Cenno istorico del Comune di Cassano/Seconda Parte/Capitolo VIII
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CAPITOLO VIII.
Ripristinazione del Convento, e decreto Sovrano di godere i religiosi la sepoltura nella propria chiesa.
La Chiesa di Cristo è quella fortunata Navicella, che dalle onde dell’empietà potrà essere scossa soltanto, ma non mai sommersa. Per più di 30 anni i nemici della Croce di Cristo aveano cercato di affondarla nel vortice de’ loro errori, e annientare con lei anche ogni ordine politico. Ma cessata nel 1815 la ria bufera, la rosata aurora apportatrice di pace spuntò sull’orizzonte della desolata Europa. Pio VII dopo sei anni di duro esilio ritornò trionfante alla sede Romana a tergere le lagrime dell’afflitta sposa del Nazareno Signore, e rivestirla del Paludamento di giocondità e di letizia. Col supremo Gerarca restituironsi i Principi dispersi ai loro Troni, ed il nostro legittimo Monarca Ferdinando IV rividesi glorioso a sollevare i suoi popoli dalle sofferte sciagure. La Religione cattolica fé’ sventolare allora sul Vaticano i suoi trionfali vessilli. Le pecorelle smarrite riunironsi all’ovile, e sotto la guida del proprio pastore, e gli ordini monastici ritornarono alle prische osservanze sotto la giurisdizione legittima de’ ministri Generali. Ritornate le cose all’ordine, i Padri Riformati dell’alma provincia di S. Nicola di Bari nel dì 18 marzo 1816 si congregano insieme nel Convento di Francavilla, si eleggono i legittimi Superiori, e si ricompone la provincia. In questi primi comizi, dopo l’occupazione militare, fu eletto diffinitore, e commissario delegato del distretto Barese, il padre Giuseppe Maria da Santeramo (a), il quale qual altro nuovo Zorobabele con tutte le forze del suo spirito e del suo zelo cominciò a raccogliere le disperse pietre del Santuario. Egli pieno dello spirito di Dio, simile al gran Sacerdote Esdra s’impegna riacquistare i tre Conventi già soppressi dal turbine vertiginoso. I suoi santi voti furono esauditi; nel 1817 e pel suo zelo e per la cooperazione efficace dei divoti Cassanesi, e per le fervorose preghiere del padre Francesco sopraddetto alla gran Vergine degli Angeli, il Convento di Cassano ritor- (.. •. )■ •: (a) Vedila sua biografia stampata nel 1851.. nò ai Padri in virtù della seguente Ministeriale Amministrazione della registratura e de’de li manii: direzione di Bari: Esercizio 1817: Burò di Grumo: Comune di Cassano: Oggi, che sono li 14 del mese di febbraio 1817 in Cassano. Noi Antonio Caputi Ricevitore della registratura, e dei demanii del circondario di Grumo, in esecuzione degli ordini del sig. Direttore Generale in data de’ 18 settembre scorso anno 1816, comunicati dal sig. Direttore della provincia in data de’ 30 detto mese ed anno, Burò 2. N. 3530, al mio antecessore signor Nicola Capursi, contenente l’esecuzione della Reale volontà dì ripristinarsi il Convento dei Padri Riformati di Cassano, ci siamo conferiti in questo Comune per dare l’esatta esecuzione ai suddetti citati ordini; in conseguenza di che abbiamo immesso nel modo legale in possesso il padre Guardiano padre Francesco Maria di Acquaviva del locale e giardino adiacente al medesimo, con avergli fatta consegna di tutti gli oggetti esistenti nella chiesa e convento predetto. Quindi abbiamo imposto all’affittatore del giardino signor D. Pietro Rospi di conoscere il suddetto Guardiano per legittimo e vero padrone, e di versare al medesimo il fitto dell’annata corrente, che è dovuto dall’agosto «1816, epoca della reale volontà, e di rilasciare al medesimo il detto locale tostochè sarà l’affitto terminato. Il Ricevitore — Antonio Caputi. Il Convento e la Chiesa furono ritrovati dai Padri quasi in quello stesso stato in cui fu lasciato, e ciò per la cura, per lo zelo e per l’assistenza del venerando padre Francesco, il quale per le sue cristiane virtù ha meritato certamente gli eterni riposi. Forse alle sue sante preghiere presso l’Altissimo si deve il miglioramento di questo Santuario e l’invenzione dell’effigie della SS. Vergine, di cui se n’era perduta ogni memoria., Dopo l’istituzione del Camposanto piangea inconsolabile questo fedelissimo Servo di Dio, pensando, che dopo la sua morte, la sua spoglia non dovea riposare nella chiesa di S. Maria degli Angeli, insieme colle venerande ceneri degli altri suoi confratelli religiosi già trapassati all’eternità; percui spesso si portava innanzi alla gran Vergine, e colle calde sue lagrime e con infocati sospiri, che, si sprigionavano dal cuore, dicea: Oh Maria, oh Madre di Dio! Madre della grazia divina, quale dispiacere io ti ho dato, se dopo di averti servita per tanti anni, alla mia morte me ne discacci dal la tua casa? Sì, confesso, ho peccato, ma perdona, o Madre, al fallo mio; le mie colpe sono parti della mia fragilità, e non già mancanza di affetto e di divozione, mentre io ti ho amato, ti amo e ti amerò finché avrò’ vita, quale Madre di Dio e madre mia.... Dopo di avere per più tempo fatto questi teneri sfoghi alla Regina del Cielo, dicea al Superiore: Supplichiamo la Maestà del nostro Augusto Sovrano, il quale è elementissimo, e nella sua clemenza esaudirà le nostre preghiere: preghiamolo, acciò permetta, che le nostre ceneri dopo la morte nostra restino in questa chiesa di Maria SS. cui noi serviamo in tutto il tempo della vita. Il cuor mi dice, che otterremo la grazia, e per ottenerla più facilmente interponiamo il patrocinio della nostra Madre Maria, di cui il nostro Augusto Sovrano è assai divoto, e per l’amore di Maria ci concederà la grazia.
Già il Superiore, padre Vincenzo da Turi, premurato dalle frequenti, istanze del padre Francesco, e fiduciando nella protezione di Maria, nel mese di marzo del 1847 scrisse la supplica, e, nel nome di Dio è nel patrocinio di Maria la spedi colla posta alle sacre mani di Sua Maestà Ferdinando II (D. G.). Ed ecco, oh quanto è vero, che i cuori de’ Re sono nelle mani di Dio e di Maria! In poco tempo venne il Sovrano Rescritto, con cui si comandava alle Autorità Civili, che i religiosi di S. Maria degli Angeli presso Cassano, dopo la morte potessero godere la sepoltura nella loro chiesa. Il Rescritto Reale è concepito nei seguenti termini: «Essendosi Sua Maestà il Re nel Consiglio ordinario di Stato dei 14 corrente mese degnata di accordare ai Padri Riformati di Cassano la grazia di potersi interrare nelle sepolture del proprio chiostro: nel Real Nome io le partecipo questa Sovrana disposizione per l’adempimento di risulta, ed a riscontro del di lei rapporto de’ 23 aprile. Napoli 20 maggio 1847. Firmato. Nicola Santangelo. All’Intendente di Bari.»
Quale fu la consolazione del venerando vecchio padre Francesco, e di tutta la religiosa famiglia, ognuno se la può immaginare. Già dopo due anni della disposizione Sovrana, il prelodato Padre li 26 gennaio 1849 di anni 88, di dimora nel Convento di Cassano circa anni 70, ricolmo di meriti se ne volò al cielo, e fu il primo a godere la grazia Sovrana.