Caccia e Rime (Boccaccio)/Appendice/13
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13. Se quelle treccie d’or, che m’ànno il core
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Se quelle treccie d’or, che m’ànno il core
Legato e stretto all’amoroso nodo1,
E le quale [ognor] più onoro e lodo,
Sì come vole e mi comanda Amore,
D’argento alquanto prendesson colore2,5
Forse ch’anchor piatà troveria modo
Di fare il petto adamantino e sodo,
Trattabil, d’esta donna, in mio favore3.
Fonte/commento: editio maiorMa mal mi par di ciò4 esser in via,
Perciò ch’ognora si fanno più belle10
E a me manca forza ad aspettare.
Dunque farò com’uom quando disia
Quel di che mai non de’ udir novelle,
Ma sostentat’è pur col van sperare5.
Note
- ↑ Come nel son. II, 4-5, la donna à intessuto lacci dei suoi biondi capelli.
- ↑ L’identica speranza, se pur con diverso scopo, è espressa nei sonetti XLIII e XLIV.
- ↑ «Di far trattabile, in favor mio, il petto adamantino e duro di questa donna.»
- ↑ «Di ottener ciò.»
- ↑ «Quando desidera una notizia che non gli perverrà mai, ma si sostiene solo con la speranza, per quanto vana.»