Canti (Sole)/Il primo cadavere

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Il menestrello Al mio salice
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IL PRIMO CADAVERE
(sopra un cartone di michele de napoli)




Come a l’incanto della tua matita
     Subitamente mi si cangia in vista
     Questa d’onde e di ciel curva infinita!

Questi flutti che il sol, cadendo, lista
     Di porpora lucente, al guardo mio5
     D’un tratto involi, o sapïente artista!

Ed ecco i colli circostanti obblio,
     E in quel, che m’offri, funebre papiro
     Di terror fremo e di spavento anch’io!

Quel che dipinto, anzi qui sculto miro,10
     Di tanta ed alta verità tu stampi,
     Che in altri lochi e in altro aër mi aggiro! —

Un silenzio ferale occupa i campi;
     Arde ancor la fumante ara, e l’esangue
     Vittima irraggia di funerei lampi.15

Sovra una fronte giovenil che langue
     La morte apparve; l’ha sentita il mondo,
     E la terra bevuto ha il primo sangue.

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Muto, percosso da terror profondo
     Adam non piange; e de’ suoi dolci nati20
     Resupino giacer mira il secondo.

Sovra due sorridenti occhi, velati
     D’una strana quiete, ei gli occhi inchina,
     Qual uom, che impetri di spavento e guati.

Più che il paterno amor, la peregrina25
     Cosa, che innante gli sorgea, la morte,
     Promessa da l’ultrice ira divina,

In lui già puote e nella sua consorte
     Terribilmente; e nel suo vergin cuore
     Più che il dolor la meraviglia è forte.30

Eppur senza misura è il suo dolore!
     Il giovinetto che pallido posa
     De le paterne tende era l’amore.

Non vider mai più dilettevol cosa
     Gli angioli, che a la terra eran vicini,35
     Nè più florida guancia e più vezzosa.

Su quei folti capelli e giacintini
     Eva la bocca non ponea, che meno
     Non si udisse doler de’ suoi destini.

De l’esiglio ei vi fea l’aer sereno,40
     Esuli antichi, o del perduto Eliso
     Più consolate le memorie almeno!

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Quando con questo giovinetto ucciso
     D’un altro ciel novellavate a sera,
     La sua voce sonava in un sorriso:45

— Jeova è giusto; e questa landa intera,
     Che terra ha nome, un paradiso è pure,
     Se l’amor ne conforta e la preghiera! —

E l’hanno ucciso! E dalle azzurre alture
     Indarno, Eva, col guardo il cercherai50
     Per le lontane irrigue pasture!

Povera madre! I grandi aridi rai
     Sovra il trafitto appunta, e dubbia ancora
     Ch’ei non abbia di terra a sorger mai!

Curva sotto un pensier che la martora,55
     Al fido lato coniugal si preme,
     Ed aita al terror tacita implora!

Sì quando nuova la sciagura freme,
     Amor le sovraccolte alme tementi
     Più presso aduna e le confonde insieme.60

Non disperate, o trepidi parenti,
     Benchè si veli la campagna a scorno
     E s’infoschino al guardo i firmamenti.

Questa terra, che fredda e nuda intorno
     Par che muta impauri al vostro affanno,65
     Sarà coperta di viventi un giorno.

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E color che da voi discenderanno,
     In infinita compagnia fedele
     Verso il perduto Eden viaggeranno!

Sotto una man più trista e più crudele70
     Un altro giusto piegherà la fronte,
     Spirerà, sanguinando, un altro Abele.

Ed un’altra Eva il piangerà sul monte;
     E quel sangue sublime e immacolato
     Sarà di vita inessiccabil fonte.75

Il tuo gemito rotto inascoltato,
     Povera madre, ne l’età vegnenti
     Sonerà più tremendo e miserato.

E mute indietro guarderan le genti
     A questa ignuda solitaria landa80
     Che ai tuoi lunghi echeggiò primi lamenti!

Ma fin che il giorno la sua luce spanda,
     L’anatema de’ popoli venturi
     Te seguirà, fuggiasco, in ogni banda!

Fratricida! Ti avventa entro i più scuri85
     Boschi remoti! di Jeova al grido,
     E ai tuoi rimorsi ei non saran securi!

Avrai l’aer maligno, il suolo infido:
     Inaridite languiran le aiuole
     Sotto i tuoi passi per qualunque lido.90

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E il tuo fato cadrà su la tua prole;
     E chiuso in alta oscurità tremenda
     Ti troverà de la dimane il sole.

Nè fia più sonno che a lenirti scenda;
     L’estremo unico sonno avrai dormito,95
     Per sempre omai, ne la paterna tenda.

E quando, memor del misfatto avito,
     Altri prorompa nel fratel tapino,
     Ogni cuor fremeranne inorridito,

E cupamente griderà: Caino!100