Canti patriotici/Al colonnello Giuseppe Garibaldi

Al colonnello Giuseppe Garibaldi

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Al colonnello Giuseppe Garibaldi
Canti patriotici Ai portoriani

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AL COLONNELLO

GIUSEPPE GARIBALDI

ED ALLA

LEGIONE ITALIANA IN MONTEVIDEO


Inno


Beato l’uom che al gemito
     Della sua patria oppressa,
     3Poichè di molti secoli
     L’onta pesò sovr’essa,
     Si sveglia, e il formidabile
     6Suo brando impugna, in nome del Signor

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E pien della magnanima
     Ira di mille petti,
     9Là dove più fiammeggiano
     Gli acciari ed i moschetti,
     Fra il denso fumo e gli orridi
     12Rimbombi, cerca dei nemici il cuor.

Da noi perdono impetrino
     Gli oltraggi a noi sol fatti:
     15Dei popoli le lagrime,
     I vïolati patti
     Quaggiù non si perdonano,
     18E il ferro appena cancellar li può.

Confida negli eserciti,
     Empio oppressor, confida;
     21Prepara Iddio le folgori
     E a un braccio sol le affida;
     Cade il gigante esanime
     24Al primo sasso che un fanciul lanciò.

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Oh! ben festeggi, o Genova,
     La secolar vittoria,
     27Che conquistava un Davide
     Alla tua bella Istoria,
     E fece all’implacabile
     30Aquila le battute ugne tremar.

Or leva dai marmorei
     Palagi il capo altero;
     33China lo sguardo all’Isole
     Che il tuo divin nocchiero
     Cercò sotto astri incogniti,
     36Fra le procelle d’intentato mar.

Chi sono quei fortissimi,
     Che vinto il lungo assalto
     39D’un’oste innumerevole,
     Entran festanti in Salto?
     Per chi quel serto intrecciano?
     42Di chi parla quel cantico guerrier?

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Itali sono, ed italo
     È il Condottier dei forti;
     45Un giogo iniquo a frangere
     Si sfidan mille morti,
     Ogni terreno è patria,
     48Nessun popolo a noi vive stranier.

Chi ne’ tuoi chiusi oracoli
     Può penetrar, gran Dio?
     51Tu dei più eletti spiriti
     Vedovi il suol natìo;
     Tu lasci qui nell’ozio
     54Tanta gagliarda gioventù morir;

E va Gioberti, vindice
     Dell’italo pensiero,
     57Ad erger su gli elvetici
     Dirupi un trono al Vero;
     È Garibaldi un fulmine
     60Che fa l’americane acque stupir.

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Quando su noi le barbare
     Orde stendean gli artigli,
     63E la demente Italia
     Col sangue de’ suoi figli,
     Con l’oro suo mercavasi
     66Eterno vitupero e servitù,

Signore, il tuo giudicio
     Era tremendo allora;
     69Ma se di pochi e splendidi
     Esempi ancor s’onora,
     A serbar vivo un popolo
     72Basta il pensier d’un solo e la virtù.

Della grand’alma prodigo
     Per la non sua contrada,
     75Altro Ei non chiede in premio
     Che un tetto ed una spada,
     Molte battaglie e vittime,
     78E degli ospiti suoi la libertà.

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A noi concedi, o libero
     Di Washington nipote,
     81Il trïonfale cantico:
     Bello di patrie note,
     Più dolce nella memore
     84Alma del nostro Eroe discenderà.

E noi scemiam gl’ignobili
     Trïonfi dei conviti;
     87Noi defraudiam d’un vacuo
     Concento i molli uditi;
     E dica al mondo un povero
     90Don che la madre di quei prodi è qui;

Sappiano i nostri parvoli
     Il nome del Campione,
     93Con le dipinte immagini
     Dell’itala Legione
     Di trastullarsi godano,
     96Per sorger essi ad emularla un dì.

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Già fra le rotte tenebre
     Penetra un raggio e splende,
     99I volti si conoscono,
     Lo sguardo si comprende:
     Nostre non son le fertili
     102Campagne, e nostro questo ciel non è?

Appiè dell’Alpi battono
     Polsi di vita ardenti,
     105Sorgon concordi, indomiti
     Voleri ed alte menti;
     Come dell’armi il fremito
     108Suoni il vero giocondo al cuor del Re.

Non affrettiam precipiti
     Il giorno glorïoso;
     111Quel giorno e nella provvida
     Mente di Dio nascoso;
     Allor che la sua vindice
     114Destra folgoreggiando accennerà,

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E noi sorgiam terribili
     Dai campi, e dagli spaldi;
     117In ogni seno palpiti
     Il cuor di Garibaldi:
     Beato l’uom che l’anima
     120In quel santo conflitto esalerà!