Angelica. Dramma satirico/Nota sui personaggi del dramma e sulla composizione del volume

Nota sui personaggi

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Introduzione Atto primo

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NOTA

SUI PERSONAGGI DEL DRAMMA

E SULLA COMPOSIZIONE DEL VOLUME


ANGELICA è un dramma fantastico fuori del tempo e dello spazio, ma il giovane poeta l’ha concepito pensando al suo paese. I personaggi sono i tipi — stilizzati — della commedia dell’arte, trasformati e adattati per incarnare le parti nuove che il poeta assegna loro in un dramma dell’epoca attuale di proporzioni immense.

Questa scelta non è dovuta al caso. Leo si è fin dalla giovinezza preoccupato di diventare uno scrittore italiano e un critico d’arte. Studioso appassionato, metodico, dell’arte e della letteratura italiana, Leo non aveva mai cessato di fustigare i letterati nostri per l’errore che commettevano nel voler fare «ciascuno da sè» invece che riattaccarsi, così come i nostri pittori e scultori l’uno all’altro, fondando come questi avevano fatto «delle scuole». Solo mezzo, egli sosteneva, per portare una tecnica, un soggetto alla perfezione, per fare dell’arte amata dai contemporanei e dai posteri. «Angelica» è intonata a questa battaglia in favore della tradizione letteraria.

ORLANDO e ANGELICA sono i protagonisti dell’«Orlando Furioso», il celebre poema cavalleresco dell’Ariosto. Orlando è nel poema cavalleresco dell’Ariosto, il più coraggioso, il più glorioso, il più generoso dei paladini. In questo dramma diventa l’eroe della Libertà. [p. 4 modifica]Angelica è nel poema dell’Ariosto l’eroina che fa impazzire Orlando di lei innamorato, preferendogli il bellimbusto Medoro. Nel dramma attuale Angelica è una figura enigmatica. Liberata da Orlando dai soprusi di un tiranno, che essa in fondo amava, finisce di uccidere il suo liberatore per sdegno della sua creduta indifferenza. Essa può essere considerata volta a volta come simbolo della vera libertà che Orlando vuol dare agli uomini e che gli uomini non vogliono, o il simbolo della «falsa libertà» che gli uomini a causa dei loro vizi scambiano per la vera. Ma ci sono su Angelica e sui personaggi del dramma infinite altre versioni 1

Quasi tutti gli altri personaggi del dramma sono nel tempo stesso reali e simbolici, adattamenti delle maschere italiane, i cui tipi, così come il vestiario, per tradizione cambiano coi tempi e colle circostanze.

pantalone — veneziano — è nelle maschere italiane, il borghese ricco, di intelligenza limitata, di ambizioni limitate, di morale limitata, ostentatamente preoccupato degli interessi generali, in realtà solo dei propri che difende male.

arlecchino — bergamasco — è nelle maschere italiane il popolano che sale, astuto, intelligente, intraprendente, e senza scrupoli, cinico, egoista e leggero, che nella vita riesce in tutto quello che vuole a spese dei ricchi alle cui calcagna si attacca; ordinariamente servitore, qui è artista. [p. 5 modifica]

meneghino — milanese — è nelle maschere italiane, il giovane popolano intelligente, che sale per meriti propri; attivo, onesto, generoso, colto, modesto, che non rinuncia per salire all’imperativo della propria coscienza.

gianduja — torinese — è nelle maschere, il borghese medio, onesto, solidamente ricco, sensato, buono, che ragiona colla sua testa, che ripugna dalla menzogna e dai soprusi, ma è timido e pauroso.

francatrippa — rappresenta il falso idealista, che si serve indifferentemente della religione dell’arte o del patriottismo per fare i propri interessi, i quali non vanno al di là dei guadagni quotidiani.

Il capitano scaramuccia è nelle maschere italiane il militare spaccamonti, che nasconde la sua pochezza sotto gli idealismi più fanatici di patriottismo.

stenterello — fiorentino — è il popolano impacciato, timido, povero, spaventato, che parla spesso fuori tono, e finisce sempre per pagare per tutti.

Il dottor ballanzon — bolognese — rappresenta l’intellettuale borghese, vanitoso e vuoto, che per soddisfare le proprie ambizioni tiene sempre i piedi in due staffe. Nelle maschere è quasi sempre notaio, qui è professore.

tartaglia — romano — è l’uomo vanitoso, furbo, calcolatore, arrivista.

brighella — milanese — è nelle maschere italiane il giovane borghese, ricco, elegante, pieno, di buone intenzioni e di buoni propositi ma superficiale. [p. 6 modifica]

valerio è nelle maschere il giovane nobile e nullo, squattrinato, elegante, bello, molle, la cui più attiva funzione è di corteggiare ed essere corteggiato.

pulcinella — napoletano — rappresenta l’intrigante spudorato e intelligente, furbo, corrotto e corruttore, incapace di capire non che di praticare l’onestà 2

La padrona non esiste nelle maschere italiane; è un tipo nuovo creato da Leo; rappresenta l’antitesi di Angelica, la popolana semplice, modesta, ma piena di cuore, di buon senso, che sa pensare colla propria testa, la quale dal suo umile posto, dicendo semplicemente con coraggio quello che crede essere la verità, riesce senza saperlo a determinare grandi cose.

  1. Per altre versioni di «Angelica» e degli altri personaggi, vedere «Angelica à travers le monde». Les Editions Rieder, Paris.
  2. Per altre indicazioni sulle maschere italiane, vedere «Masques et Bouffons» di Maurice Sand - Caiman Levy - edit. Parigi; e «Piccola storia delle maschere italiane» - Gianella - Paravia, edit. Torino.