Bollettino delle leggi e disposizioni della Repubblica Romana/Bollettino N. 47

Bollettino N. 47

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REPUBBLICA ROMANA


BOLLETTINO DELLE LEGGI


N. 47.

EDIZIONE OFFICIALE


455 Invito ai Romani del Ministro dell'Interno per la processione del Corpus Domini da eseguirsi entro le mura delle chiese - pag. 131.

456 Ordine del giorno del Ministro della guerra perchè non manchi il neces sario sostentamento ai combattenti - ivi.

457 Il Triumvirato ordina che cessino tutti i lavori privati, e le braccia siano adoperate nelle fortificazioni - pag. 133.

458 Decreto del Triumvirato sui mezzi di trasporto - pag. 134.

459 Circolare del Ministro delle Finanze ai Presidi delle Province affinchè facciano conoscere ai municipi che per la riscossione delle imposte dee bastar solo l'autorità loro, e la Guardia Nazionale — pag. 135.

460 Ordine del giorno del Ministro della guerra in cui si loda coi soldati del loro valore - pag. 138.

461 Invito del medesimo ai cittadini che hanno raccolto projettili lanciati dal nemico a recarli al capo sezione di artiglieria - pag. 139.

462 Avviso del Ministero di grazia e giustizia ai proprietari dei fenili adiacenti alle barricate di porta Cavalleggeri — pag. 140.

463 La Commissione di tutela e di aggiudicamento per le requisizioni avverte i cittadini che loro mandalo è di requisire gli oggetti superflui - pag. 141.

464 Ordine del giorno del Ministro della guerra in cui si stabiliscono regole di militare disciplina - pag. 143.



Roma 1849.- Tipografia Nazionale.


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ROMANI:

Domani ricorre il giorno dedicato a festeggiare l’OSTIA di PACE e d’AMORE - La corte Romana con molta esteriorità di pompa e di lusso la solennizzava. La guerra, che ferve accesa sotto le vostre mura, impedisce quest’atto religioso. Il Popolo conosce e condanna chi ne ha la colpa. Quest’atto però non deve mancare. Ciascun Parroco, ciascun Capitolo lo eseguisca nelle mura della sua Chiesa. Le umili preci dei Cristiani sceverate dal fasto s’innalzeranno al Cielo, e più gradite saranno accolte ad espiazione dei peccati, ed a soccorso del Popolo pregante e fidente in quel DIO che benedice e tutela la causa degli oppressi.

Dal Ministero dell’Interno li 6 Giugno 1849.

Il MinistroCarlo Mayr

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MINISTERO DI GUERRA E MARINA

Ordine del Giorno 6 Giugno 1849.

Giungono dispiacevoli a questo Ministero le lagnanze che ai nostri prodi Militari, che combattono a difesa dell’onore e della libertà della Patria, manchi alcune volte il necessario sostentamento. A scanzo di ulteriori [p. 132 modifica]incovenienti importa assolutamente che avendo i militi soldo, soprassoldo, e viveri di campagna in danaro, i Capi di Corpi facciano per mezzo de’ loro Forieri, addetti appositamente a quest’officio, provvedere a tempo debito l’occorrente onde non difetti di viveri chi espone la sua vita a vantaggio della causa comune.

L’Intendenza Generale mentre esattamente paga alle amministrazioni de’ corpi i soldi, soprassoldi e i viveri di campagna sopradetti, queste debbono aver cura perchè l’occorrevole sia giornalmente apprestato. Quindi il Ministero che pur non tralascia di spedire gratuitamente sul luogo del combattimento acquavite, vini ed altre bevande a sollievo dei valorosi, ricorda sulla più stretta responsabilità ai Comandanti l’obbligo che loro incombe dell’acquisto e som ministrazione dei viveri giornalieri.

Ingiungano ai Forieri di provvedersi del necessario più divisamente che è possibile pei varj Quartieri della Città; onde un qualche Rione non rimanga sprovvisto di vettovaglie per gli Cittadini. Öve poi per qualche particolare e rara circostanza i Forieri dovessero rilasciare i boni, questi siano firmati dal Comandante, o da altro Ufficiale a ciò da esso delegato; e questi boni non dall’Intendenza Generale, ma debbono essere pagati dalle Amministrazioni dei Corpi. Dacchè più volte è accaduto, che negozianti abbiano recato a questo Ministero per esigerne l’equivalente, boni contrasegnati dai semplici Comuni.

In fine, il sottoscritto è persuaso che i Comandanti, ai quali è tanto a cuori la gloria [p. 133 modifica]militare dei loro Corpi, sapranno d’ora innanzi invigilare colla maggiore energia, perchè ai soldati nulla manchi del necessario sostentamento.

