Busto Arsizio - Notizie storico statistiche/Parte I/IX

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IX.


Monatti — Purga de'panni — Quarantena ed altre precauzioni — Propagatori
della peste designati dalla voce publica — Medici — Sorveglianza rigorosa
nel borgo — Come si governassero in proposito que' di Gallarate.


„ Ora li signori Proveditori sopra il tempo avendo previsto e con maturità considerato li gran pericoli che potevano nascere dal morbo contagioso, diedero ordine, che li monatti andando per la terra a pigliar morti, o vero a fare altre cose, portassero sempre un campanello in mano sonando continuamente per dare avviso al popolo con tal segno di ritirarsi e fugire il loro incontro, per non infettarsi.

„ Fu ancora dato ordine e cominciato a far la purga dei panni delli infetti e delle cose infettate, che fu nel principio di giugno, e per maggiore commodità fu giudicato ispediente di fare queste purghe al molino della Carottola patrimonio della Communità, fabricato nella Valle dell'Olona, e di tempo in tempo s'andavano ancora purgando le case infette e sospette co'l fuoco e la calcina. Le suppellettili e mobili di qualche valuta si purgavano sì, ma le stracce e cose di poca valuta s'abbruciavano fuori della terra all'aria acciò con il fumo non s'infettassero, ed ammorbassero le persone. — Nel [p. 66 modifica]medesimo tempo, nel quale diligentemente si facevano tutte queste opere, fu ancora fatto uno scrutinio di tutte le persone guarite che già erano state infette nelle caserme, ed a questo bisogno furono deputate due contrade nella porta di Basilica per riponere tutti li risanati dal male contagioso. Queste contrade duravano dalla Casa de'Sciocchi fino alla porta delli Allegranza tutta serrata, sotto custodia di guardiani, serrate con le porte, fabricate a questa porta d'un muro all'altro della contrada. Fatto questo, subito l'infetti erano denudati e spogliati dagli suoi panni e vestimenti, ed erano di novo vestiti con altri panni netti, e gli facevano fare la quarantena, mettendovi buone guardie acciò non fugissero. — Erano tra uomini e donne, ma più figliuoli, più di 160, quali uscirono, e furon rilasciati dalla quarantena all'ultimo di giugno, che fu la festa de'santi Pietro e Paolo. Come licenziati dalla morte, furono dati alla libertà della vita sani e disposti.

„ Al primo del mese di luglio furono messi nell'istessi luoghi di quarantena quelli che si trovavano nelle baracche e nelle capanne, i quali avevano avuto la peste ed il contagio, ma erano già guariti, acciò, fatta la quarantena, potessero attendere a'negozii e facende. Questi erano in circa a cento persone tra uomini e donne.

„ Mentre ogni giorno si studiava per beneficio della sanità e salute corporale del publico, acciò che ognuno sapesse con chi trattare e non trattare; fugire e non fugire; guardarsi e non guardarsi; finita che fu la quarantena tanto generale quanto particolare, fu stabilito e decretato con gran giudizio in vero e somma prudenza, che li infetti guariti e li sospetti ancora portassero per molti giorni in mano una bacchetta bianca, lunga di tre braccia, acciocché andando e ritornando tanto per la [p. 67 modifica]terra quanto per la campagna, incontrandosi con altri, si potessero schivare a tempo con risguardo della salute e della sanità corporale, la qual cosa fu sempre osservata diligentemente sino al fine del pericolo.

„ Nel tempo poi del grano fu dato ordine e stabilito, che nessuno potesse condurre, nè con carro, ne con cavalli, nè in altro modo portare dentro dalla terra qualsivoglia sorte di grano; e questo fu fatto perchè nelle case ammorbate, infette e nelle nette ancora, infettandosi, non si avesse poi di dare il fuoco al grano, alle case ed altro per degni rispetti e legitimi.

„ Molti avevano poi in campagna delle cascine fabbricate di vivo per stanziare e riponere il grano, quali non pativano alcuna difficultà. Altri quali avevano borsa, fecero fare molti cascinotti di legnami e paglia, dove riponevano i loro grani e bestiami ancora, chè avreste veduto per tutto la campagna fornita di capannotti, baracche ed aree di battere il grano, che appunto rappresentava un esercito di soldati ben accampati, con le baracche per assedio di qualche città. — Altri poi conducevano il loro grano vicino alla terra in Prato, vulgarmente parlando, dove avreste veduto, per la moltiplicità e varietà dei padroni che riponevano il grano, come tanti torrioni e baluardi di castello che rendevano meraviglia a chi li vedeva; ben coperti con cappelli di paglia per la iniquità de'tempi. Nell'istesso tempo fu dato ordine ancora che qualsivoglia sorte di bestiame si mandasse alla campagna del continuo, giorno e notte, la qual cosa fu osservata per poco tempo.

