Amorosa visione/Capitolo XLIX
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CAPITOLO XLIX.
Era quel loco dove ci trovamo
Soletto tutto, nè persona appresso
Di nulla parte a noi non sentivamo;
Tutto d’intorno, e ancora sopra esso
5Era di frondi verdi il loco pieno,
E di quelle era ben follato e spesso.
Entrar non vi potea sol nè sereno,
E di vermiglie rose incircuito
Gran quantità ancor vi si vediéno.
10Allor vedendo il dilettevol sito,
E me con quella dimorar soletti,
E d’ogni altra compagna esser partito,
Là fra me dissi: io non so ch’io m’aspetti:
Perchè, poi qui son solo, ora non prendo
15Di questa in tanto affannati diletti?
Lo loco, ov’ora dimoriam sedendo,
D’ogni sospetto è scevro, nè trovarci
Quella potria, che ci venía seguendo;
Ed altro non cred’io che impacciarci
20Potesse: costei vuole, e io ’l disio,
Dunque perchè cercar più d’indugiarci?
In cotal ragionar m’accosta’ io
A quella, e presi lei, che ’n sull’erbetta
Sonniferava già al parer mio,
25Lei nelle braccia mi recai stretta,
Mille fïate credo la baciai,
Pria si volgesse la bella angioletta.
Ma subito stordita, a dir, che fai?
Cominciò isvegliata, deh, non fare:
30Se quella Donna vien come farai?
Ed io allora cominciai a parlare:
Donna, io non so quand’io mi riavesse
Quel che tu ora mi vuoi far lasciare:
Ragion sarebbe ch’io sempre piangesse,
35Se per preghiera, che non dee valere,
Quel ch’io ho mattamente perdesse.
In cotal guisa stando a mio parere,
Già questa bella donna stava cheta,
Consentendo umilmente, al mio piacere
40Tutta disposta: quando l’alma lieta
Di cotal bene tanta gioia prese
In sè, che ritener dentro a sua meta
Allora non potè, ma ’l sonno offese
Là dov’io dolce allor facea dimora,
45Perchè si ruppe, e più non si difese.
Tutto stordito mi riscossi allora,
E strinsi a me le braccia, e mi credea
Infra esse madonna avervi ancora.
Oimè, quanto angosciosa e quanto rea
50Tal partita mi fu, e quanto caro
Mi fu il dormir mentre in braccio l’avea!
Ahi, come ritornò in duolo amaro
Quel diletto che ’l sonno m’avea porto,
Ch’a ogni affanno avea posto riparo!
55Lasso angoscioso, e senza alcun conforto
Levato, pur d’intorno mi mirava,
Immaginando ancora star nell’orto.
La fantasia non so come m’errava,
E mentre avea sognato, mi credeva
60Non sogno avesse, e così estimava.
Ora stordito sognar mi pareva,
E lungo spazio non seppi ov’io m’era,
Nè vero sentimento in me aveva.
Ritornato ch’io fui poi nella vera
65Conoscenza di prima, e lagrimato
Ebbi per certo spazio quivi ov’era,
Oimè, dicendo, ove son io stato
Con tanta gioia? Ora fosse piaciuto
A Dio, ch’io non mi fossi mai svegliato,
70E in cotal gioia sempre sare’ suto:
Ancor mi fora leggiero il dormire,
Se più tal don mi fosse conceduto.
Pianto ed angoscia e noioso martire
Di ciò mi crebbe, e moltiplicò ’l foco
75In me vie più d’amoroso disire,
Il quale io sento, che a poco a poco
Tutto mi sface, e già saria finita
La vita mia, se non che a quel loco
Veracemente spero, che reddita
80Ancor farò con essenza perfetta,
Allor prendendo la gioia compita,
Nella quale ora dormendo imperfetta
Stetti, e questo l’amorosa mente
Solo disia, e fermamente aspetta:
85Ove colui, che di tutto è potente,
Mi rechi e servi nella vostra grazia,
Quanto vi piace, madonna piacente,
Nella qual sempre fia mia mente sazia.