Cabiria/Il quarto episodio
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IL QUARTO EPISODIO
SI MUTARONO LE SORTI DEL VINCITORE DI CANNE. IL PROCONSOLE MARCELLO STRINGE D’ASSEDIO SIRACUSA ALLEATA DI CARTAGINE. FULVIO AXILLA MILITA SOTTO LE INSEGNE DEL VINCITORE DI NOLA.
MA UN VECCHIO SAPIENTE SOLLEVA LA FRONTE DALLA SUA MEDITAZIONE E CREA PER LA DIFESA DELLE MURA LE MACCHINE IRRESISTIBILI.
ARCHIMEDE DOMANDA AL SOLE LA FIAMMA DISTRUGGITRICE DEL NAVIGLIO ROMANO.
L’ORDIGNO NON MAI VEDUTO SI MOSTRA ALL’IMPROVVISO, DIVINAMENTE, SIMILE A UN FASCIO DI FÒLGORI SILENZIOSE.
FULVIO AXILLA CONTRASTA INVANO AL PÀNICO CHE LO TRAVOLGE.
A SERA IL NAVIGLIO FORMIDABILE DI ROMA NON È SE NON UN ROGO CHE SI SPEGNE SULLE ACQUE PLACATE.
FULVIO È TRATTO DALLA CORRENTE NEL MARE DI ARETUSA.
OGNI SPERANZA DI SALVEZZA È VANITA.
MA AL DITO DEL NAUFRAGO È L’ANELLO DI CROESSA. «SE DARAI SALUTE, AVRAI SALUTE.» SOPRAGGIUNGE IL SOCCORSO INSPERATO.
L’OSPITE DI BATTO, CONFORTATO, NARRA L’AVVENTURA DELL’ANELLO.
«O HESTIA, REGINA, FONDAMENTO INCROLLABILE DEGLI IDDII FELICI E DEGLI UOMINI MISERI, A TE TUTTI I DONI! CABIRIA VIVE, E IN LEI IL TUO FUOCO.»
«VIVEVA, ORA NON SO...»
E PRENDENDO COMMIATO DALL’OSPITE ANSIOSO, FULVIO AXILLA PROMETTE DI RICERCARE CABIRIA, SE NOVAMENTE LE SORTI LO TRAGGANO A CARTAGINE.