„ Al principio del mese di luglio l'infetti erano ridutti solamente al numero di 30 in tutto, i quali erano riposti nelle baracche, essi si trovavano in assai bon termie della loro salute, che quasi liberamente si [p. 68 modifica]poteva dire che Dio ci aveva esauditi per intercessione della Vergine Santissima, e fatta la grazia e liberali dal contagio; perchè passavano due e tre giorni alle volte, che nessuno moriva, tal che le cose erano a bonissimo termine. Al contrario della Città, perchè in quel tempo il morbo e la peste più signoreggiava.„

Il cronista, dopo essersi difuso a descrivere la peste come propagata anche ad arte in Milano, continua così: “Alli dodici di luglio questi maledetti magliardi alcuni di loro uscirono fuori della città con queste composizioni fatturate, ed andavano per le campagne, ungendo le pigne (i mucchj) del grano e furono seguitati in particolare da quelli di Cerro e della cascina di S. Giorgio, i quali andando alla volta di Gallarate untarono la cascina della Cagnola per cognome la cascina de'Giorgiati, un millio vicino a Busto posta sopra la strada milanese di Selva lunga. Erano tre bene a cavallo quali furno seguitati da quelli di Gallarate, ma perchè avevano troppo vantaggio non fu possibile arrivarli, nè sopragiungerli, perchè correvano a piedi giunti, come tanti corsieri alati.

„ Il medesimo giorno dell'istesso mese, che fu un venerdì, fu preso un certo frate converso della religione de Servi, il quale stava per cercante ad un certo conventicello nel luogo di Magnago discosto dalla terra circa cento passi verso Castano, dove ordinariamente dimorano due frati soli, uno di messa e l'altro di cerca.

„ A questo fraticello converso senza saputa del padre compagno fu dato un giorno di S. Margarita da un certo scrittore in Milano molti zecchini per premio e pagamento di ungere otto terre quali sono queste: Gallarate, Busto Arsizio, Sacconago, Samarate, Magnago, Buscate, Castano e Cuggiono, e quando fu fatto prigione gli trovarono addosso sessanta zecchini. — Andò prima [p. 69 modifica]a Gallarate questo converso due volte per far la cerca con intenzione di untare, ma fu reietto e sbattuto a dietro, perchè vi andò fuori di sabbato giorno di mercato, perciò non potè effettuare questa maligna sua voglia di spargere l'unto; perchè in Gallarate si teneva vigilantissima custodia e guardia alle porte, di modo che restò gabbato. — A Busto non vi era ancora venuto, se bene di giorno in giorno doveva venire a fare alla peggio, benché questo nostro borgo già gran pezzo si trovava infetto. Questo fraticello non ebbe poi tempo di tornare a Busto nè altrove, perchè fu poi carcerato.

„ Ora, fatto prigione, confessò di essere andato a Sacconago, dove dice d'aver unto la chiesa di S. Donato, la quale è verso Bienate, e questo avanti due giorni che fosse carcerato, e vi morirono sei persone di una casata sola.

„ Non era ancora andato a Samarate, stavasi con il pensiero di andarvi per esser vicino a Magnago, riservando questo luogo per l'ultimo, perchè faceva la cerca un giorno per ciaschedun luogo una volta la settimana, se bene vi andò una volta, per quanto mi raccontò uno di Samarate, ma perchè vi andò sotto la sera con pensiero di fermarsi la notte, per poter meglio infettare la terra, per divino volere ne fu scacciato e rimandato a dietro, nè mai più vi ritornò, e gli riuscì indarno la sua furberia. — A Magnago non fece danno alcuno, perchè aspettava l'occasione che il signor Rodolfo Croce gentiluomo si partisse dalla terra, il quale tiene casa in piazza dirimpetto alla chiesa parochiale, nè mai si partì per Dio grazia così inspirato dal cielo, nè questo maledetto converso ebbe mai occasione opportuna di poter fare la sua perversa voglia, e così furono [p. 70 modifica]difesi dalla protezione di S. Michele suo santo e patrono festivo.

