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IL CANTORE SCHAHKOULI.2
Polvere e fumo avvolgon le dugento
Torri di Bagdad, la città dei Santi:
Per le moschee fischian le fiamme e il vento
Salgono gli urli de la strage e i pianti
Al firmamento.
Brilla per tutto la cornuta Luna,
Fuor che a la Porta ancor de le Tenèbre;
Poi che tentando l’ultima fortuna,
Ivi un audace con ardor funèbre
Le schiere aduna.
Ma la vittoria è omai dell’Ottomano.
Da la sua tenda che di gemme luce:
«Schiavi, recate di quel reo Persiano
Qui la testa esecrata,» urla con truce
Volto il Sultano.
E quel giovine audace era un Cantore
Celebrato in sul Tigri. «Io voglio, pria
Di morir, presentarmi al vincitore:
Per me non già, ma per quest’arte mia
Che meco muore.»