Commedia (Neumeister)/Inferno/Canto XIV
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Inferno - Canto XIII | Inferno - Canto XV | ► |
Canto xiiii oue tracta delaq̃litade delterzo girone contento nelſeptimo circulo. Et qui ſipuniſcono coloro che fāno forza nella de itade negando et beſtemmiando quella. Et
nomina qui ſpecialmente ilre cãpaneo ſcelle ratiſſimo inqueſto peccato
miſtrinſe raunai lefronde ſparte
et rendele acolui chera gia fiocho
Indi uenimo alfine oue ſiparte
loſecondo giron dalterzo et doue5
ſi uedide iuſtitia orribil arte
Aben manifeſtar lecoſe noue
dico carrivamo aduna landa
che dalluo letto ogni pianta rimoue
Ladoloroſa ſelua le ghirlanda10
intorno comel foſſo triſto adeſſa
quiui fermamo ipaſſı aranda aranda
Loſpazzo era una rena arida et ſpeſſa
non daltra foggia facta che colei
che fu dapie dicaton gia ſoſpreſſa15
Ouendecta didio quanto tu dei
eſſer tenuta daciaſchun che legge
cio che fu manifeſto agliocchi mei
Danime nude uidi molte gregge
che piangean tutte aſſai miſeramente20
et parea inpoſta lordiuerſa legge
Suppin giacea interra alcuna gente
alcuna ſi fedea tutta raccolta
et altra andaua continuamente
Quella che giù intorno era piu molta25
et quella men che giacealtormento
ma piu alduolo auea lalingua ſciolta
Soura tutol ſabbion dun cader lento
piouean difocho dilatate falde
1 come diyene inalpe ſenza uento30
Quali alexandro inquelle parti calde
dindia uėde ſopral ſuo ſtuolo
fiamme cader infin aterra falde
Per che prouide aſcalpitar loſuolo
conle ſue ſchiere acti chelouapore35
mei ſi ſpengnea mentre chera ſolo
Tale ſcendea lecternale ardore
önde larena faccendea comeſca
ſotto fucile adoppiar lodolore
Senza ripoſo mai era latreſcha40
delemiſere mani orquindi orçuinci
et ſchotendo daſe larſura freſcha
Io cominciai maeſtro tu cheuinci
tutte lecoſe fuor che dimon duri
calentrar dela porta incontro uſcinci45
Chie quel grande che non par che churi ?
loncendo et giace diſpectoſo et torto
ſi che lapioggia non par chel mathuri
Et quel medeſmocheſi fu accorto
chio domandaua ilmio duca dilui50
grido qualio fu uiuo tal ſon morto
Se loue ſtanchi ilſuo fabro dacui
crucciato preſe lafolgore acuta
onde lultimo die percoſſo fui
Ofelli ſtanchi lialtri amuta amuta55
inmongibello alla fucina negra
chamando bon uulgano aiuta aiuta
Si comel fece alla pugna diflegra
et me faetti contatta fua forza
none potrebbe auer uendetta alegra60
Allora ilduca mio parlo diforza
tanto chi non lauca ſi forte udito
o campaneo incio che non ſiammorza
Latua fuperbia ſe tu piu punito
nullo martiro fuor che latua rabbia65
ſarebbe altuo furor dolor compito
Poi ſe riuolſe ame conmeglor labbia
dicendo quel fu lan diſette regi
caſiſer thebe ebbe et par chelliabbia
Dio indiſdegno et pocho par chel pregi70
ma como io dill, allui lifuoi diſpetti
ſonal ſuo petto aſſai debiti fregi
Or miuien dietro et guarda che non metti
anchor lipiedi nellarena arſiccia
ma ſempre albo co tien lipiedi ſtretti75
Tacendo divenimmo laoue ſpiccia
fuor dellarena un picciol fuimicello
locui roſſore anchor miracchapriccia
Quale delbulicame eſce ruſcello
che parton poi tralor lepeccatrici80
tal perlarena giu fengiua quello
Lofondo ſuo et anchor lependici
facti eran pietra et imargini dalato
perchio maccorſi chel paſſo eralici
Tratutto laltro chito dimoſtrato 85
poſcia che noi entramo perlaporta
locui ſoglare aneſuno e negato
Coſa non fu dalituo occhi ſcorta
notabile comel preſente rio
che ſopra ſe tutte fiammelle amorta90
Queſte parole fuor delduea mio
perchiol pregai che mi largiſſel paſto
dicui largito mauca ildiſio
Inmezzo mar ſiede um paeſe guaſto
diſſelli allora che ſapella creta95
ſottol cui rege fu gia ilmondo caſto
Vna montagna ue che gia fulieta
dacqua et difronde che ſichiamo yda
ora e diſerta come coſa uieta
Rea laſcelſe gia percuna fida100
del ſuo figluolo et percelarlo meglio
quando piangea uifacea far leſtrida
Dentro dalmonte ſta dritto un gran ueglio
che tien uolte le ſpalle inuer dammiata
et roma guarda come ſuo ſpeglio105
La ſua teſta e defin oro formata
et puro argento ſon le braccia elpetto
poi edirame fino alla forchata
Daindi ingiuſo e tutto ferro electo
ſaluo chel dextro piede e terra cocta110
et ſta quel piu chen ſu laltro erecto
Ciaſcuna parte fuor chel oro e rocta
duna feſſura chel lagrime goccia
lequali accolte foran quella grocta
Lorcorſo inquella ualle ſi diroctia115
fanno acheronte ſtige et flegetonta
poi ſen uan giu perqueſta ſtretta doctia
Infin ladoue piu non ſi diſmontano
fanno coacto et qual ſia quello ſtagno
tu louedrai pero qui non ſi conta120
Et io allui ſel preſente rigagno
ſi diriua coſi dalnoſtro mondo
perche ciappare pur aqueſto uiuagno ?
Et elli adme tu ſai chelluogo e tondo
contutto che taſie uenuto molto125
piu aſiniſtra giu calando alfondo
Non ſe anchor pertutol cerchio uolto
perche ſe coſa napariſce noua
non dee adur marauiglia altuo uolto
Et io anchor maeſtro oue ſi troua130
flegetonte et lethe che delluntaci
etlaltro dicheſi fa deſta pioua
Intutte tue queſtion certo mipiace
rifpuoſe mailbolor delacgna roſſa
douea ben ſoluer luna che tu faci135
Lethe uedrai ma fuor di queſta foſſa
ladoue uanno lanime alauarſi
quando lacolpa pentuta e remoſſa
Poi diſſe omai e tempo da coſtarſi
dalboſco fa che diretro ame uegne140
limargini fan uia che non ſon arſi
Et ſopra loro ogni uapor ſi ſpegne
- ↑ dineue a penna