„ Di Buscate si dice che andasse sì, perchè guastò il signor Giulio Cesare Riva ricchissimo mercante di panno. — Andò poi a Cástano per la cerca, dove untò ed imbrattò tre porte in particolare e ne morirno alcuni in brevità di tempo. Andando egli per la terra a far la cerca, perchè le persone in gran parte erano alla campagna, trovò due figliolini ai quali diede mezza micca per ciascuno, e in termine di sei ore morirono. Nel ritorno, poi da Cástano, passando per le campagne fingeva di aver sete, e andava nei campi e nelle vigne dove lavoravano e zappavano a dimandare per compassione un poco da bevere. Le donne senza malizia gli davano le botticelle e le zucche; bevuto che aveva, con la mano nettava la bocca della zucca, e così astutamente ungeva il buco della botticella, e a questo modo ne fece morir molti.

„ Finalmente andò a Cuggiono per eseguire li commandi fatali, e mentre si mise ad ungere la porta di un massaro, un figlioletto vide l'unzione che faceva questo fratino; inspirato da Dio, subito corse a dimandare suo padre raccontandogli tutto quello che aveva veduto a fare il frate. Il padre, inteso che ebbe il fatto, subito diede nuove per tutta la terra, e con campane a martello fecero unione e raccolta di molte persone e con l'arme lo seguitarono alla voce di colui che lo perseguitava, e lo sopragiunsero e colsero in mezzo ad un boschetto e lo fecero prigione. Il giorno seguente che fu il sabbato lo condussero a Milano, consegnandolo in mano del foro secolare. Tutte queste cose confessò il fratino, mentre fu tratenuto in Cuggiono, il quale morì poi prigione. [p. 71 modifica]„ Mercoledì alli diciasette di luglio passando da Legnano due mila e cinquecento soldati Alemanni per alloggiamento, per sospetto del morbo contagioso, li fecero alloggiare la notte in campagna; e perchè li soldati si credevano di alloggiare nella terra e vivere a discrizione de'padroni e farli tributare in denari, non potendo avere il suo intento, quella notte istessa con le arme tagliarono tante viti, che avrebbero fatto 500 brente di vino. Questo fu il guadagno della terra di Legnano.

„ Mercoledì, che fu alli ventiquattro del medesimo, nella Castellanza vicino al giardino de'signori Fagnani, fu preso uno incirca alle 23 ore, il quale andava ungendo le porte in compagnia di altri quattro a cavallo. Costui aveva quattro schioppi di rota, pane di frumento nelle sacchette e salami di vivere per otto giorni, fu menato a Legnano e confessò che era nativo del borgo di Abbiategrasso e si faceva soldato fugitivo.

„ La notte del venerdì seguente di tre ore fu visto e trovato nella selva del signor Giovanni Antonio Crespi sopra la strada di Borsano vicino a quella cappelletta tre persone di Monate, alle quali fu dato la caccia da quelli di Sacconago, ma perchè non si arrivò a tempo, diedero de'calcagni e si trovorno smarriti.

„ L'ultimo di luglio che fu un mercoledì venne a Busto per medico il signor Gio. Batt. Mongislardo, uomo maturo il quale ha servito per molti anni il sig. Federico Borromeo, cardinale e arcivescovo di Milano. Per diporto gli fu dato per stanza la cascina del sig. Gaspare Bonsignore fuori della porta Basilica, cinquanta passi fuori della terra, casa assai nobile per campestre che fosse. — Costì dimorò il medico per giorni venti e poi si ritirò in Busto in casa del signor Fortunato [p. 72 modifica]Raulo, casamento invero molto nobile con un grande giardino. Fu salariato di paga non poca, come sempre si è fatto con la piazza di altri quattro medici suoi antecessori, oltre le venture che talora ogni anno gli rendevano scudi seicento chè di ciò ne può far fede il suo predecessore il sig. Giorgio Rivetta Monferrino, il quale di sua bocca confessava, che in molti anni si è guadagnato dei scudi mille ogni anno in dodici anni che si è dimoralo in Busto; il quale si comprò poi in Moncalvo sua patria una possessione chiamata la Bustina, nella quale spese lire 60,000.

„ In tutto questo mese di luglio è regnato tanta carestia d'olio d'oliva che non se ne trovava per denari, di modo che bisognava servirsi dell'olio di linosa, qual si vendeva soldi 26 la libra, il butiro si vendeva soldi 28 e 30. Molti giorni restammo senza sale, e bisognava servirsi del sale della grassa salata, la quale si vendeva soldi 21 la libra. Ne fu condutto dopo qualche tempo dalle saline in così poca quantità, che bisognava pagarla 10 soldi la libra, e ne davano una sol quarta per famiglia per farne parte a tutti. La carne venne a tal prezzo che bisognava pagarla 14 e 15 la libra, nè altro si poteva avere fuori che un poco d'aglio e cipolle ben care. Insomma eravamo ridutti a tal miseria e calamità che, come si suol dire per proverbio, ci trovavamo al castello di mancatutto.

