Commedia (Neumeister)/Inferno/Canto XXV

Canto XXV

../Canto XXIV ../Canto XXVI IncludiIntestazione 29 marzo 2021 100% Da definire

Inferno - Canto XXIV Inferno - Canto XXVI
[p. 58v modifica]


CANTO.XXV.TRATTA diq̃lla mediſima materia. Et tratta contra fioretini Et prima ſgrida cotra piſtoia. Et e diquella medeſima bolgia

AA
L fine delle ſue parole illadro

lemano alzo comâbedue leſiche
gridando togli idio cate le quadro
Da indi inqua miſur leſerpi amiche
     percuna liſauolſe allora alcollo5
     come diceſſe inonuo che piu diche

[p. 59r modifica]

Et unaltra alebraccia et rilegollo
     ribadendo ſeſteſſa ſidinanzi
     che non potea coneſſe dar uncrollo
Ay piſtoia piſtoia che noniſtanzi10
     dincenerarti ſi che piu non duri
     poi che inmalfare ilſeme tuo auanzi
Pertutti cerchi delonferno ſcuri
     non uidi ſpirto indio tanto ſuperbo
     non quel che cadde athebe giu damuri15
Elſ parti che non parlo piu uerbo
     et io uidi un centauro pien dirabbia
     uenir chiamando.oue oue lacerbo ?
Maremma non credio che tante nabbia
     quante biſce ello auea ſuperlagroppa20
     infin oue comincia noſtra labbia
Soura leſpalle dietro dalacoppa
     conlali aperte ligiacea undraco
     et quel affuoca qualunque ſintoppa
Lomio maeſtro diſſe queſti e caco25
     che ſottol ſaſſo dimonte auentino
     diſangue fece ſpeſſe uolte laco
Non ua coſuoi fratei perun cammino
     perlo furto che frodolente fece
     delgrande armento chelli ebbe auicino30
Onde ceſſaro leſue opere biece
     ſotto lamazza dercole che forſe
     linedie cento et non ſenti lediece
Mentre che ſi parlaua et eltraſcorſe
     et tre ſpiriti uenner ſotto noi35
     dequai ne io nelduca mio ſaccorſe

[p. 59v modifica]

Se non quando gridar chi ſiete uoi ?
     perche noſtra nouella ſoreſtette
     et intendemmo pure adeſſi poi
Io nolli conoſceua ma ei ſeguette 40
     come ſuol ſequitar peralcun caſo
     che lun nomare unaltro conuenette
Dicendo ciamfa doue fia rimaſo ?
     perchio accio chel duca ſteſſe atento
     mi paſi ildito ſu dalmento alnaſo 45
Se tu ſe or lector acreder lento
     cio chio diro non ſara marauiglia
     chio cheluidi apena ilmiconſento
Comio tenea leuato inlor leciglia
     et un ſerpente conſeipie ſilancia 50
     dinanzi alluno et tutto allui ſapiglia
Coipie dimezo liauin ſe lapancia
     et conlianterior lebraccia preſe
     poi liadento luna et laltra guancia
Lideretani allecoſce diſceſe 55
     et mi/Telli lacoda intrambe due
     et dietro perlereni ſu lariteſe
Ellera abarbacata mai non fue
     adalber ſicome lorribil fiera
     perlaltrui membra auiticchio leſue 60
Puoi ſappiccar come dicalda cera
     foſſero ſtate et miſchiar lorcolore
     ne lun nelaltro gia parea quel chera
Come procede inanzi dalardore
     perlopapiro ſuſo un color bruno 65
     che none nero anchora elbianco more

[p. 60r modifica]

Lialtri due ilriguardauan et ciaſchuno
     gridaua ome agnel come timuti
     uedi che gia non ſe nedưe ne uno
Gia eran lidue capi un diuenuti70
     quando naparuer due figure miſte
     innuna faccia doueran drie perduti
Ferſi lebraccia due dicuatro liſte
     lecoſce conlegambe iluentre elcaſſo
     diaenner membra che non fur mai uiſte75
Ogne primaio aſpetto iui era caſſo
     due et neſſun limagine peruerſa
     parea et tal ſengio conlento paſſo
Come ilramarro ſotto lagran ferſa
     deidi caniculari cangiando ſepe80
     folgore par ſelauia atrauerſa
Si pareua tienendo terſo lepe
     delialtri due anſerpentello acceſo
     liuido et nero come gran dipepe
Et quella parte onde prima e preſo85
     noſtro alimento allon dilor trafiſſe
     poi cadde giuſo inanzi allui diſteſo
Lotrafitto Ilmiro ma nulla diſſe
     anzi copie fermati ſbadiglaua
     pur come ſonno ofebbre laſſaliſſe90
Elli ilſerpente et que lui riguardaua
     lun perlapiaga et laltro perlabocca
     fummauan forte elfumo ſi ſcontraua
Taccia lucano omai ladoue tocca
     delmiſero Cabello et dinaſidio95
     et attenda audir quel cor ſiſcocca

[p. 60v modifica]

Taccia dicammo et daretuſa ouidio
     che ſe quel inſerpente et quella infonte
     conuerter poetando io nollo inuidio
Che due nature mai afronte afronte100
     non traſmuto ſicamendue le forme
     acambiar lor matera fofer pronte
Inſieme ſi riſpuoſero atai norme
     chel ſerpente lacoda inforcha feſſe
     elferuto reſtrinſe inſieme lorme105
Legambe conlecoſce ſecoſtelle
     ſapiccar ſi chempocho lagiuntura
     non facea ſegno alcun che ſipareſſe
Togleua lacoda feſſa lafigura
     che ſi perdea la et lafua pelle110
     ſi facea molle et quella dila dura
lo uidi entrar lebraccia perlaſcelle
     et idue pie dellafiera cheran corti
     tanto alungar quanta corciauan quelle
Poſcia lipie diretro inſieme attorti115
     diuentaron lomembro chelbuom cela
     elmiſero delſuo nauea due porti
Mentre chel fummo luno et laltro uela
     dicolor nuouo et general pelfuſo
     perluna parte et dalaltra ildipela120
Lun lleuo et laltro cadde giuſo
     non torcendo perolelucerne empie
     ſotto lequai ciaſchun cambiaua muſo
Quel chera dritto iltraſſe uer letempie
     et ditroppa materia chinla uenne125
     uſcir leorechi delegote ſcempie

[p. 61r modifica]

Cio che non corſe indietro et ſiretenne
     diquel ſouerchio fe naſo lafaccia
     et lelabra ingroſſo quanto conuenne
Quel che giacea ilmuſo inanzi caccia130
     et liorecchi ritira perlateſta
     come face lecorna lalumaccia
Et lalingua cauea uinta et preſta
     prima aparlar ſi fonde et laforcuta
     nelaltro ſi richiude elfummo reſta135
Lanima chera fiera ditenuta
     ſu uolando ſi fuggi perlaualle
     et laltro dietro allui parlando ſputa
Poſcia liuolſe lenouelle ſpalle
     et diſſe alaltro io uo che buoſo corra140
     como fattio carpon perqueſto calle
Coſi uidio laſettima zauorra
     mutar et traſmutar et qui miſcuſi
     lanouita ſe fior lapenna aborra
Et auegna che liocchi miei confuſi 145
     foſſero alquanto et lanimo ſmagato
     non poter quei fugirſi tanto chiuſi
Chi non ſcorgeſſi ben puccio ſciancato
     et era quel che ſol deitre compagni
     che uenner prima non era mutato 150
Laltera quel che tu gauille piagni