26 1,4
Febbraro 
7, 6 16 6, 0 27 1,4 6, 4 28 9, 7 31 1,6
Marzo 
6, 0 21 7, 2 18 0,8 11, 9 30 1, 2 5 7,0
Aprile 
5, 8 16 21, 4 22 1,6 17, 8 30 6, 0 16 10,6
Maggio 
4, 3 19 11, 0 11 2,6 21, 6 5 8, 0 29 15,1
Giugno 
4, 6 25 10, 5 19 1,3 23, 0 11 10, 1 1 16,8
Luglio 
4, 2 29 9, 5 13 2,2 21, 8 31 11, 6 27 17,7
Agosto 
4, 5 20 10, 0 17 2,5 25, 0 7 13, 0 31 18,7
Settembre 
6, 6 7 13, 4 21 4,0 21, 0 13 11, 0 23 15,4
Ottobre 
6, 2 1 9, 2 11 3,1 18, 0 7 9, 0 25 13,5
Novemb. 
5, 4 16 8, 0 3 0,6 12, 6 3 0, 7 16 6,1
Dec. 
6, 4 28 12, 0 4 4,0 8, 3 21 0, 8 30 4,4
Somme 
28. 5, 87 27. 9, 5 28. 2,1 14, 3 4, 5 10,0
 
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IGROMETRO   QUALITÀ DE’ GIORNI.
Secco Umido Medio   Piovosi Sereni Varj Ventosi Neve, o Tuono Caligo
  Gragn.
Gennaro 
160 2 31 25 92   10 11 10 6 10 0 5
Febbraro 
152 18 12 24 52   15 1 12 3 4 0 12
Marzo 
135 22 19 1 85   14 3 14 6 1 1 2
Aprile 
164 14 17 18 92   10 10 10 8 1 2 2
Maggio 
195 5 28 18 140   7 8 16 15 4 10 3
Giugno 
166 15 35 30 101   14 5 11 12 5 11 0
Luglio 
134 4 25 22 80   24 3 4 14 2 18 0
Agosto 
105 22 51 1 85   9 14 8 11 1 14 0
Settembre 
116 30 25 5 78   3 11 16 12 0 2 0
Ottobre 
106 1 11 20 36   13 7 11 7 1 5 7
Novembre 
154 30 12 21 64   15 3 12 10 3 3 1
Decembre 
100 2 10 19 55   8 6 17 2 0 0 11
Somme 90   142 82 143 106 32 66 43
 
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Sommario delle Stagioni.

Dietro ad un Novembre, ed a un Decembre notabili per il Freddo, e più per l’umido, col diluvio dei 25 dell’ultimo Mese, che portò quell’enorme Fiumana, entrò il Gennajo 1795. con osservabile Freddo, per li primi giorni sereno, ma dopo voltato alla Neve, che replicò più volte, e quella del dì 23 durò,in terra più di 30 giorni; ed il totale del Mese superò, quel memorabile del 1789.

Il Febbrajo fu anche più crudo. Il Freddo del primo giorno arrivò al massimo di questi Climi, cioè, 10 Gradi; ne si strusse la Neve se non che alla metà del Mese. Fu Inverno dei più crudeli, anche fuori d’Italia, mentre a Parigi arrivò il Freddo a Gr. 16, 17, 18; e quello che lo distingue fu la lunga durata sopra i più celebri Inverno 1709, 1789. Notabili erano le folte Caligini miste alle dirotte Pioggie. Conviene ricordarsi la Congiunzione Inferiore di Venere al primo Gennajo.

Il Marzo con gran numero di Pioggie diede pochissima acqua. Durava l’Atmosfera [p. 290 modifica]umida, e fredda; quindi malattie, e morti numerose.

L’Aprile fu assai temperato, e non ebbe cosa di notabile.

Entrò il Maggio con Caldo, inaspettato di 20. e 22 Gradi, già cominciato l’ultimo d’Aprile. Il dì primo della mattina al dopo pranzo fece il Caldo un salto di 12. Gradi ch’è inusitato; successero molte Gragnuole.

Pessimo fu il Mese di Giugno; ed ancora peggiore quello di Luglio. In due Mesi appena vi furono 8 Giorni di Sole; 40 dì diedero Pioggia; quindi non si potea battere, e seccare il Grano, per se stesso scarso. Dei Turbini, delle Saette, delle Grandini si parlò nel Discorso.

Medicarono un poco questi mali li due Mesi seguenti Agosto, e Settembre, che furono discreti; si risvegliò un poco di Caldo, ma non arrivò mai a purgare, ed a riscaldare l’aria da poterla dire veramente Estiva.

Successe un’Ottobre piovosissimo, che impedi le vindemmie, le Semine, e rese le strade impraticabili. I Vini non ebbero alcun sapore, e si guastarono. [p. 291 modifica]

Piovosissimo fa anche il Novembre; ma sin dalli 6 vi si aggiunse un brusco freddo, che si mantenne sino alla metà di Decembre, che fu nuvoloso, torpido, ingrato. Delle malattie degli uomini, e degli animali che regnarono lascio parlare ai Medici.

Note

  1. Tali qualità Fisiche de’ Pianeti, combinate coll’apparenze visibili della loro forma, grandezza, lume, e colore, ec. possono aver dato motivo ai Mitologi delle denominazioni simboliche che hanno attribuito a ciascuno d’essi; di Protettor di Ladri, Mercurio, per esser d’aspetto malefico, e vedersi di rado camminando, come nascosto; di Dea bellissima a Venere, per la straordinaria bellezza, e per la umidità, talor freschezza, che induce; di Guerriero a Marte, per il color suo igneo, e per la violenza del suo influsso; di Re benefico a Giove, per il candido suo aspetto, per la benignità dell’influsso, ma che giusto minaccia, e castiga col Fulmine. Finalmente di Vecchio Saturno, caliginoso, nevoso, tardo, come per lo più siamo noi altri Vecchi.