„ Per i grandi pericoli che alla giornata correvano della salute umana, per queste diaboliche e pestifere unzioni, mai più sentite al mondo, per meglio assicurare la sanità di questa nostra terra, fu dato ordine dalli signori Conservatori della Sanità di duplicare le porte con rastrelli e serragli della porta ordinaria, all'arco involtato, che altre volle era ponte levatore, mantenendo [p. 73 modifica] ogni giorno dodici uomini armati, otto archibugieri e quattro picchieri per ogni porta, tanto di notte, quanto di giorno, i quali fossero vigilantissimi ai soprastanti e sopravegnenti pericoli con quattro uomini di ronda, i quali vigilassero alle guardie communi e private, ed alli tradimenti di questi untaroli; acciò, trovandosi persona non conosciuta e fugitiva, subito si dasse a campana e martello e all'arma per farli prigioni. Oltre che, di sopra la diligenza data, il signor capitano Gio. Batt. Ferrano, uomo perito nell'arme e in guerra, da tutte le ore di notte secretamente sopravigilava alle guardie e sentinelle onde non si dassero all'ozio ed al sonno1. Se per caso avesse trovato qualche mancamento nelle vigilie e custodie era molto risentito, ma nessuno ardiva di mancare dell'officio loro, perchè aspettavano sempre il castigo. Molti ne ha tenuti carcerati lungo tempo con boghe (buove) ai piedi, oltre la multa pecuniaria; e perciò il tutto passava con bell'ordine e sicurezza.

„ Fu dato ordine ancora che tutti quelli avevano usci intorno al Refosso che guardassero fuori della terra, li avessero d'inchiodare e tenerli serrali sotto pena di dieci scudi e, in caso d'inabilità, di tre squassi di corda in piazza publica. E tutti di casata in casata facevano guardia la sua giornata: il che continuò per molti mesi. [p. 74 modifica]„ Per mantenere li ordini dati e per usare la giustizia contro li dilinquenti, sopra la piazza grande fu piantato un arbore alto con il cordone e la rozella (carrucola) per dare la corda2, siccome si è eseguito contro molti contrafacienti alli ordini. Vi erano due travi e due zocchi grossi nei quali mettevano le buove ai piedi con catene traversate per la vita, dove vi sono state molte persone tanto della terra, quanto forestieri, uomini e donne legate per molte giornate, a pane e aqua, sopra un poco di paglia, quali hanno dato ammaestramento a molti altri.

„ In questo tempo di sospetto nessuno poteva andare alla campagna senza licenza del signor Capitaneo e senza causa legitima e necessaria.

„ Dopo la festa dell'Assunta di Maria Vergine, pareva che la peste fosse cessata, nondimeno i più ricchi di questo borgo si ritirarono alle loro possessioni: chi a Rescalda, chi a Cerro, chi a Legnano, chi a Marnate, chi a Borsano, chi a Magnago, chi a S. Stefano di Corbetta, chi alla Mantegazza, ed altri altrove. Molti ricchi si erano ritirati dal nostro commercio per scampare, e molti di loro più degli altri gli è bisognato pagare il censo alla morte co'l vendere la vita alla terra. E fra tanti ne voglio mettere due per nome marito e moglie, cioè Giuseppe Ferraro Piantone e Giulia sua moglie, i quali fugendo a S. Stefano, la moglie si fece condurre a Busto [p. 75 modifica]alli 26 d'agosto che fu un lunedì, e il venerdì seguente fu in terra tumulata, la quale fugendo per non incontrare la morte le andò e le corse in braccio; l'istesso fu di suo marito. Perciò pare che nel ritorno delli fugitivi la peste abbia ripigliato possanza; perchè costoro tutti venivano infetti di peste dalla città, di modo che li signori Conservatori furono sforzati nuovamente serrare tre casane infette e mettergli buone guardie per questa cagione.

„ Passò nell'anno 1630 una siccità tale ed un tale bruciore d'aria ed un caldo così atroce, nel tempo del minuto per più di due mesi, che il raccolto del miglio fu pochissimo, anzi sterilissimo, chè il più bello di cultura, che d'ordinario fa 4, 6 e 8 staja, non passò due la pertica; l'altro di stoppia uno stajo, e poco più, e quello ch'era peggio, leggiere di peso e mal granito, che pareva collo e santone (sottile e quasi apparente) senza farina, vi fu gran carestia di erbaggi per li bestiami; l'uva per il seccore, oltre un poco di tempesta, non granì troppo bene, e non fece il vino che si sperava, se bene ve ne fu in molt'abondanza, perchè il vino si dava per un ducatone la brenta. Morivano le piante di moroni per il troppo sciutto, dimodo che ogni cosa andava sossopra e le persone erano tanto fuori di sè stesse, che parevano fantasme per le grandi angustie de'tempi, trovandosi in estrema miseria di carestia, di guerra e di peste, essendo sospeso il commercio, li trafichi e le mercanzie, con che pure altre volte si guadagnavano il vivere alla giornata.

