Amorosa visione/Capitolo XLVII

Capitolo XLVII.

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CAPITOLO XLVII.




Dove l’autore piglia congio dalla detta Donna, e dove ritrova la Donna che lo guida.


La Donna tacque allora, ed io congedo
     Presi in un atto in me molto contento,
     E ’n altro più dolente, che mai credo:
Ver quella parte ritornando lento,
     5Dov’io aveva la Donna lasciata,
     Che fu mia guida nel cominciamento.
Io mi giva pensando con bassata
     Testa a quel ben che io avuto avea,
     E doleami di sì corta durata.
10Di più disio ancora mi parea
     Tutto arder dentro nel trafitto core
     Vie più che nel principio non facea,
E diceva fra me: deh, se l’ardore
     Ora non manca, non credo che mai
     15Egli esca a me della mente di fore.
Avuto ho quel che io più disiai:
     Deh, che cercherò io per mia salute?
     Chi stuterà cotal fuoco oramai?

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La volontà, che d’Amor le ferute
     20Mi porsero, non è in me finita,
     Ma è cresciuta in me la sua virtute.
Tra’ fiori e l’erba con vista smarrita
     M’andava in me in tal guisa pensando,
     Dispregiando e lodando la mia vita.
25Riguardandomi a’ piedi così andando
     Mi trovai alla fonte, non avendo
     Vedute quelle donne festeggiando:
E ’l viso alzai me stesso riprendendo
     Del perduto diletto, e ver me vidi
     30Quella Doma venir, cui io caendo
Fra quel giardino andava: ove ti fidi?
     Ver me dicendo, e colle braccia aperte
     Mi prese, e non cre’ tu che io ti guidi
In qual parte vorrai? Perchè perverte
     35Tua volontà il mio consiglio vero,
     Per vanità lasciando cose certe?
Allor risposi: madonna, sincero
     M’è il tuo mostrar tornato, di colei
     Grazia che m’ha disposto a tal sentiero.
40Tu verrai se ti piace in fino a lei,
     E quivi insieme ci dimoreremo,
     Quanto piacer sarà tuo e di lei,
E poi insieme tutti e tre andremo
     Dove vorrai, che io credo segnare
     45Sotto il piacer di lei il dì estremo.
Ed ella allora: il tuo addimandare
     È d’ordine di fuor, che io so bene
     Quel che tu vo’ che io vi venga a fare.

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La Donna meco assai più si conviene,
     50Che tu non fai, dove menar mi vuoi,
     E ben conosco qual disio ti tiene.
Vieni con meco, ed a lei andrem poi.
     Ma andiam là, risposi, prima, ed essa
     Insieme menerem con esso noi.
55Non c’è bisogno d’aver sì gran pressa,
     Ancora il sole al cerchio di merigge
     Non è, e ’l nostro andar però non cessa.
Diss’ella allora: io so che ti trafigge
     Di lei il piacer, e non ti puoi partire,
     60Però pur qui tua volontà si figge.
E però s’è in questo il tuo disire,
     Io seguiro, tu giurerai di fare
     Quel ch’io vorrò, ed altro non seguire.
La mia risposta fu: non comandare
     65Ch’io non ami costei, ogni altra cosa
     Al tuo piacer mi fia lieve osservare,
La qual se io sol per libidinosa
     Voglia fornire amassi, in veritate
     Con dover ne saresti corrucciosa;
70Anzi con quella intera caritate,
     Che prossima persona amar si dee,
     Amo, servo, ed onoro sua bontate.
La qual siccome manifesto v’ee
     Non trova pari in atti nè in bellezza,
     75Nè in saper nel mondo simil’ee.
Tu hai, mi disse quella con dolcezza,
     Sì presa me pur di voler vedere
     Costei, cui Donna fai di gentilezza

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Real posseditrice, che potere
     80Non ho senza vederla d’ire altrove,
     Nè di negare a te il tuo piacere:
Or dunque insieme ce n’andiam là dove
     Tu l’hai lasciata, e veggiam manifesto
     Se quello è vero a che il tuo dir mi move.
85Subitamente ragionato questo
     Insieme ci movemmo, e nel cospetto
     Venimmo di colei, che in atto onesto
Incontro venne a noi con lieto aspetto.