Per il Ministro assente
M. Montecchi.

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IN NOME DI DIO E DEL POPOLO


Molti uomini sono ai lavori: molti più si richiedono. Noi vogliamo e dobbiamo averli; e per questo chiediamo la cooperazione attiva di tutti i buoni.

Cessino tutti i lavori privati. Oggi, non esiste più che la cosa pubblica, LA SALUTE DI ROMA. Le case private, gli edifizi cittadini si proteggono alle mura. Roma e l’Italia stanno sull’opere di fortificazione. Un palmo di terrapieno può salvare a un tempo l’onore del paese la vita d’un figlio di Roma. I cittadini vi pensino, e ci ajutino tutti all’opera santa.

I volenterosi si presentino o mandino al Campidoglio e alla Commissione delle Barricate: avranno destinazione, e su i luoghi di lavoro, viveri e retribuzione.

Roma 7 Giugno 1849.

I Triumviri


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IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Considerando che nello stato d’assedio in cui ci troviamo può sorgere improvvisamento il bisogno di condurre con rapidità le nostre forze da un punto all’altro della città;

Il Triumvirato

Decreta:

Tutti i vetturini che possedono Omnibus, Carrozze ed altri veicoli di qualunque sorta, saranno tenuti a trovarsi di notte nei luoghi qui sotto indicati con i suddetti mezzi di trasporto, forniti di Cavalli ivi abbivaccati; nè potranno prestarsi a servizio di chicchessia senza un permesso del Ministro della Guerra, del Generale comandante in Capo, o di chi per essi.

I luoghi destinati per la riunione sono il Palazzo - Altieri — Doria — Chigi - Odescalchi — Farnese — Corsini — Accoramboni - Palazzo di S. Spirito.

I Contraventori perderanno il legno ed i cavalli, e saranno inoltre assoggettati ad una multa non minore di Scudi Cinquanta.

Sono eccettuati da questa legge quei vetturini che in qualunque modo fossero già al servizio del Governo, o del Municipio Romano.

Dato dalla residenza del Triumvirato li 7 Giugno 1849.

I Triumviri


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MINISTERO DELLE FINANZE

CIRCOLARE

Cittadino Preside

Il Triumvirato della Repubblica col Decreto dei 29 Maggio 1849, di cui vi si trasmettono quì uniti alcuni esemplari, ordina che le autorità dei Comuni debbano concorrere alla regolare esazione della Dativa, prestando, se bisogna, mano forte al Governo col mezzo della Guardia Nazionale. I motivi di questo Decreto non sarebbero certamente sfuggiti alla vostra penetrazione, se anche non fossero espressi nei Considerando che ne formano parte; ma forse non tutti i Cittadini saranno egualmente penetrati della giustizia di questa misura, e della sua perfetta conformità ai principj del Governo Repubblicano.

Quindi è che la Commissione di Finanza trova opportuno di raccomandare quest’oggetto alla vostra speciale attenzione, ed al vostro zelo patriottico.

Sia vostra cura, Cittadino Preside, di far conoscere in quel modo che vi parrà migliore, a tutti i Cittadini della vostra Giurisdizione, ma più specialmente ai membri delle Amministrazioni Comunali ed ai Capi della Guardia Nazionale la somma differenza che passa fra i rapporti che hanno i privati ed i comuni con un [p. 136 modifica]Governo assoluto da quelli che esistono fra i medesimi ed un governo dispotico; i comuni sono necessariamente in uno stato di oppressione ovvero di opposizione legale, anzi costituiscono la sola opposizione legale possibile. Quanto alla Guardia Nazionale essa non può esistere sotto un governo dispotico, se non di nome soltanto; perchè se esistesse davvero, il governo dovrebbe cambiare la sua forma, e i suoi principj.

Per lo contrario in un governo libero, in un governo costituito per la volontà di tutti, cioè col suffragio universale, gl’interessi che esso governo propugna sono quelli di tutti, o quelli per lo meno della maggioranza grandissima che lo ha costituito; per la qual cosa è ragionevole che tutti concorrano a promuoverli e sostenerli. Diversamente operando il Cittadino, tenterebbe di far prevalere l’interesse individuale al generale, l’egoismo al dovere, sè medesimo a tutta quanta la società. Ciò che dicesi dei Cittadini va detto anche dei Comuni, i quali sono nello Stato, come l’individuo alla famiglia, o in altri termini sono aggregazioni di famiglie, il complesso delle quali costituisce il corpo sociale.

Rispetto ai militi della guardia Nazionale essi debbono penetrarsi di questi principj nella duplice qualità di membri della sociale famiglia, e di forza intelligente che si costituisce custode e garante della sua esistenza e della sua sicurezza.