„ Chi avrebbe pensato delle terre circonvicine, come sarebbe Lonate Pozzolo, Samarate, Cardano, Gallarate, Gorla Maggiore, ed altre terre, quali tralascio sotto silenzio, chè troppo sarebbe il parlarne di tutte ad una [p. 76 modifica]ad una. Accennerò due parole sole di Gallarate, come borgo più insigne delli sopranominati, i quali per essere stati tanto astuti, sagaci e diligenti in guardare la sua communanza dal contagio, che tutto il mondo gli puzzava, gli pareva un schifo ed una marciura che, a parlare bisognava stargli lontano due picche, e più, finalmente per sua disgrazia, nè so come, se non per divino volere, v'entrò il fuoco con tal incendio che tutta l'aqua non era bastante a smorzarlo e spegnerlo, e fece tal strage e mina, che di gran lunga trapassò il segno di Busto per li mortorj; anzi, bisogna dirlo, in Gallarate, non vi era governo, nè intelligenza, nè provisione alcuna, come si teneva nella nostra terra di Busto, alla quale si può dare questa gloria ragionevolmente; anzi il signor cardinale Borromeo, nell'incendio della città, altra risposta non sapeva dare alli Conservatori di Milano, quando gli parlavano del modo di governarsi: imparate da quelli di Busto, diceva egli, e perciò quelli di Busto i quali in particolare erano aborriti, odiati e fugiti da quelli di Gallarate, sono stati quelli, che hanno soccorso ed ajulato quelli di Gallarate, da chirurgi, da monatti, d'indirizzo e di visite dal nostro signor capitano Giovanni Battista Ferrario, uomo prudente, ed in questa professione molto pratico e perito, come luogotenente del signor conte Claudio Rasino, presidente di questa regione, il quale la visitava, e vi si indrizzava più volte la settimana. Sicchè dove prima schernivano e spregiavano li poveri Bustesi, alla fine furono sforzati lodarli e benedirli. Così a Lonate, Samarate, Cardano ed a Gorla Maggiore, si sono mandati delli nostri chirurgi, delli commissarii, degli uomini, delle donne pratiche in questi bisogni di peste a curarli, a purgargli le robe e le case, del che ne sia lodato e ringraziato il Signore. [p. 77 modifica]„ Per avviso dei lettori, hanno da sapere che, mentre facio menzione dei monatti che quelli di Busto, hanno servito quelli di Gallarate, ed altre terre circonvicine per intelligenza, Busto ha avuto sino al numero di 10 a 12 monatti nella terra, ma due soli erano bustesi. Li altri erano tutti uomini forestieri di Magnago, della Cella, di Bergoro ed altri luoghi, i quali per loro disgrazia si trovavano costì per lavoranti nel tempo che Busto fu sospeso, e non avendo tratenimento di lavorare e guadagnarsi il vivere, si fecero monatti volontariamente, perchè la Communità gli mantenesse da vivere commodamente. Di questi tali, dico, se ne mandavano altrove per servigio delle terre vicine, e non perchè Busto facesse professione di monatti da mandare agli altri.

  1. Nella sacristia della chiesa di S. Michele veggonsi due quadri di quasi nessun merito artistico, di cui l'uno rappresenta molte capanne di paglia sotto le quali ricoveravansi in que'tempi così i sani, per mancanza di case, come li affetti di peste; e l'altro una parte del borgo da cui appare il modo singolare di costruzione d'alcune case d'allora. Dinanzi a queste trovansi parecchi borghigiani in atto di ascoltare e ricevere ordini da una persona influente, la quale appunto il è capitano Ferrario, di cui leggesi il nome suo istesso su la lapide sepolcrale di mezzo al portico del Cimiterio.
  2. Non è a meravigliarsi se nel Medio Evo l'ignoranza e i pregiudizi abbiano non solo conservato, ma esteso l'uso della tortura, che da principio si esercitava dai Romani solamente contro li schiavi. Questa barbara invenzione, che si considerava come un mezzo per iscoprire la verità, cessò all'epoca della grande rivoluzione francese (1789), la quale operò nelle idee degli uomini una rivoluzione morale. Era per altro già stata condannata nell'opinione publica, massime per li scritti dei giureconsulti-filosofi, fra quali Filangeri e Beccaria.