Cabiria/Il terzo episodio
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IL TERZO EPISODIO
INTANTO ANNIBALE, LA «SPADA DI CARTAGINE», CERCA LA VIA DEL SUO FATO TRA I MONTI SACRI CHE SI LEVANO AL CIELO COME UNA MURAGLIA IMPENETRABILE.
CON UN PRODIGIO DI PAZIENZA E DI FORZA, ANNIBALE VALICA LE ALPI; ED ECCO, LA SUA CELERITÀ MINACCIA ROMA.
IL GRANDE MESSAGGIO INEBRIA DI VITTORIA L’ANIMA DI KARTHADA CHE ESALTA IL SUO FIGLIO.
FULVIO AXILLA E MACISTE SI CELANO TUTTAVIA NEL RIFUGIO DELLA SCIMMIA LISTATA, PROTETTI DAL SILENZIO PRUDENTE DI BODASTORET CONSIGLIATO DALLA PAURA.
AVVERTITO DEL PERICOLO CHE SOVRASTA ALLA PATRIA LONTANA, FULVIO DELIBERA DI TENTARE NELLA NOTTE LA FUGA.
SOFONISBA, LA FIGLIA D’ASDRUBALE, L’ARDENTE «FIORE DEL MELAGRANO».
IL RE NUMIDA MASSINISSA È OSPITE DI ASDRUBALE CHE GLI PROMETTE LA SUA FIGLIA AMMIRABILE.
MASSINISSA, IL PRINCIPE DEI CAVALIERI, INVIA UN DONO ALLA VERGINE MISTERIOSA E LE CHIEDE LA GRAZIA DI VEDERLA IN SEGRETO, AL NASCERE DELLA LUNA, NEL GIARDINO DEI CEDRI.
— «DI’ COM’È EGLI?»
— «COME IL VENTO DI PRIMAVERA, CHE VALICA IL DESERTO CON PIEDI DI NEMBO RECANDO L’ODOR DEI LEONI E IL MESSAGGIO D’ASTARTE.»
SUL FAR DELLA NOTTE, UN UOMO CAUTO SALE AL TEMPIO SPAVENTOSO.
«NULLA VIDI, NULLA SO... MA L’UDII, UNA SERA, DA GENTE CHE PRATICA LA MIA BETTOLA... AL NASCER DELLA LUNA, PONI L’AGGUATO, LAGGIÙ ...» ´
SORGE LA LUNA.
«O REGINA, CHE PORTI LA LUCE, DEA DALLE CORNA DI TORO, NOTTURNA, CHE TUTTO VEDI, CHE IN CERCHIO CAMMINI, CHE AMI LE VEGLIE, CHE CRESCI E MANCHI, PRODUTTRICE, VENTUROSA, RAGGIANTE, PROTEGGI I TUOI SUPPLICI, ACCOGLILI NE’ TUOI MISTERI...»
ALTRI CUORI, ALTRE ANSIE.
IL «BUONO EVENTO» SECONDA IL ROMANO.
«O CELEBRATA IN MILLE INNI, TU CHE ACCORDI LA GRAZIA IN SEGRETO, TU CHE ANNODI I MORTALI CON LE NECESSITÀ INVINCIBILI, TU CHE DELLA NERA NOTTE TI PIACI E DEI LETTI D’AVORIO, O FERTILE, O SCALTRA, O TUTTA SORRISO, VIENI E VISITA CHI DAL CUORE PROFONDO T’INVOCA!»
MACISTE INCALZATO SI RIFUGIA NEGLI ORTI DI ASDRUBALE.
«PROTEGGILA! GLI IDDÌI TI PROTEGGERANNO»
— «M’È APPARSO COSTUI ALL’IMPROVVISO... NON AVEVA SECO ALCUNO, NÉ COSA ALCUNA..»
— «MOLOCH LA GIUNGA! ELLA È CON L’ALTRO RAPITORE...»
TUTTO ANCOR SANGUINANTE DEL SUPPLIZIO ATROCE, MACISTE È VINCOLATO ALLA MOLA IN PERPETUO; CHE LA MORTE TROPPO ERA LIEVE!
VERSO ROMA.
L’OSTE SI VENDICA DI AVER TANTO TREMATO.