Amorosa visione/Capitolo L

Capitolo L.

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CAPITOLO L.




L’ultimo dell’Amorosa visione, dove l’autore si sveglia dal sonno.


Dico, che poichè ’l sonno fu partito
     Tutto di me, che stava lagrimando
     Ancora in me di tal bene smarrito,
In piè drizzato, e intorno a me guardando,
     5Vidi la bella Donna, la qual voi
     Per lo giardin mi festi andar cercando.
Che pensi? disse a me, e poco poi
     Soggiunse: andiam, ch’egli è voler di quella,
     Che nel tuo sonno mi ti diede ancoi.
10Ond’io risposi stupefatto ad ella:
     E dove andremo? e tornerem noi forse
     Dov’io era or con quella donna bella?
Mai sì, mi disse allora, e ciò che porse
     Il tuo dormire alla tua fantasia
     15Tutto averai, se da me non ti smorse.
Ancora più per me dato ti fia
     Di grazia di veder ciò che perdesti,
     Quando lasciasti la mia compagnia.

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In quella parte là dove or dicesti,
     20Senza consiglio molto esaminato
     Ir non si vuol, che tu ten pentiresti.
Primieramente là dove m’è grato
     Seguita, che senza dubbio intenta
     Sarò di farti a tempo consolato.
25E quel disio che or più ti tormenta
     Porrò in pace, con quella bellezza
     Che l’alma al cor tuttora ti presenta.
Ristette allora, ed io tanta dolcezza
     Presi della promessa, che nel viso
     30Tututto sfavillava d’allegrezza.
Con voce piena e tutto pien di riso
     Risposi a lei: Donna gentile, io vegno,
     Nè più da te voglio esser mai diviso.
Humile e pian, quanto io posso, m’assegno
     35A te, fa’ sì ch’al piacer di colei,
     Di cui io sono, io non trapassi il segno.
Ell’ha del mio voler, disse costei,
     In mano il fren, sicch’io non posso fare,
     Se non sol quel che è in piacere a lei.
40Di tanto sempre mi veggo onorare
     Da essa, che io le lascio, che giammai
     Oltre alla voglia mia non vuol mutare.
E questo detto, disse: andiamo omai,
     Che ’l tempo è breve a quel che vuoi fornire.
     45Per ch’io senza più dir la seguitai.
Così adunque vo’ per pervenire,
     Donna gentile, al loco, ove essendo
     Voi, ebbi tanta gioi’ nel mio dormire;

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Tuttor notando quel ch’andrò vedendo
     50Dietro a costei per la portella stretta,
     E di scriverlo oltre ancora attendo.
Or vi voglio pregar, Donna diletta,
     Che poi che la passata visïone
     Tuttora con diletto avrete letta,
55Mirando dove cade riprensïone
     Mi correggiate, e cara la tegnate,
     Pensando alla mia buona affezïone.
Io non mi curo poi se dispregiate
     Sien forse le sue o sua sentenza,
     60Sol che a voi sian dilettose e grate.
Per vostro onore, e somma reverenza
     Della fè ch’io vi deggio, e come a Donna
     Di virtuosa e somma intelligenza,
Atando me la possa, che s’indonna
     65In ciascun cuor gentil, che da virtute
     Per accidente alcun mai non si sdonna,
Rispetto avendo ancora alla salute,
     Che da voi speranza mi promette
     A mitigar l’amorose ferute,
70Aggio composte queste parolette
     In rima, e fine faccio col piacere
     Di voi, in cui l’alma tutta si rimette.
Vaga e contenta solo di potere
     Far cosa che v’aggrada, e questo vuole,
     75Questo disia, e questo l’è in calere,
Ed il contrario più ch’altro le dole.
     Dunque, Donna gentile e valorosa,
     Di biltà fonte, com’ di luce sole,

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Rimirate alla fiamma, che nascosa
     80Dimora nel mio petto, ed ispegnete
     Quella, coll’esser verso me pietosa.
Amor mi diede a voi, voi sola sete
     Il ben che mi promette la speranza,
     Sol la mia vita in gioi’ tener potete.
85Solo mio ben, sola mia disïanza,
     Solo conforto della vaga mente,
     Sola colei che mia virtute avanza
Sete, e sarete sempre al mio vivente,
     Nè più disio, nè disïar più voglio,
     90Fuor che d’esser a tal biltà servente.
Adunque quello ardor, in cui m’invoglio,
     Terminerete omai quando vi piace,
     Ch’io vi sono entro ognor più ch’io non soglio:
Io v’accomando al Sir di tutta pace.



FINITA L’AMOROSA VISIONE.