Siccome poi la sicurezza tanto interna che esterna dipende in gran parte dalla forza pecuniaria dello Stato, anche per questo riflesso, la guardia Nazionale non deve essere restìa all’adempimento delle funzioni, di cui si tratta.

[p. 137 modifica]Piacciavi, Cittadino Preside, di far osservare inoltre che in virtù degli accennati principj, l’intervento di truppe dell’armata attiva nel fatto della riscossione delle imposte, in un Comune ove ciò si rendesse necessario, non sarebbe già un atto di soverchio rigore; ma solo un mezzo di supplire alla insufficienza che avessero mostrata la Municipalità e la Guardia Nazionale, e di far conoscere che il governo vuol tener ferma la prevalenza della volontà generale sulle volontà o sconsigliate o colpevoli dei pochi.

È già troppo, Cittadino Preside, avervi accennate queste idee, che voi saprete sviluppare in modo, che i Municipj e le guardie Nazionali ne siano penetrati, e le diffondano nelle masse. Così il patriottismo e la ragione agiranno anche sopra i debitori stessi della Dativa, e renderanno, per così dire, impossibile il caso di applicazione del 2.° articolo del Decreto. Tale inapplicabilità è uno dei più vivi desiderj del governo e della Commissione; e lo è certamente anche di voi, Cittadino Preside, come di tutti i buoni.

Salute e fratellanza

Roma 7 Giugno 1849.

La Commissione

E. Brambilla

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MINISTERO DI GUERRA E MARINA

Ordine del Giorno 8 Giugno 1849.

Soldati!

Mentre io mi perigliava in una missione per Ancona, Voi con miracoli di valore che hanno superato i fatti eroici, le geste omeriche del passato, respingevate per la quarta volta i nemici della Romana Repubblica.

Eglino ad onta della fede data, col grido fra terno sorpresero alcuni dei vostri, e i traditi mandarono in terra straniera come trofeo di una vittoria—sperata invano — perchè voi eletti dal Signore a rompere il bastone degli empi, la verga dei dominatori, vendicaste i traditi, vinceste i forti guidati al fratricidio.

L’accanita lotta che duraste per 16 ore nel 5 giugno coi più agguerriti soldati d’Europa la carica alla bajonetta sette volte rinnovata contro a battaglioni grossi e le artiglierie fulminanti, vi hanno meritata l’ammirazione dell’Europa, la riconoscenza della patria, l’amore di tutti i buoni.

Soldati! dalle vostre ferite gronda il sangue che redime la terra, lavando i peccati d’una generazione dalle mani fiacche, dal cuore smarrito.

Dio ha alzato la bandiera alle nazioni, — ha adunato in Roma gli scacciati del nuovo Israello ed accolte le dispersioni del suo Popolo dai quattro canti della terra.

[p. 139 modifica]Quella bandiera è confidata alle vostre mani.

L’Italia, la Francia stessa, la riceveranno da voi consacrata dal sangue dei nuovi martiri, simbolo della giustizia che sarà fatta sulla terra — vessillo del regno di Dio che succederà a quello dei despoti — dei re dalla polvere coronata.

Questa è l’ultima lotta del genio del bene con quello del male.

Voi chiuderete la storia delle umane sventure colla vittoria dei popoli — col trionfo di Dio.

Soldati! questa è missione che fa invidiabili le vostre ferite — belli i vostri disagi — cari i patimenti di ogni maniera.

Orgoglio delle madri vostre maraviglia dei figliuoli — onore delle vostre spose, figli prediletti della Repubblica, avrete dalla storia Romana la immortalità della vita.

Soldati! Io godo di essere tornato fra voi per dividere i vostri pericoli — per meritarmi il vostro amore.

Continuate, e vinceremo!………

Il Ministro di Guerra e Marina
Giuseppe Avezzana

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REPUBBLICA ROMANA


MINISTERO DI GUERRA E MARINA

S’invitano tutti i Cittadini che hanno raccolto, e che raccoglieranno i projettili lanciati, [p. 140 modifica]e che lanceranno le Truppe nemiche su Roma, cioè palle da Cannone, Granate, Bombe ec. a portarli (qualora siano interi e servibili) al Capo della Sezione di Artiglieria di questo Ministero il Tenente Colonnello Busi, da cui verrà loro dato il compenso di un Bajocco e mezzo per ogni libra.

Rimarrebbero inutili, o Cittadini, nelle vostre mani quei projettili, che noi invece coi nostri cannoni e mortari rimanderemo al campo nemico!………

Roma li 8 Giugno 1849.

