Canti (Aleardi)/Ore cattive/Il cantore Schahkouli

../La valle della morte nell'isola di Giava

../Tragedia cotidiana IncludiIntestazione 12 gennaio 2023 75% Poesie

Ore cattive - La valle della morte nell'isola di Giava Ore cattive - Tragedia cotidiana
[p. 201 modifica]

IL CANTORE SCHAHKOULI.1


Polvere e fumo avvolgon le dugento
     Torri di Bagdad, la città dei Santi:
Per le moschee fischian le fiamme e il vento
     Salgono gli urli de la strage e i pianti
                                                  Al firmamento.

Brilla per tutto la cornuta Luna,
     Fuor che a la Porta ancor de le Tenèbre;
Poi che tentando l’ultima fortuna,
     Ivi un audace con ardor funèbre
                                                  Le schiere aduna.

Ma la vittoria è omai dell’Ottomano.
     Da la sua tenda che di gemme luce:
«Schiavi, recate di quel reo Persiano
     Qui la testa esecrata,» urla con truce
                                                  Volto il Sultano.

E quel giovine audace era un Cantore
     Celebrato in sul Tigri. «Io voglio, pria
Di morir, presentarmi al vincitore:
     Per me non già, ma per quest’arte mia
                                                  Che meco muore.»

[p. 202 modifica]

Con disperata man de lo stromento
     Corse le corde in faccia del tiranno,
E cantossi la morte. Era un concento
     Di gemiti, di fremiti; un affanno
                                                  Senza lamento.

Poscia cantò le ceneri e la tomba
     De la sua patria misera, e la valle
Del Tigri schiava. E sibili di fromba
     Quelle note parean; fischi di palle,
                                                  Squilli di tromba.

Intonò alfine l’inno dei redenti:
     Narrò la pace, il rinnovato aprile
Dell’arti, i lieti campi, i monumenti;
     Narrò l’amor, la voluttà gentile
                                                  D’esser clementi.

In quello istante divenuto buono
     Era ogni tristo, e si quetaron l’ire.
Taccion le schiere: dal gemmato trono,
     Sorridendo, al Cantor concede il Sire
                                                  Vita e perdono.

Anch’io ti dissi un giorno, o traditora:
     «Senza di te morrei: oh non lasciarmi
Languir! Oh non voler che meco muora
     Questo che tu mi spiri estro dei carmi,
                                                  Dolce Signora!»

E l’itala cantai buona novella
     Sfidando il palco de l’austriaca gente,
E con l’audacia di canzon ribella
     Le battaglie predissi, e la nascente
                                                  Itala stella,

[p. 203 modifica]


Ma tu, crudele, arte spregiando e pianto,
     Compisti inesorabile il misfatto;
Tolto al mio cor dell’amor tuo l’incanto,
     Spenti, Sultana, tu volesti a un tratto
                                                  Cantore e canto.

Note

  1. [p. 260 modifica]Il famoso Musico persiano Schahkouli sotto Amurat IV, un de’ più crudeli Neroni ottomani, fu il fortunato protagonista di questo dramma, dopo la presa di Bagdad nel 1638.