Oimè, quanto angosciosa e quanto rea 50Tal partita mi fu, e quanto caro
Mi fu il dormir mentre in braccio l’avea!
Ahi, come ritornò in duolo amaro
Quel diletto che ’l sonno m’avea porto,
Ch’a ogni affanno avea posto riparo! 55Lasso angoscioso, e senza alcun conforto
Levato, pur d’intorno mi mirava,
Immaginando ancora star nell’orto.
La fantasia non so come m’errava,
E mentre avea sognato, mi credeva 60Non sogno avesse, e così estimava.
Ora stordito sognar mi pareva,
E lungo spazio non seppi ov’io m’era,
Nè vero sentimento in me aveva.
Ritornato ch’io fui poi nella vera 65Conoscenza di prima, e lagrimato
Ebbi per certo spazio quivi ov’era,
Oimè, dicendo, ove son io stato
Con tanta gioia? Ora fosse piaciuto
A Dio, ch’io non mi fossi mai svegliato, 70E in cotal gioia sempre sare’ suto:
Ancor mi fora leggiero il dormire,
Se più tal don mi fosse conceduto.
Pianto ed angoscia e noioso martire
Di ciò mi crebbe, e moltiplicò ’l foco 75In me vie più d’amoroso disire,
Il quale io sento, che a poco a poco
Tutto mi sface, e già saria finita
La vita mia, se non che a quel loco