Il Ministro
Giuseppe Avezzana

(462)

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MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA

AVVISO

Dovendosi demolire tutti i fenili adjacenti alle barricate di Porta Cavalleggieri, s’intima ai proprietarii dei medesimi di valersi di tutti i mezzi, che crederanno più opportuni, per il sollecito sgombro del fieno e paglia ivi esistenti, mentre questo Ministero, a facilitare lo sgombro suddetto, va ad ordinare ai fornitori militari di destinarli al consumo giornaliero, mediante la loro fornitura, colla corresponsione ai [p. 141 modifica]proprietarii del giusto prezzo, da stabilirsi sul corso attuale della Piazza.

Roma li 8 Giugno 1849.

Il Ministro
Giuseppe Avezzana

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IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

LA COMMISSIONE DI TUTELA E AGGIUDICAMENTO
PER LE REQUISIZIONI

Investiti, con Decreto del Triumvirato in data 6 Giugno corrente di pieni poteri per l’esecuzione e l’aggiudicamento di requisizioni d’ori, argenti, valori metallici ec. — noi ci crediamo in obbligo di rassicurare quelli che dalla estensione del nostro mandato traessero argomento di dubbii o paure.

Noi, o Cittadini, non abbiamo altro mandato che di perquisire e requisire il superfluo di alcuni pochi a vantaggio di tutti, a vantaggio della nostra vittoriosa Repubblica.

La modesta fortuna dei più non deve soddisfare agli urgenti bisogni di un Governo scelto dal popolo, e difeso dal popolo col proprio sangue.

A chi, senza pagare questo tributo alla Patria, sta spettatore incredulo e inoperoso o [p. 142 modifica]dannoso delle nostre vittorie, nascondendo le proprie ricchezze, spetta di alleviare il peso dell’erario impoverito. Ed a ciò noi provvederemo con instancabile alacrità.

I Commissarii dei Rioni sono incaricati del ricevimento di ogni offerta spontanea fatta dai Cittadini volenterosi di soccorrere il Governo nelle strettezze erariali. Il Monitore terrà esatte liste, come degli offerenti, così delle offerte ricevute.

Noi, senza dare eccitamenti alla carità cittadina, di cui ebbimo splendide prove finora, dichiarandoci vigili sorvegliatori di ogni danno che le stolide o maligne paure di taluni minacciassero all’erario della Repubblica, abbiamo voluto del paro rassicurare con questa dichiarazione ognuno che avesse temuto non giuste o troppo facili requisizioni in aggravio della propria domestica economia.

Nel palazzo del Governo, in piazza Madama, il nostro Ufficio è aperto, come da Avviso del 28 p. p. Maggio, alle reclamazioni di ogni Cittadino leso da chicchesia nei suoi privati diritti.

Roma 9 Giugno 1849.

La Commissione

Orazio Antinori rappresentante del popolo
Giulio Govoni rappresentante del popolo
Gio. Paolo Muti Consigliere Municipale
Alessandro Malvezzi
Federico Doda


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REPUBBLICA ROMANA


MINISTERO DI GUERRA E MARINA

Ordine del Giorno 9 Giugno 1849.

Soldati!

L’eroico vostro coraggio ha segnato la più bella pagina nella grande epoca della nostra ri generazione.

L’Italia vi contempla con orgoglio, il nemico vi teme e vi ammira.

Ma il coraggio solo non basta per vincere, è necessario che sia regolata da una severa disciplina.

Egli è soprattutto in questi momenti, in faccia al nemico che incalza da ogni lato, che io sento il bisogno di raccomandarvi l’osservanza di quella disciplina militare che fa le falangi compatte, ordinate, invincibili.

Per questo s’invitano tutti i Comandanti dei Corpi a far rigorosamente eseguire gli ordini già emanati da noi rispetto ai doveri del soldato.

Si ordina inoltre ai Comandandi di tutti i Corpi:

Art. 1. Di fare tre volte al giorno un appello nominale degli uomini sottoposti al loro comando.

Art. 2. Di inviare il rapporto degli appelli al Comando in Capo.

Art. 3. Di spedire pattuglie miste di Caporali dei diversi battaglioni, condotte da [p. 144 modifica]Sotto-officiali, per arrestare i soldati vaganti nella città senza permesso e consegnarli alla piazza per essere ricondotti ai rispettivi Corpi.

Art. 4. Il Comando di Piazza veglierà attentamente, che gli officiali non s’allontanino soverchiamente il giorno e la notte dai loro Corpi, e se ne farà immediato rapporto agli officiali superiori.

Soldati! nell’osservanza di queste misure sta la salvezza del nostro paese. Il soldato deve sempre essere pronto alla riscossa, di giorno, di notte, in ogni momento: la patria può aver bisogno di tutti i suoi difensori.

Tenetevi pronti!

Il Ministro della Guerra e Marina
Giuseppe Avezzana